Il nome di Arnold
Schönberg si associa solitamente alla musica dodecafonica, ma il nuovo sistema a
cui il musicista dà vita è un punto d’approdo al quale giunge dopo aver scritto
musica
tonale. Con i Gurrelieder
( Gurre è il nome di un castello in Danimarca ),
il musicista si mantiene fedele alla tradizione ( Brahms e Wagner soprattutto
) ma, nell'ultima parte dell'opera, inizia a superarla. I testi, tradotti e messi in musica, sono
quelli del danese
Jens Peter Jacobsen che racconta l’amore infelice di Tove
e del re Waldemar. Ad accentuare il carattere
tardo romantico della composizione e l’impossibilità per i due innamorati di
vivere insieme -sono infatti ostacolati dalla regina che, spinta dalla
gelosia determina la morte di Tove- , interviene la scelta di Schoenberg di non prevedere per i due amanti neanche un duetto.