giovedì 10 settembre 2015

Thule


Nel  Faust Margherita, cantando "Il re di Thule", una ballata di Goethe, scopre, nell'armadio della sua cameretta, uno scrigno nascosto da Mefistofele. Faust, con il dono, tenta di vincere la resistenza che Margherita oppone alla sua corte.

Ne L'ineluttabile di Theodor Fontane - un romanzo che, per l'analisi che viene fatta di un rapporto di coppia, ricorda un'altra opera di Goethe, Le affinità elettive -  compare, in due passi, un riferimento a Thule, la mitica terra di fuoco e ghiaccio nella quale il sole non tramonta mai. Come nella ballata cantata da Margherita, nel romanzo di Fontane il senso di perdita e di impotenza nei confronti del precipitare degli eventi verso la catastrofe è molto forte e, come nella ballata di Goethe, l'ultima immagine è quella del mare a cui si consegna qualcosa per sempre.

«Fedel sino a l’avello
Egli era in Thule un re:
Morì l’amor suo bello,
E una coppa d’or gli diè.
Nulla ebbe caro ei tanto,
Sempre quella vuotò:
Ma gli sgorgava il pianto
Ognor ch’ei vi trincò.
Venuto a l’ultim’ore
Contò le sue città:
Diè tutto al successore,
Ma la coppa d’or non già.
Ne l’aula de gli alteri
Suoi padri a banchettar
Sedé tra i cavalieri
Nel suo castello al mar.
Bevé de la gioconda
Vita l’estremo ardor,
gittò il calice a l’onda
Il vecchio bevitor.
Piombar lo vide, lento
Empiersi e sparir giù;
E giù gli cadde spento
L’occhio e non bevve più.»

 

Johann Wolfgang von Goethe, Der König in Thule, 1774, trad. it. di Giosuè Carducci, Il Re di Thule, Rime Nuove, XCV, 1906



Franz Schubert, nel 1816, mise in musica il "Re di Thule". ( qui )








2 commenti:

  1. all'Ultima Thule bisogna volerci arrivare...
    :-)

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  2. Mi affido a Guccini ( so che ti piace ) per offrirti un parere che io non so dare:)

    " Io che ho doppiato tre volte capo Horn e ho navigato sette volte i sette mari e ho visto mostri ed animali rari, l'anfesibena, le sirene, l'unicorno.

    Io che tornavo fiero ad ogni porto dopo una lotta, dopo un arrembaggio, non son più quello e non ho più il coraggio di veleggiare su un vascello morto.

    Dov'è la ciurma che mi accompagnava e assecondava ogni ribalderia? Dove la forza che la circondava? Ora si è spenta ormai, sparita via.

    Guardo le vele pendere afflosciate con i cordami a penzolar nel vuoto, che sbatton lenti contro le murate con un moto continuo, senza scopo.

    E vedo in aria un'insensata danza di strani uccelli contro il cielo bigio cantare un canto in questo mondo grigio, un canto sordo ormai, senza speranza.

    E qui da solo penso al mio passato, vado a ritroso e frugo la mia vita, una saga smarrita ed infinita di quel che ho fatto, di quello che è stato.

    L'Ultima Thule attende al Nord estremo, regno di ghiaccio eterno, senza vita, e lassù questa mia sarà finita nel freddo dove tutti finiremo.

    L'Ultima Thule attende e dentro il fiordo si spegnerà per sempre ogni passione, si perderà in un'ultima canzone di me e della mia nave anche il ricordo."

    F. Guccini, "L'ultima Thule"

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