giovedì 7 giugno 2012

Fahrenheit 451


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Ho appreso, tornando da scuola, della morte di Ray Bradbury, uno scrittore di cui ho molto apprezzato  un'opera,  Fahrenheit 451.  Ho pensato, per ricordarlo, di riproporre due dei miei primi post  ( aprile 2010 ) a lui dedicati .


“... Ognuno deve lasciare qualcosa dietro quando muore : un bimbo o un libro o  un quadro, o una casa, o un muro eretto con le proprie mani ( ... ). Qualche cosa, insomma, che la nostra mano abbia toccato, in modo che la nostra anima abbia dove andare quando moriamo ( ... ). Non ha importanza quello che si fa, finchè si cambia qualcosa da ciò che era prima che noi la si toccasse in qualcos’altro, che è come noi dopo che la nostra mano se ne è staccata...” ( Ray Bradbury, Fahrenheit 451 )         
     
                               


Fahrenheit 451 ( 1953 ) è un’utopia negativa di  Ray Bradbury.
Lo scrittore delinea un possibile scenario futuro per la società americana degli anni Cinquanta, le cui contraddizioni, già peraltro avvertibili, trovano nel romanzo  piena, completa esplicazione.
La vita, nella società rappresentata da Bradbury, è profondamente segnata dall’invadenza dei mass media. Schermi televisivi, grandi quanto pareti, costituiscono l’elemento più importante delle abitazioni, divenendo il centro intorno a cui gravita ogni esistenza. Trasmissioni interattive monopolizzano il tempo degli individui, impegnandoli in una comunicazione virtuale assolutamente sterile nella sua artificiosità e banalità. La pubblicità martellante è un’altra componente del  sistema sociale in cui il consumo è un vero e proprio imperativo morale.
Persino il tempo non è risparmiato da tale logica:  va  “consumato”, annientato, disintegrato, magari attraverso suicide corse in automobile. I tempi lunghi della riflessione, della meditazione, della osservazione attenta sono banditi dal sistema che ha bisogno non di individui, ma di una massa amorfa, acquiescente, ovvero di una semplice addizione di esseri passivi, succubi del loro stesso intontimento, estraniamento, annullamento.
Una società del genere non può che essere destinata all’autodistruzione, nemica com’è del pensiero attivo, del sentimento e dell’emozione genuini, della creazione originale, di ciò, insomma, che ogni uomo è chiamato a coltivare e difendere, ovvero la propria autenticità.
Un sistema che nega l’individuo e la sua umanità, che tende a renderne sterile, inutile l’esistenza, non può che eliminare, cancellare le espressioni, le testimonianze del pensiero, dell’esperienza individuale e, dunque, i libri.
451 fahrenheit altro non è che il grado di combustione dei libri, sui quali si accanisce la furia distruttiva dei “pompieri incendiari “di una società futura, non così lontana !

25 commenti:

  1. Leggendoti ho pensato a quanto la fantascienza sia utile come critica del presente, perché il mondo di Bradbury mi sembra un’inquietante amplificazione del nostro in cui viviamo, una specie di agghiacciante parodia. Il romanzo l’ho letto anni fa e mi piacque. Ho letto anche Cronache marziane. Un caro saluto.

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  2. Grazie tante per il ricordo. E speriamo che quella di Bradbury (e del bellissimo film di Truffaut) rimanga fantascienza.

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  3. eh... com'è terribilmente vicina a realizzarsi la fantaprofezia di Ray... ecco comunque un Uomo che non morirà mai, perché si è lasciato alle spalle qualcosa di magico e di grande...
    gli rivolgo da qui un saluto, un ringraziamento e un fraterno abbraccio.

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  4. Sì, ognuno di noi deve lasciare dietro di se un ricordo tangibile, perchè la nostra memoria, da sola, non può restare impressa per sempre nella mente di chi ci ha amato.
    Ma non sono certo che la nostra anima (?) vada lì; credo invece che torni ai giorni più belli della nostra esistenza: vivremo per sempre i giorni più felici della fanciullezza.
    In questo concordo con il Papa (Mamma mia, cosa ho scritto!!!).

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  5. e lui non morirà mai completamente, ma, come la fenice, risorgerà ogni volta che qualcuno lo leggerà...

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  6. Mi fermo su un singolo punto. Leggevo oggi una sua vecchia memoria. La sua passione per i marziani nacque dalla lettura di fumetti a cavallo anni '30... Mi sembra un modo vivo per ricordarlo.

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  7. Non sono un amante della fantascienza. Mi sono fermato alle favole: per qualche anno mi sono aggirato tra Finamore e Pitré, Basile e Tiraboschi arrivando al massimo a Calvino alle alle sue fiabe, appunto... Altro mondo in cui le paure erano ben concrete e spesso avevano i tratti di un (cattivo) familiare...
    Non so a me la fantascienza sembrava (sembra) un po' artificiale, lontana, fatta di suoni metallici, stridii di ferraglia ecc ecc

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  8. Encore quelques livres pour atteindre la nuit!
    Ciao!

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  9. Grande scrittore, grande amante dei gatti, e a questo proposito ricordo una sua frase: “Devi trattare le idee come i gatti: devi fare in modo di farti seguire da loro. Se cerchi di avvicinarti a un gatto e prenderlo, diavolo, non te lo lascerà mai fare.”

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  10. pazzesco cercavo una frase per rispondere ad un livoroso commento in un altro blog e siete comparsi Bradbury e tu come per magia al posto giusto al momento giusto :)

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  11. In gioventù ero un appassionato lettore di fantascianza e Bradbury era sicuramente il mio preferito. Adesso la fantascienza non mi interessa più, ma Ray resta nel mio cuore!
    Brava Giacynta, hai fatto bene a ricordarlo nel tuo blog!
    Un abbraccio

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  12. Ho letto tutti i suoi di Urania Mondadori.
    Un letterato, non un qualunque scrittore di fantascienza.
    cb

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  13. @Ettore: Abbiamo letto le stesse cose di Bradbury. Belle anche le siderali solitudini di "Cronache marziane".
    "Fahrenheit 451" è una vera e propria distopia, più che un romanzo di fantascienza. Il tema della massificazione, della spersonalizzazione a cui conduce un sistema fondato sulla negazione del pensiero libero è molto forte, assolutamente prevalente rispetto a tutto il resto.
    Ciao e grazie per il tuo intervento!

    @Grazia: ho paura che ci siamo. Faccio davvero sempre più fatica a trovare dei lettori tra i miei allievi. E' il risultato di anni di celebrazione dell'ignoranza e di sistematica divulgazione, attraverso i media, di ben altri modelli di comportamento.

    @Nick: a proposito di memoria e di eternità sono molto toccanti gli uomini-libro che, per preservare le opere, per sottrarle al fuoco, alla distruzione, finiscono per ESSERE un libro, dopo averne memorizzato ogni singola parola. Vivono nascosti nei pressi di un fiume. Da loro il fuoco serve per scaldare e non per bruciare qualcosa.
    Ciao!

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  14. @Granduca: E' il punto della riflessione di Bradbury che mi lascia più pensosa. Difficile determinare il destino della nostra anima. Certo, se di ciò che si fa non ci si libererà mai, vale la pena prendersi qualche responsabilità in più durante la propria esistenza evitando di gettarla tra le ortiche ( dove rimarrà ).

    @alicemate: si, il suo romanzo lascia pensare proprio questo, in ultima analisi. Grazie! :)

    @Adriano: veicolo potente, quello dei fumetti. Cosa hai evocato! :)

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  15. @Guj: mi permetto di suggerirti la lettura di Fahrenheit 451. Ci sono tanti personaggi ( a partire dal nonno di Clarisse ) che raccontano storie. Certo, c'è anche un po' di "ferraglia", più o meno quella che abbiamo nel nostro tempo. :)

    @Staive: oh, ti sei affacciato qui verso sera, l'ora propizia per portare a spasso il pensiero prima di concedergli lo svago dei sogni:) Ciao e grazie!

    @Ally: me la conservo. E' bellissima.!:))

    @Amanda: vedi il caso? Non è a caso!:)
    p.s.
    che è successo? Sono curiosa!

    @Sandro: quindi i libri di fantascienza sono stati una sorta di preludio al Dobson ? :))

    @Cristina: Ho letto solo Cronache marziane e Fahrenheit 451 ma decisamente Bradbury mi pare tutto tranne che un romanziere legato ad un genere. Sono d'accordo con te. Ricordo, a distanza di tempo, situazioni narrative, immagini... Questo vorrà pur voler dire qualcosa! Ho in mente di Fahrenheit 451 la lunga sequenza dell'inseguimento di Faber e poi l'odioso implacabile segugio meccanico e le strade deserte con i rari pedoni intimoriti dalle macchine sfreccianti ad alta velocità...

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  16. mi fanno pena le donne con figli che vogliono mporre la maternità come ideale di vita a quelle che non ne hanno e viceversa quelle che non hanno figli e ne fanno una bandiera esistenziale

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  17. @Amanda: ah, ho capito, stretta tra la madre dei Gracchi e Carrie Bradshaw!Hai tutta la mia comprensione, cara. Baci

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  18. Bello questo tuo blog
    ruggero

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  19. @Ruggero: Grazie! Torna quando vuoi!:)

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  20. Abbiamo scelto la stessa citazione... :-) Io la trovo estremamente significativa, vale per ognuno di noi.

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  21. Un autore visionario e profetico che ho tanto amato.Mi unisco al ricordo, Giacy.

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  22. Un autore che ha previsto con estrema lucidità una realtà che sotto i nostri occhi. Un uomo che ha aiutato molti a riflettere. grazie per questo post.

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  23. Anch'io mi associo a tutti gli altri.
    Qualche turbamento l'ho avuto su quanto da lui scritto, divenuto poi, in parte, giornaliera realtà. Purtroppo.
    Bye&Besos

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  24. @Pim: si, sono stata da te, l'ho vista! :)

    @Nick: sono contenta di condividere con te questa lettura:)

    @Giulia, Nela : tra le tante anticipazioni... gli auricolari ( chiamati nel romanzo conchiglie ). Mi viene in mente questo dettagli quando li vedo ormai alle orecchie di tutti ( me compresa, ammetto ! )

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