mercoledì 30 maggio 2012

Leo Perutz e il Drommetenrot

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J. Brahms 
Il secondo movimento del Trio in si maggiore, i cui ritmi mi hanno tante volte angosciato e scosso: mai sono riuscito a suonarlo fino all'ultima nota senza un profondo abbattimento, pur amandolo di vera passione.
Uno Scherzo, certo. Ma che genere di Scherzo! In esso lievita una terribile allegria, una gaiezza che raggela il sangue. Risa spettrali vorticano nello spazio, un folleggiare cupo, sfrenato e carnecialesco di creature dal piede caprino: questo è l'attacco, così inizia questo scherzo bizzarro. 

domenica 27 maggio 2012

Vispi vitelli volanti






 

Vispi vitelli volanti

vengono in sogno a trovarmi.

Venti violenti e potenti

li fanno restare distanti.

Io non capisco ma apprezzo;

solo li temo pesanti

temo mi caschino addosso

vorrei spostarmi, non posso.

Questo nei sogni succede

nella realtà è un caso raro -

quel che succede nel sogno

capita invero di rado;

capita spesso nel sogno

di stare fermi a guardare

venti vitelli volanti

nel cielo a roteare.

Giuliano 
( qui )


lunedì 21 maggio 2012

Annelies Rhebergen

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"La musica è da sempre la mia verità interiore. Occuparmi di musica può rendermi intensamente felice"




Annelies Rhebergen, olandese, di Enschede, si è accostata alla composizione musicale autonomamente, seguendo un personalissimo percorso formativo. La sua prima opera è nata dalla richiesta di un amico che non riusciva a trovare un brano musicale adatto al battesimo della figlia. Annelies aveva 33 anni e all’epoca suonava la lira. La prima composizione per pianoforte, Michael, è dell’anno successivo






QUI o QUI




Il trittico “Facetten” (Sfaccettature), pubblicato nel 2006, nasce dall'accordo di musica, euritmia e pittura.




"Le mie composizioni sono moderne, ma intenzionalmente melodiose. Esse si formano dalla pura ispirazione, non le posso pensare. In principio c’è sempre un’intuizione.
Mi capita sempre più spesso che i miei pezzi musicali seguano la propria strada, e io devo stare attenta a non intralciarli (…) Mi metto al lavoro con note libere ed intervalli: da dove arrivano, come le ricevo, come suoneranno, cosa mi raccontano, come riesco a passare in una composizione da un tono all’altro? 
           (… )
E sono ancora convinta che bastano poche note per rendere armonico un pezzo musicale."







Links



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venerdì 18 maggio 2012

sottinteso

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"Si ballò per tutta l'estate. Avevo imparato benissimo ed ero diventato uno dei più bravi, tanto che le ragazze si lasciavano invitare volentieri da me, così che io potevo scegliere quelle che più mi piacevano. E appena mi accostavo alla ballerina capivo subito cosa poteva sottintendere quell'abbraccio, ossia un semplice gesto di danza oppure qualcosa di più. Bastava un passo trattenuto o un lieve sfiorarsi dei corpi per cogliere dei segnali di cui avevo imparato a capire i significati. Ormai sentivo che di lì a poco, una di quelle sere, anche a me sarebbe capitata l'occasione favorevole per provare la più attesa emozione della vita".


Ermanno Olmi, Ragazzo della Bovisa    ed. Mondadori




QUI

da Il posto di Ermanno Olmi


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domenica 13 maggio 2012







Ilyas Ahmed, Black Midas (qui)


Ilyas Ahmed è un musicista di origine pakistana. Vive negli Stati Uniti. Non lo conoscevo, poi ho trovato il blog di Allelimo ... ( qui )


giovedì 10 maggio 2012

con- siderare

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Il vero viaggio era dei pellegrini alla volta di un santuario. In apparenza s'inerpicavano su per un'erta, ma in realtà si stavano sollevando al disopra del mondo; in apparenza entravano nel santuario sulla vetta, ma in realtà penetravano la terra abbagliante del divino. Sembrava che percorressero le tappe d' un periplo terreno, ma nel loro intimo era come se s' inoltrassero tra le stelle. Il sentiero di Compostella era la Via Lattea, le cattedrali mariane fra Chartres e Laon disegnavano la costellazione della Vergine, il campo dei Miracoli a Pisa riproduceva il segno dell' Ariete.
Gli antichi tenevano a mente le volte celesti quanto i paesaggi diurni, e sentivano di ogni astro il ritmo come fosse il battito di una creatura viva. Amavano il cielo, se ne sentivano risucchiare.
Tutto ciò che era bello e giusto era astrale, dire d' una persona, d' un luogo che erano stelle esprimeva un'esperienza, una sovrapposizione di immagini. I Latini dissero, per denotare il pensare, con- siderare, stare alle stelle, accanto ad esse, e de- siderare fu il venir meno alle stelle, provare una mancanza.


Paul Klee,  Composizione - Stelle






Santuario era il luogo dove si toccava il cielo con un dito. Plinio nel Panegirico di Traiano scriveva che Giove "risiede manifesto e presente tra are e altari, come sul cielo e sulle stelle".
Per ripristinare nella fantasia l'aura siderale dei santuari (...) possono servire le nude pietre dei templi d' una religione parallela, quella neoplatonica astrale del Rinascimento. Di esse fanno ancora stupendamente fede luoghi come il cortile di palazzo Spada o la Farnesina. I santuari neoplatonoci forse sono ancora visitabili perchè non conobbero oltraggi e viltà postume. Così il Sacro Bosco di Bomarzo, nella costellazione dei templi neoplatonici cimini, può essere accostato, eventualmente in una giornata lievemente piovosa d'autunno.


Elémire Zolla, Aure  ed. Marsilio


Il Bosco Sacro Sacro di Bomazzo
( info )

Salvador Dalì nel Bosco Sacro di Bomarzo
( video )






Qui il sito dell'Associazione Nazionale di Ricerca Elèmire Zolla

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mercoledì 9 maggio 2012

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I had a talk with my woman ( testo )
Tim Buckley ( discografia )
Selezione musicale

venerdì 4 maggio 2012

interni

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"... Ma ciò che mi colpì, fin da quella prima sera, fu senza dubbio la sala da pranzo, in sè, coi suoi mobili di legno rossastro, in stile floreale, col suo vasto camino dalla bocca arcuata e sinuosa, quasi umana, con le sue pareti foderate di cuoio tranne quella, interamente a vetri, inquadrante la buia, silenziosa tempesta del parco come l'oblò del Nautilus: così intima, così riparata, starei per dire così sepolta, ( ... ), a  proteggere quella specie di pigra brace che è tante volte il cuore dei giovani ..."




G. Bassani, Il giardino dei Finzi Contini








"Winston rimase sdraiato sul letto ancora qualche minuto. La stanza si andava oscurando.  Si voltò verso la luce che impallidiva e indugiò a guardare il fermacarte di vetro. La cosa più interessante da guardarsi non era tanto il pezzo di corallo quanto l'interno stesso del vetro. Era così alto e profondo, eppure trasparente come l'aria: Era come se la superficie del vetro fosse la volta del cielo, che racchiudesse un piccolo mondo nella sua atmosfera. Pensava quasi che sarebbe potuto entrare dentro quel vetro, e che, anzi, ci stava già dentro, lui con tutto il letto di mogano, la tavola pieghevole, l'orologio di foggia antica, l'incisione sul caminetto e persino il fermacarte.
Il fermacarte era la stanza dentro la quale lui si trovava, e il corallo era la vita di Julia e la sua unite insieme, fissate in una specie di eternità, nel cuore di cristallo. "




George Orwell, 1984                                                       








QUI



                         


mercoledì 2 maggio 2012

rhythm and rails

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La ascoltavo stamattina in treno, durante l'ultimo segmento del mio viaggio di ritorno dal Sud ( ma il video non è mio )
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