A Parigi, prima di trovare lavoro come sguattero, impegna i vestiti. Percorre lunghi tragitti a piedi con Boris, senza un soldo anche lui, per risparmiare sul biglietto del metrò; esce di soppiatto da una panetteria perchè il conto non è quello minuziosamente calcolato: il pane tagliato dalla ragazza al banco pesa un po' di più di quello che si aspettava. Una volta a Londra, vive per diversi mesi di fette di pane spalmate con un po' di margarina , dorme poche ore per notte in sudici dormitori, il fiato di un altro uomo e lunghe teorie di cimici sul suo corpo; fuma il tabacco che Paddy, un senza fissa dimora trentacinquenne, riesce a ricavare raccogliendo le cicche buttate a terra da chi si affretta a tornare a casa.
George Orwell dal 1928 al 1930 vive così. Si è messo in testa di fare lo scrittore. Dopo aver lasciato un impiego sicuro e redditizio, con qualche risparmio e contando sui proventi di lezioni di inglese, lascia l'Inghilterra e va a Parigi. I soldi finiranno prima del previsto, verrà derubato da un italiano, e le lezioni private sfumeranno; è così che inizia la sua esperienza di miseria e vagabondaggio, preceduta, a Parigi, dal periodo in cui lavora anche diciassette ore al giorno in un Hotel, o, meglio, nei suoi caldissimi sotterranei, come lavapiatti.
foto di George Brassai |
A Londra, sull'Embankment, il lungofiume, si imbatte in Bozo, uno screever, uno di quelli che disegnano coi gessetti sui marciapiedi...
Bozo aveva uno strano modo di parlare, molto lucido ed espressivo e nello stesso tempo molto cockney. Era come se avesse letto buoni libri ma non si fosse mai preoccupato della grammatica. (... )
Bozo sembrava un tipo interessante, ed ero ansioso di conoscerlo meglio. La sera andai di nuovo sull'Embankment per trovarmi con lui, perchè ci eravamo messi d'accordo che avrebbe portato me e Paddy in una locanda a sud del Tamigi. Bozo cancellò dal marciapiede i suoi disegni e contò gli incassi: circa sedici scellini, di cui dodici o tredici, disse, erano di guadagno. Penetrammo nel quartiere di Lambeth. Bozo arrancava lentamente con una strana andatura a gambero, mezzo di fianco, trascinandosi appresso il piede spappolato. Aveva due bastoni uno per mano, e la scatola dei colori a tracolla.
Mentre attraversavamo il ponte si fermò a riposare in una delle balconate affacciate sull'acqua. Stette in silenzio un minuto o due, e con sorpresa mi accorsi che guardava le stelle. Mi toccò il braccio e col bastone indicò il cielo.
- Ehi, guarda là, Aldebaran! Guarda che colore. Come una grande arancia color sangue!
Parlava come un critico d'arte in una galleria di quadri. Ero stupefatto. Confesso che non sapevo quale fosse Aldebaran, e in effetti non avevo mai notato che le stelle avessero colori diversi. Bozo iniziò a darmi qualche lezione di astronomia, indicandomi le costellazioni principali. Sembrava molto preoccupato della mia ignoranza. Io gli dissi sorpreso:
- Sembra proprio che tu sappia un mucchio di cose sulle stelle.
- Non molto, ma un po' si. (...) Le stelle sono uno spettacolo gratuito: non costa niente adoperare gli occhi.
(...)
- Ma non è difficile interessarsi di cose... di cose come le stelle, quando si fa questa vita ?
- Quando si fa lo screever, vuoi dire? Non proprio. Non è detto che uno deve per forza diventare una talpa, cioè non è detto se te lo metti in mente.
- Sembra che abbia quell'effetto su quasi tutti.
- Certamente. Guarda Paddy, quel vecchio buono solo a ingoiar tè e a scovare mozziconi. E' così che vanno a finire quasi tutti. Io li disprezzo. Ma non è detto che si debba finire per forza così. Se hai avuto un po' di istruzione, non importa se poi passi per la strada il resto della tua vita.
- Be', io ho visto che è proprio il contrario - dissi.
- Quando a un uomo gli togli i soldi, sembra che da quel momento non sia più buono a nulla.
- No, non necessariamente. Se te lo metti in mente, puoi vivere alla stessa maniera, ricco o povero che tu sia. Puoi sempre continuare a leggere i tuoi libri e ad avere le tue idee. Basta che tu ti dica " Io sono un uomo libero 'qui dentro!' "- e si toccò la fronte - e sei a posto.
(...)
Quando lo conobbi possedeva soltanto i vestiti che aveva indosso, il necessario per disegnare e alcuni libri. I vestiti erano i soliti stracci dei mendicanti, ma portava colletto e cravatta, e ne andava piuttosto fiero. (...) La gamba offesa continuava a peggiorare e probabilmente Bozo prima o poi sarebbe stato costretto a farsela amputare. (...)
Con tutto questo, non conosceva paura, né rimpianti, né vergogna, né autocommiserazione. Aveva accettato la sua situazione e si era fatto una sua filosofia. Non era colpa sua, diceva, se era un mendicante, e rifiutava di provare rimorsi al riguardo come di affliggersene.
(..)
Era un ateo incallito (...) e in un certo qual modo gli procurava piacere il pensiero che la condizione umana non sarebbe mai migliorata.
George Orwell, Senza un soldo a Parigi e a Londra ed. Mondadori
Links
Parigi : I luoghi di Orwell
Biografia
Mi verrebbe da dire in modo un po' scontato "una lezione di vita".
RispondiEliminaIn realtà sono due: quella di Bozo e l'altra di Orwell. Quel coraggio di entrambi dell'essere i soli arbitri delle loro scelte.
Bye&besos di inizio settimana
Questa vita di stenti e di espedienti, nell'Europa anni 20/30, sembra, paradossi della Storia, molto attuale ... o esagero?
RispondiEliminaCoerenza
RispondiEliminaBisogna esere molto forti, avere uno scopo e ,in qualche modo, sceglierla perchè una vita di stenti possa dare la libertà. Per Orwell, per Bozo, per pochissimi è così...
RispondiEliminaLe reazioni alla povertà sono varie, come gli uomini: quello che più mi impressiona, oggi, sono i ragazzi che vedo dormire per le strade di Milano. Sono tanti. Non sono gli abituè della strada, quelli li riconosci subito. Il classico clochard è un tipo solitario, in genere, schivo, è uno che ha preso batoste nella vita e se ne sta in disparte. I ragazzi per le strade vivono in branco, della vita non sanno quasi nulla , tranne forse cosa significa vivere in una famiglia povera. Si raggruppano alle fermate del metrò di Lampugnano o Bisceglie dove hanno trovato un angolino riparato per poter dormire di giorno, mentre la notte vagano in cerca di qualche occasione per raggranellare qualche euro e comprarsi un cartone di vino. Non so se questi ragazzi guardano il cielo, certo preferiscono non guardare a terra.
RispondiEliminaUna citazione che mi riporta di prepotenza non tanto all'Orwell grande autore, ma alla vita da boheme condotta in Parigi, prima e dopo di lui, da diversi illustri artisti, ma ancor più da innumerevoli sconosciuti immigrati e profughi politici, specie del periodo in questione, in quella che fu - spero torni ad esserlo! - l'ospitale Ville Lumiere.
RispondiEliminaForse non un maestro di stile, ma uno che dell'umanità aveva capito tutto prima di tutti. Bella la sua determinazione nel voler essere scrittore: non può che rendermelo fratello...
RispondiElimina(Ma guarda un po' se non doveva essere proprio un cazzo d'italiano a derubarlo... :D)
Baci8
Splendido!
RispondiEliminaQuesta è proprio una questione di stile personale, dove per stile non s'intende la ciliegina sulla torta ma la torta!
Quando ho letto il nome Bozo ho avuto un tuffo al cuore, avevo una chitarra a dodici corde che si chiamava così, prendendeva il nome del liutaio che le costruiva, Bozo Podunavac.
:)
Un abbraccione
Grandi personaggi, quello diventato famoso e quello che viene ricordato solo perchè il primo ha scritto di lui.
RispondiEliminaGiusto,forse,così, anche se forse l'artista era soprattutto,nella sua semplicità,il secondo.
@Nela: sono tanti i passi del romanzo-documento che avrei voluto riportare. Ho scelto questo per il motivo che hai colto tu. :)
RispondiElimina@Ally: si, ci pensavo mentre scrivevo l'introduzione e sceglievo il passo...
@Amanda: a proposito di coerenza, una delle frasi di Orwell che non dimentico è . " a cinquant'anni ognuno ha la faccia che si merita ". Chissà cosa avrebbe detto della mia...:)
@Grazia: se lo scopo è quello di rimanere fedeli a se stessi forse si può sopportare qualsiasi cosa. In questo caso la consolazione è data dal rispetto che si può continuare ad avere di sè. In 1984 a Winston Smith viene tolto proprio questo...
@Guy: Bozo ha una storia.
RispondiEliminaFiglio di un libraio, una volta fallita l'attività paterna, cerca un'occupazione e va a fare l'imbianchino; fa poi la guerra in Francia ed in India. La sua situazione precipita dopo la morte della sua fidanzata. Bozo inizia a bere e malfermo cade da un'impalcatura compromettendo il piede destro. E'così che, dopo aver cercato inutilmente un altro lavoro, inizia a far lo screever.
I ragazzi di Milano non so quale storia abbiano ma , come te, ho paura che abbiano ancora meno cose o persone cui appigliarsi.
@Adriano: si, hai ragione e tra i tanti nomi anche il mio amato Paul Auster :)
@Nick. ho letto che Orwell ha cercato di affinare il suo stile, inizialmente acerbo. Penso però che il suo apprendistato non sia durato poi tanto a giudicare dalla passione con cui leggo le sue opere. 1984 è forse il romanzo più lento, anche se quello più denso nei contenuti. Ho letto praticamente tutte le sue opere e non mi sembra che abbia incertezze. Sono curiosa di sapere cosa non ti convince. :)
baci8
@Giacynta: perchè della mia? :)
RispondiElimina@Sandro: ho visto la foto del tuo Bozo. Una bella faccia ( vedi commento più sopra ). :)
RispondiElimina@Costantino: conoscendo la biografia di Orwell ( ma forse la conosci già ), proveresti simpatia anche per lui. :)
@Amanda: da lui di sicuro non lo sapremo mai; aspetteremo speranzose un onesto "well, fine" chissà da chi:)
Orwell è un mito, e per me lo è stato.
RispondiEliminati aspetto con "Omaggio alla Catalogna" o "Fiorirà l'aspidistra"?
Si, hai indovinato le mie intenzioni:) Il prossimo però sarà " La figlia del reverendo " ( il titolo è quello che è ma il romanzo ha dei momenti memorabili ).
RispondiEliminaQuando una passione vera e profonda diventa ragione di vita...
RispondiEliminaaltri tempi ?
RispondiEliminaLa libertà richiede sempre un prezzo molto alto da pagare e le colonie di cimici e la puzza di umanità lercia, non sono che scenografia nel più ampio teatro di una realtà che ti trascina nel proprio vortice di emarginazione...
RispondiEliminabaci
Non è che non mi convinca (e inoltre ho letto poco per un giudizio deciso, solo 1984 e La fattoria degli animali, ed è passato parecchio tempo). Dico solo che non mi sembrava possedere il tocco effervescente e pirotecnico, personalissimo e ispirato che tanto amo negli scrittori miei preferiti (ai quali si è di recente aggiunto lo strepitoso Gary, grazie a Te!)... ripeto, è passato del tempo e potrei avere un ricordo distorto, ma sono anche sicuro che in caso contrario sarebbe scoccata quella scintilla che mi avrebbe portato a voler leggere tutto di lui...
RispondiElimina@Sandra: infatti. Ciao, carissima!
RispondiElimina@Giardy: domanda retorica di questi tempi. Ciao e grazie!
@Maria: chi ha un po' di dignità rischia di rimanere ai margini. E' un problema che in termini solo apparentemente diversi affrontavo ieri in un blog di un amico.
@Nick: effettivamente effervescente forse ( quante effe!! ) non lo è.:)
In ogni caso, se continuerai a seguirmi, lo conoscerai un po' di più. Ho intenzione di presentare tutto ciò che ho letto. :)
Sono contenta che ti piaccia Gary e non avevo dubbi a questo riguardo!;)
Ho letto 1984 e la fattoria degli animali......li ritengo dei capolavori...per i tempi in cui Orwell li ha scritti, anticipando di molto quello che siamo oggi.....
RispondiEliminalo trovo assolutamente avanti.....
Spesso vivere un esitenza dura piena di difficoltà ti porta ad osservare il mondo con altri occhi...cadono i veli dell'illusione....e vedi la realtà della vita in maniera più autentica...chi non ha letto niente di Orwell dovrebbe propio farlo......
mi piacerebbe riuscire a vedere la vita come Bozo, libero dentro e fuori, ma purtroppo siamo ingabbiati in una specie di prigione dorata in cui il denaro detta legge e fa molta differenza l'avercelo dal non avercelo... ma come si fa a liberarsi dal potere del denaro??? :(
RispondiElimina@Cristina: non aggiungo altro al tuo commento. Sono d'accordo con te. Ciao e grazie!
RispondiElimina@Monica: non c'è sempre stato il capitalismo, non c'è sempre stato il consumismo...eppure si viveva. Dall'intontimento ci si libera iniziando a prenderne atto. Poi ci sono questioni di tipo morale... Bisognerebbe bandire l'avidità. Non so se gli ingredienti bastano. Dante forse direbbe di sì:)
Avevo letto La fattoria degli animali e 1984
RispondiEliminama non sapevo nulla della sua vita, mai letta alcuna biografia.
Ti ringrazio di aver colmato in parte la lacuna, e di avermi spronata a leggerne ancora.
ciao
cri
@Cristina: Grazie a te per esserti fermata un po' qui. Bacio
RispondiElimina..." puoi vivere alla stessa maniera, ricco o povero che tu sia. Puoi sempre continuare a leggere i tuoi libri e ad avere le tue idee. Basta che tu ti dica " Io sono un uomo libero 'qui dentro!' "- e si toccò la fronte - e sei a posto."
RispondiElimina- Questa non è una grande libertà che sa dare una triste felicità? -
Sai che "1984" è finalmente sul comodino, ho letto solo un po' di biografia e me ne sto già innamorando, e non sono l'unica...
Leggerò in maggior compagnia, dopo il tuo post ;)
1984 è, a mio avviso, un romanzo importante più che dal punto di vista letterario, da quello sociologico. Rende evidenti dinamiche e meccanismi di un rapporto, quello tra l'individuo e il potere. Si descrive la maniera in cui un individuo viene spogliato di tutto...fino a non avere più niente di suo. Forse per questo Bozo mi piace, riesce a non farsi schiacciare. Certo, come ben dici, la felicità non può che essere venata di tristezza se si pensa che si tratta di una conquista sofferta...e non per tutti.
RispondiEliminaCiao e grazie!
e Bozo non diventa schiavo della sua condizione perchè ne è consapevole e riesce a continuare ad essere libero nei pensieri anche se è schiavo della sua povera sopravvivenza, ma è felice? Forse a momenti, quando guarda il cielo... io non conosco che quello che hai scritto.
RispondiEliminaCiao Giacinta