Seguo, nel loro percorso, gli autori che mi piacciono e mi procuro, man mano che vengono pubblicate, le loro opere. Così ieri pomeriggio sono tornata a casa con “ Una forma di vita”, il romanzo più recente di Amelie Nothomb. Per chi non la conoscesse, è una scrittrice belga. Ha trascorso diversi anni della sua vita in Giappone ed in altri luoghi del mondo ( il padre è stato un diplomatico ) e sin da bambina ha preso confidenza con la scrittura attraverso l’attività epistolare, in un primo tempo indotta ( la madre le chiedeva di scrivere al nonno lontano una lettera alla settimana ), poi, via via, cercata, desiderata.
Rari sono gli individui la cui compagnia è per me più piacevole di quanto lo sarebbe una loro missiva – ammesso, ovviamente, che possiedano un minimo di talento epistolare. Per la maggior parte della gente una simile affermazione costituisce l’ammissione di una debolezza, di un deficit di energia, di un’incapacità ad affrontare il reale. “ Lei non ama le persone in carne ed ossa” mi hanno detto spesso. Insorgo. Perché gli individui dovrebbero essere più veri quando li hai di fronte? (…)
Ad ogni modo, anche quando amo qualcuno al punto di vivere con lui, ho bisogno che mi scriva: un legame non mi sembra completo se non implica una quota di corrispondenza. Ci sono persone che conosco unicamente per lettera. Certo, sarei curiosa di vederle, ma non è affatto indispensabile. E incontrarle non sarebbe privo di conseguenze... In questo, la corrispondenza si riallaccia a un’ importante questione letteraria:bisogna conoscere gli scrittori?
Non c’è una risposta perché ce ne sono troppe. (…)
Con i corrispondenti regna un’ identica assenza di legge. Per natura tendo a non incontrarli, non per prudenza ma per il motivo espresso in modo sublime in una prefazione proustiana: la lettura consente di scoprire l’altro conservando la profondità che si ha unicamente quando si è soli.
Ho trascorso una piacevolissima serata leggendo il suo ultimo libro
.Qui qualcosa su Amélie
N.B.
La parte in corsivo è tratta da Una forma di vita di Amelie Nothomb ed. Voland
Una riflessione, quella hai riportato dal libro, che sento molto anche mia.
RispondiEliminaIn qualche modo, si potrebbe dire lo stesso del mondo virtuale.
Ma il fascino dello scrivere e del leggere, di creare una conoscenza, sicuramente più intima, attraverso le epistole, è davvero commovente.
Soprattutto in questi tempi frettolosi ...
Grazie Giacynta per questo bel post!
Lara
ecco forse un anno e mezzo fa avrei preso con le molle queste affermazioni, ma da quando, grazie al blog, ho bellissime relazioni con persone che non ho mai visto prima o che ho conosciuto solo dopo esserci scritti per mesi, e non per questo, tali relazioni sono meno intense di quanto non lo siano quelle con i miei amici in carne ed ossa non faccio altro che sottoscrivere. Tuttavia incontrare alcune delle persone con le quali mi sono scritta per mesi non ha affatto deteriorato i nostri rapporti, anzi ci ha confermato le affinità elettive
RispondiEliminaSono spesso scettica verso quelli che vengono definiti “casi letterari”. Amelie Nothomb, quindi, l‘ho sempre guardata con diffidenza. Però le frasi che hai riportato e la tua opinione hanno aperto uno spiraglio. Mi suggerisci un titolo?
RispondiEliminaBuona giornata mia cara!
spunti affascinanti e condivisibili, anche se non mi conquista molto la sua scrittura (ma forse il brano è troppo breve per giudicare).
RispondiEliminamagari è solo maltradotta... "missiva", "talento epistolare" ecc... un sacco di termini ed espressioni che non mi spingono a simpatizzare con colei che scrive...
@Lara : Ho pensato anch'io al mondo virtuale, leggendo il passo...
RispondiEliminaGrazie per essere passata di qui!
@Amanda: E'davvero incredibile pensare che da qualche tempo ci ritroviamo nei nostri blog a condividere tempo, esperienze, stati emotivi... :-))))
@Barbara: E' un'autrice che seguo da diversi anni. Ho iniziato con "Metafisica dei tubi" che mia cugina ( ciao Pina! ) mi diede da leggere durante una dei miei soggiorni periodici al Sud; poi ho comprato tutto ciò che è stato tradotto. Lo scritto che più mi è caro è " Mercurio ". E'quello che ti suggerisco. :-))))
@Nick: Peccato tu abbia avuto questa impressione. A me piace il suo modo di scrivere. Amelìe è incisiva, ha una stile asciutto. Bellissimi i dialoghi di " Mercurio". A volte è spietata al modo delle persone delicate quando si incazzano. Guarda cosa dice a proposito della parola sincerità :" Adoro il gusto del miele." La parola "sincero", oggi così di moda, gli deve la propria etimologia: Sine cera, letteralmente " senza cera", indicava il miele purificato, di qualità superiore . (...) Le tante persone che oggi abusano della parola "sincerità" dovrebbero fare una cura a base di miele per ricordarsi di cosa stanno parlando."
Nei suoi romanzi è sempre a caccia di inganni ed autoinganni. Mi piace per questo. Certo, non tutto ciò che ha pubblicato è memorabile, ma, penso, sarebbe la prima ad ammetterlo.
Non nasconde neanche la sua formazione d'elite, nè la sua insofferenza per la diffusa mancanza di sensibilità che ad alcuni può parere snobismo ( se c'è, è ben indirizzato ). Ci vuol coraggio anche per questo.
Grazie per esserti fermato un po' qui! :-))))
preziose informazioni
RispondiEliminane farò tesoro.
mi fa ricordare un libro letto alcuni anni fa, un affascinante epistolario tra una lettrice e un libraio, che non si incontrarono mai.
eppure...
Cara Giacynta,
RispondiEliminaquesto brano mi ha colpita molto, soprattutto per per questo passo "Ci sono persone che conosco unicamente per lettera. Certo, sarei curiosa di vederle, ma non è affatto indispensabile. E incontrarle non sarebbe privo di conseguenze."
E' proprio quello che provo, in questo periodo, per i rapporti personali nel mondo virtuale
Forse è un pò la stessa riflessione di Lara.
Grazie per averlo proposto
A presto.
Lessi "Igiene dell'assassino", che l'ha fatta conoscere. Interessante, originale, poi l'ho persa di vista...
RispondiEliminaecco, dopo questa cosa del miele e della sincerità mi piace già di più... :D
RispondiEliminaBonne nuit!
Vado un po' fuori tema per dire che occorrono forti motivazioni per scrivere intensamente in forma epistolare, non solo oggi allorché si tratta di una consuetudine ormai desueta.
RispondiElimina@Cris: Penso ti piacerà. Il libro che ricordi sembra interessante. Chissà se a qualcuno viene in mente il titolo... ( è un appello! )
RispondiEliminaUn bacio, cara!
@Zicin: E' passato un anno, eppure non riesco ancora a realizzare di avere a disposizione questa incredibile possibilità di incontro...
Un abbraccio
@Pim: "Igiene dell'assassino" è lo scritto che le ha consentito di farsi conoscere e, come dici tu, è interessante per come è concepito ma ce ne sono alti meglio costruiti. Penso a "Mercurio", " Stupori e tremori" o "Le catilinarie". "Metafisica dei tubi" è un po' "datato" ma è divertente per il modo in cui gioca con le parole.
Un caro saluto.
@Nick: Aspetta... Come faceva la canzoncina di Mary Poppins? :-))))
@Adriano: Non vai fuori tema, carissimo! Amelìe nel libro parla proprio di questo. Pensa che intrattiene personalmente, senza mediatori, un costante rapporto epistolare con i propri lettori. Nel libro fa un inventario delle tipologie di lettera che le vengono inviate. Solitamente cestina i plichi ponderosi. Sostiene che li invia è persona poco rispettosa e non degna di considerazione.
Baci
@Scusate gli errori, ne ho seminati diversi, in tutti i miei commenti, vedo!
RispondiEliminaUltimamente sono un po' distratta...
Baci
Già è un po' come nelle amicizie da blog e negli scambi di parole che ne derivano... Ciascuno immagina come saranno di persona Giacynta o pim, rom, ilsoprammobile e aria... Ma potrebbe essere una amara delusione incontrarli di persona... -:)
RispondiElimina@Guglielmo: In caso di amara delusione,attribuirei, comunque, la responsabilità a chi immagina, più che a chi è immaginato. A volte le aspettative sono proporzionali ai bisogni ed ai desideri.
RispondiEliminaPenso che un blog sia abbastanza rappresentativo della persona che lo gestisce( con i post ed i commenti). A me capita subito di avere un certa percezione... Mi accorgo se qualcuno, per esempio, è egoista piuttosto che generoso e così via... Non penso, sia possibile "barare"...
Un bacio
Anch'io come Barbara ho sempre avuto una diffidenza per la scrittrice in questione.
RispondiEliminaIl brano che hai riportato le rende però giustizia (semmai ce ne fosse bisogno). Quanto al conoscere lo scrittore, condivido in pieno: troppe le risposte alla sua domanda, perché troppe e assai diverse sono state le mie reazioni nell'avvicinarli, ché poi è molto diverso dal conoscerli.
Bye&besos
"la lettura consente di scoprire l’altro conservando la profondità che si ha unicamente quando si è soli."
RispondiEliminaQuesta è una grande, e bella, verità. Ciao Giacinta.
@Nela: Giustissima la tua osservazione! Condivido.
RispondiElimina:-))))
@Eugenio: E' la frase che preferisco.:-))))
io ho letto molto di questa autrice, dalla Metafisica dei tubi passando per la Biografia della fame...
RispondiEliminaa volte vengo preso da una sensazione di gelo ...
Non ho mai letto nulla di Amelie Nothomb, ma condivido totalmente queste sue affermazioni. Sarebbe il mio ideale di donna ;)
RispondiEliminapurtroppo non ho letto nessun romanzo della Nothomb ma la citazione ha un suo fascino. In effetti anche a me piace molto il rapporto epistolare, c'è qualcosa in più nella scrittura che spesso di persona non si riesce o non si vuole dire...
RispondiEliminaNon ci conosciamo, ma mi ritrovo con quello che dici intorno alle parole scritte, se ben scritte... Quando però mi piacciono le parole voglio conoscere chi le ha scritte perchè sicuramente per me vale...
RispondiEliminaNon lo so, non lo so se si possa dire di conoscere davvero una persona se non ci si ritrova, almeno una volta, in sua presenza e la si guarda, la si annusa, la si vede muoversi nello spazio e si notano tutti quei particolari insignificanti che invece possono rendercela ancora più cara (il modo in cui si scosta i capelli dalla fronte, il movimento delle dita delle mani mentre parla, cose così).
RispondiEliminaDetto ciò, mi pare verissimo ciò che diceva Proust: sarebbe bello, però, riuscire a conservare quella profondità anche davanti all'altro e insieme all'altro. Sento che non è impossibile.
(Giacinta carissima! Un grazie per la musica, bellissima! Amo molto Tiersen)
@Giardy: Sai che non ho mai avuto quest'impressione? Probabilmente è l'attitudine di Amelìe all' analisi che la determina. Chissà, magari a me non fa quest'effetto perchè ho lo stesso vizio ( sigh! )
RispondiElimina@Ally: Anch'io trovo interessante il suo modo di porsi. Più che sull'ormone, fa leva sul neurone... In questi tempi di bunga, sei decisamente in controtendenza! :-))))
@Turista: c'è qualcosa in più (la riflessione,la concentrazione, l'assenza di un feedback immediato, o della possibilità di un'interruzione...) e qualcosa in meno, forse.:-))))
@alicemate: benvenuta nella fabbrica di cioccolato! ( E' quella che vedi nell'intestazione del mio blog )
Tornando al tema del post, devo dirti che desidero anch'io vedere le persone con cui corrispondo, ma non in maniera spasmodica. L'immaginazione supplisce egregiamente all'impossibilità di un contatto diretto :-))))
Duck:Bella la tua osservazione. Sei sempre acuta e propositiva. Mi hai fatto pensare al correlativo oggettivo eliotiano. In effetti abbiamo bisogno di oggettivizzare, di dare una forma concreta a ciò che non la ha ( pensieri, emozioni... ), di associarle un dettaglio, un particore sensibile.
Un bacio a tutti e buon weekend
Baci a tutti e buon weekend!
questo post evoca bellissime sensazioni! sono certo che leggerò qualcosa di Amélie! Un bacione Giacynta! Buon weekend! :-)))
RispondiEliminaGrazie, Cristina! Mi dirai, allora...
RispondiEliminaSono contenta di averti invogliato a leggere Mercurio. Se non ricordo male, prima di considerarne la lettura, nutrivi qualche perplessità sull'autrice. Anche questo nuovo libro non ti deluderà, penso! :-))))
RispondiEliminaE' incredibile come Amélie Nothomb, come un orologio svizzero, pubblichi sempre un libro all'anno. E credo che siano tutti originali, particolari. Poi sono cortissimi, poco più che un racconto. Verissimo quello che dice Carmen: purtroppo ci sono nuances che in italiano si perdono. Io avevo letto "Journal d'Hirondelle" in lingua originale).
RispondiElimina@Stefania: Grazie, cara, per esserti fermata un po'qui. Mi riprometto di visitare il tuo bel blog con calma ( l'ho appena spiato ). La Nothomb è una scrittrice che seguo proprio perché ne apprezzo lo stile asciutto. Pur essendo brevi, i suoi scritti mi lasciano quasi sempre appagata. A presto, spero!
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