Si sa, i corvi della Torre di Londra godono di buona salute , protetti dagli Yeomen Warders, i guardiani dello storico sito, e non potrebbe essere altrimenti , visto che, secondo una leggenda , la scomparsa dei corvi sarebbe immediamente seguita da quella della monarchia.
Meno noto è ciò che Cervantes fa dire a don Chisciotte a proposito dei corvi inglesi:
" ... Come gli sentirono dire queste cose, lo presero tutti per pazzo; e per meglio sincerarsene, e rendersi conto di che genere di pazzia fosse il suo, Vivaldo tornò a chiedergli che cosa s'intendesse in realtà per cavalieri erranti. - Non hanno letto lor signori - rispose don Chisciotte - gli annali e le storie d'Inghilterra in cui sono trattate le gesta del re Arturo, che noi comunemente nel nostro volgare castigliano chiamamo il re Artù, intorno al quale esiste in tutto il regno di Gran Bretagna l'antica leggenda che quel re non sia morto, ma che per virtù di incantesimo si sia convertito in corvo, e che col volgere degli anni dovrà ritornare a regnare, riconquistando il suo regno e lo scettro? Tant'è vero che da quel tempo ad oggi non si troverà un solo inglese che abbia ucciso mai un corvo."
da Don Chisciotte della Mancia di Miguel de Cervantes Ed. Einaudi
Andiamo per enigmi, eh, Giacynta? Intanto, ho ingrandito la foto per vedere meglio la Tavola Rotonda di Winchester (il tutto desunto dal nome del jpeg, in verità). Detta più seriamente, hai evocato una serie di vicende e di storie veramente ponderosa, dalla nascita del mito di Re Artù passando per tutto quello che ha visto nei secoli la Torre di Londra per approdare, una volta di più, a Cervantes, così grande da temere di aggiungere parola. Una buona domenica!
RispondiEliminaCaro Adriano, ho l'impressione che tu mi veda più criptica e misteriosa di quanto in realtà io sia e la cosa, devo confessarlo, un pò mi lusinga; ad essere onesti, però, in questo caso non c'è alcun enigma, solo un ricordo ed una recente lettura ( quella di Don Chisciotte ). Quando, diversi anni fa, visitai la Torre di Londra, rimasi colpita dai numerosi e ben pasciuti corvi che si aggivano indisturbati nei cortili, aristocraticamente infastiditi dalla presenza dei turisti. Qualche giorno fa, il cavaliere errante mi ha fatto ripensare a quei momenti e così è nato il post. Se scorri la playlist musicale troverai un riferimento ad Avalon, ho inserito un brano dei Roxy Music!
RispondiEliminaUn abbraccio,
Giacinta
Molto interesante, in verità e Chisciotte è sempre una scoperta, una continua scoperta.
RispondiEliminaIl corvo è anche un simbolo alchemico, l'Opera al nero, lo stato delle cose prima che sopraggiunga l'Albedo.
ciao
bella musica
Delle 2 spiegazioni del perchè gli inglesi non uccidono i corvi, preferisco credere alla seconda, del caro, e gentile Don Chisciotte!
RispondiEliminaE' un personaggio che amo, e che penso troppo superficialmente maltrattato e declassato a macchietta.
Il mio Cavaliere preferito, è invece un poeta, non a caso abbina il corvo ad Artù!
Grazie cara Giacynta per averlo ricordato, a me fa tanta tenerezza...
Abbraccio.
Cristina : Grazie, cara! mi hai indotto a cercare informazioni su termini alchemici che non conoscevo. Quindi la nigredo sarebbe una sorta di " morte dell'io ", dei desideri individuali, necessaria per passare agli stadi successivi... Molto suggestivo!
RispondiEliminaGianni : Non può non prendere le parti di don Chisciotte chi ama i libri e quindi capisco la tua protesta. In questo caso, il cavaliere dalla trista figura si limita a riportare quanto letto, immagino, nei poemi del ciclo bretone e arturiano, quindi non ha colpa! Buona domenica e grazie per esserti fermato qui.
Questa davvero mi mancava!!
RispondiEliminaSono stata da poco in Inghilterra e questi grossi uccelli volano davvero indisturbati ovunque, anche nel giardino di casa di mia zia, e lì si vede il gap culturale, a me fanno paura (sono davvero enormi!) e lei neanche se ne accorge...
Si, Clode, è qualcosa che aveva colpito anche me. I corvi non mi intimoriscono, ma quelli inglesi, sia per la loro mole, sia per l'impertubabilità che mantengono anche in ambienti decisamente umanizzati ( turistici ) si fanno decisamente notare.
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