mercoledì 18 gennaio 2012

Arcata

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E' una cittadina sulla costa del Pacifico, nella California del Nord, vicino al confine di Stato con L'Oregon. Cielo perennemente grigio, nebbia che sale dall'oceano. Ci sono stato più di una volta, mai un raggio di sole. Viverci? Per penitenza, forse. (...)
Le foreste di redwoods sono straordinariamente lugubri. Sorgono in aree di nebbie perenni perchè hanno costante bisogno di umidità. Colonne gigantesche, vecchie anche qualche migliaio d'anni, che si ergono in mezzo a grandi banchi di nebbia; in basso oscurità assoluta e assenza di qualunque sottobosco. Se uno di questi colossi cade, dalla sua carcassa spuntano immediatamente dei germogli che si slanciano verso il cielo.


Czelaw Milosz, Abbecedario







23 commenti:

  1. Molto affascinante questo posto...onirici, irreali...mi viene in mente l'ambientazione di certi film!
    bacioni!

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  2. Potrebbe essere un luogo uscito dalla penna di Alfred Kubin, quello che scrisse "L'altra parte", in cui il sole non riusciva mai a penetrare la costante ed uggiosa coltre di nubi che piangevano una eterna pioggerellina, ammantando tutto di grigio.

    Un saluto con abbraccione

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  3. Be', come scrittore potrebbe essere un soggiorno consigliabile: potrebbe ispirare un bel gotico-noir... a patto di uscire vivi da tutta quella nebbia... Forse è meglio il mare d'inverno. Sempre ameno, magico, ricco d'ispirazione per l'artista eremita, ma con un poco di sole, ogni tanto.

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  4. mi stupisce sempre lo spirito di adattamento degli uomini dalla natura più inospitale alle metropoli più invivibili tu pensi qui proprio no eppure

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  5. Magico luogo ed inquietante, anche nella sua incredibile vitalità: che immagine potente quella dei germogli che, caduto l'albero, immediatamente si spingono verso quel poco di luce di cui hanno bisogno per sopravvivere.
    Un abbraccio affettuoso

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  6. @Cristina: a proposito di film, ti sembrerà forse azzardato, ma le foreste di sequoie mi fanno pensare a "2001 odissea nello spazio", a qualcosa di primitivo, originario che ottusamente abbiamo rimosso ma che c'è, nonostante il PC che adesso sto utilizzando per comunicare con te e ogni tipo di acquisizione tecnologica. :)

    @ruhevoll: non conosco. Hai acceso la mia curiosità. Vado a documentarmi:)

    @Nick: A patto di uscire vivi... o diversi. Comunque, pensa, a non molta distanza dalla foresta, c'è la costa e il Pacifico!
    p.s.
    Sapevo che avresti giudicato inquietante il post, ormai un po' ti conosco...:)

    @Amanda: ci vivono essenzialmente le famiglie dei tagliaboschi...:)

    @Duck: sto leggendo in questi giorni Abbecedario, il libro di Milosz da cui ho tratto il passo. E' un testo ricco di riferimenti. Avrei potuto postare tante altre cose, forse più interessanti, ma questo passo ha esercitato su di me una attrazione forte, forse perchè mi è capitato di sentire quello che una foresta trasmette. Il senso del sacro una volta era più accentuato perchè il contatto con l'ambiente naturale era quotidiano. Proprio ieri ho visto "L'ultima onda" di P.Weir. Forse anche per questo stamattina sono stata indotta a pubblicare questo post.:)

    Grazie e baci a tutti

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  7. Aiuto anche qui la nebbia? ;) ... bello e suggestivo da leggere e vedere.

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  8. @Simona: si, un po' come la Natura di leopardiana memoria...Ciao! :)

    @Ally : nonsolonellapalude :)

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  9. E' più forte di me. Mi viene da pensare ad esploratori antichi, specie francesi, che forse videro dal mare quelle foreste. Ai nativi. Al terribile arrivo dei coloni.

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  10. Suggestivo il tuo post.Leggendolo mi è venuta a mente una foresta pluviale che ho visto in Australia ( visto che hai citato Peter Weir). Devo dire che, circondata da tutto quel verde trionfante e quasi insolente mi sono sentita impaurita. È la sensazione che mi dà l'immagine e il racconto come si riferissero a una terra primordiale, grigia e priva di sole.

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  11. @Adriano, Grazia: evocativi e suggestivi anche i vostri commenti: epoche e terre diverse e la sensazione che poco cambi negli ambienti naturali ancora intatti. Buona giornata, carissimi.

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  12. Quando si dice la forza della natura: se da un albero caduto scaturiscono germogli, vorremmo che lo stesso accadesse in Amazzonia e in altre parti del mondo dove parti di foresta vengono abbattute. La foto mi ha riportato alla mente il film The Village. Film inquietante quasi come Picnic a Hanging Rock. Bye&besos

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  13. Pensavo che la provincia di Milano fosse più vicina...-:)))
    Non ho visto le sequoie, però ... qualcuno deve averle fregate -:)))

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  14. Paesaggio ricco di fascino e di mistero, come la vita stessa che emerge dalla terra con tutta la sua forza per proiettarsi verso il cielo nel cercare la luce.
    Volevo ringrafiarti anche del post che hai dedicato alla violoncellista, davvero barava!

    Un caro saluto
    Cri

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  15. @Nela: Non ho visto quel film. Immagino sia significativo. Grazie, cara.:)

    @Guglielmo: non ci crederai ma qualcuno le ha fregate.:) Ti riporto quanto ho trovato in rete:

    Dove vedere le sequoie in Italia.

    Alcune decine di sequoie, piantate il secolo scorso nei giardini italiani, sono classificate tra gli alberi monumentali del nostro paese. Più o meno coeve, hanno altezza variabile da 30 m (esemplare di Sequoiadendron giganteum in località Colleascine di Aprigliano, in provincia di Cosenza) a 50 m (Sequoia sempervirens nella Riserva Naturale Speciale della Regione Piemonte “Parco Burcina” di Pollone, presso Biella). Per ragioni storiche e climatiche, proprio nel Biellese vive il nucleo più consistente di sequoie considerevoli: nel sanatorio di Bioglio, nei grandi giardini ottocenteschi delle ville Canale-Majet e Sella di Mosso Santa Maria, Frassinetti e Piacenza di Pollone, nel parco del Monastero della località San Gerolamo di Biella. Il clima umido e temperato prealpino, dal Piemonte all’Alto Adige, sembra aver favorito lo sviluppo di questi giganti naturali, che lungo la penisola diventano rari proprio per le condizioni pedoclimatiche inadeguate dell’ambiente mediterraneo. Sequoie disegnano lo skyline nel centro abitato di Roccavione (Cuneo), in viale Dante a Torre Pellice (Torino), nel parco Agliardi di Paladina (Bergamo); svettano sottili e solide all’Alpe Vice Re di Albavilla, a Villa Amman di Elio e a Villa Cornaggia Medici di Merate (le tre località sono in provincia di Como), a Villa Riva di Maccagno (Varese), a Appiano, Lana, Salorno e San Pancrazio in provincia di Bolzano. Purtroppo la sequoia mammut di 43 metri di altezza e oltre 5 m di circonferenza di Villazzano di Trento ha ormai la cima disseccata.

    @Cri: è il mio strumento preferito in assoluto. Da tempo pensavo di redigere una sorta di piccolo inventario dei musicisti che più mi piacciono. Grazie per esserti fermata un po' da me.:)

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  16. Ripasso per dirti che anche i due violoncellisti dell'ultimo post sono molto bravi ed è interessante sentire questo strumento suonato in modo del tutto diverso dal solito.
    Ti auguro una buona serata

    Cri

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  17. prova ad ascoltare la loro versione di "with or without you" degli U2. Merita. Buonanotte, carissima!

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  18. Ho letto attentamente dove stavano le sequoie in Italia, ma non è citato il mio paesello dove, inspiegabilmente ce n'è una in un giardino; è alta solo 20 metri, forse è per questo che non è citata... -:)))

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  19. @Guglielmo: una nanerottola!:))

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  20. cattedrali nella nebbia...
    una foresta gotica.
    la tua descrizione fa venire comunque la voglia di vederla.

    m.

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  21. ... e Milosz si fa davvero leggere. Ho già preso un altro suo libro!
    Grazie, carissima.

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  22. Volevo dirti che ho ascoltato il brano che mi hai consigliatoe che avevi ragione, valeva davvero la pena:sono fantastici!

    Un abbraccione
    Cri

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