giovedì 6 ottobre 2011

autobus



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Una sera, nell'autobus, c'erano due innamorati. La ragazza era seduta proprio dinanzi a noi, il suo compagno le stava ritto accanto, tenendosi attaccato con una mano alla cinghia. Bergmann ne fu deliziato.
- Vedi il modo in cui lui sta in piedi? Non si guardano neppure. Potrebbero essere due estranei. E tuttavia continuano a toccarsi, come per caso. Guarda ora: le loro labbra si muovono. E' così che parlano due persone, quando sono felici e al buio, sole sole. Guardali, è già come se fossero nelle braccia l'uno dell'altra, a letto. Buona notte, miei cari. Non vogliamo ficcare il naso nei vostri segreti -.

Christopher  Isherwood, La violetta del Prater









Nella vita di ognuno esistono momenti - quando la porta sbattuta all'improvviso e senza alcun visibile motivo di colpo si riapre, quando lo spioncino chiuso un attimo fa viene di nuovo aperto, quando un brusco "no" che sembrava irrevocabile si trasforma in forse-, momenti in cui il mondo intorno a noi si trasfigura, e noi stessi ci riempiamo di speranza come di nuovo sangue. E' stata  concessa una proroga a qualcosa di ineuttabile, definitivo; il verdetto del giudice, del dottore, del console è stato rinviato. (...)
Ciò accadde anche a me quella sera, quando accanto a Ejnar facevo la fila aspettando l'autobus che avrebbe portato all'aeroporto Le Bourget i passeggeri in partenza per Stoccolma. Lui partiva, io restavo.

Nina Berberova, Il giunco mormorante










 Ho dovuto correre per non perdere l'autobus. La gran fretta, la corsa, certo è per questo, oltre alle scosse, all'odor di benzina, al riverbero della strada e del cielo, che presto mi sono assopito. Ho dormito quasi tutto il percorso. E quando mi sono svegliato ero addossato ad un militare che mi ha sorriso e mi ha chiesto se venivo da lontano. Ho detto "Si" per non dover più parlare.

Albert Camus, Lo straniero









22 commenti:

  1. Così diversi e così immensamente belli, questi frammenti. Che compagnia fanno, alla mente e all'anima, questi meravigliosi fratelli nella scrittura...
    Grazie!

    p.s. segnalo che nella nona riga della Berberova manca (ma fra poco potremo dire mancava) una "s"

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  2. Grazie, Nick! Conoscendoti, deve averti fatto soffrire non poco quella lettera mancante ( mannaggiamé ). :-))
    Un bacio e buona giornata.

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  3. ops... ho perso pure una emme nel commento! Meglio chiudere per stamattina e andare a scuola ( in tutti i sensi ) :-))

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  4. Bellissimi questi pezzi. Due dei libri da cui sono tratti li avevo letti ma non mi ero resa conto, inseguendo la trama, della bellezza dei singoli brani di quelllo che leggevo: ora è come se tu li avessi illuminati con uno spot e ho voglia di andarmeli a rileggere, tutti.

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  5. C'è sempre un autobus da prendere,i modi,le motivazioni sono diverse,i personaggi anche,
    ma guai a rimanere appiedati!
    ,

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  6. Le righe più significative ed evocative sono per me in questo caso quelle di Isherwood. Di sicuro quanti ricordi in letteratura, forse ancor di più nel cinema, forniscono gli autobus. Il mio pensiero ora va all'incipit di "Un uomo da marciapiede".

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  7. @Grazia: da quando ho questa creatura ( il blog ), mentre leggo ho sempre accanto a me un quadernetto... E' così che nascono i miei post. :-)
    @Costantino: cos'hai contro i ritmi lenti? :-)

    @Adriano: bellissimo film. Ricordo anch'io quella sequenza, nitidamente. Tra l'altro Jon Woight, fisicamente e nell'espressione, somiglia un po' ad Isherwood.

    Grazie a tutti!

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  8. Io arrivo tardi...come quasi sempre. Queste brevi righe e la chitarra mi accompagnano dolcemente verso la notte.....

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  9. A parte Nina Berberova, che non cononosco, mi stai leggendo i miei libri preferiti di sempre e pure i registi/film. Leggi nel pensiero dei tuoi lettori?

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  10. Il mistero e la magia delle relazioni!
    anche le più casuali,(apparentemente) come quella di Camus. Di questo ci stanno parlando tutti e tre gli autori, e tu, Giacinta, evidentemente ne sai qualcosa.

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  11. Sono rimasta affascinata dalle poche righe di Nina Berberova. E' da una vita che mi accingo a leggere qualcosa di lei, intuivo che mi sarebbe molto piaciuta.
    Grazie giacynta, piena di risorse come sempre!

    Prima di cliccare su "Posta commento", volevo chiederti di darmi il tuo indirizzo e-mail, certo se non è un problema per te. L'ho cercato qua sul blog, ma non l'ho trovato. Potresti lasciarmelo in privato se preferisci, su selenescell@hotmail.com, ti sarei molto grata :)

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  12. Oh che bella scelta, Giacinta.
    Che talento hai nel selezionare proprio quelle righe, proprie quelle immagini che mi emozioneranno.
    I primi due brani entrano a far parte dei miei gioielli e mi piace - e molto - che a donarmeli sia tu.
    Un saluto affettuoso e riconoscente (e ovviamente assai papero)

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  13. Sei bravissima nel trovare frammenti che pur parlando dello stesso luogo...il tram...sono così diverse le situazioni.
    Bellissime le parole di Isherwood che ci aiutano ad osservare di più quanto ci succede attorno.
    Ciao
    Bruna

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  14. @Sandra: vieni quando vuoi, cara; l'importante è che qui tu ti senta a tuo agio...a qualsiasi ora! :-)

    Ally: sai che avrei qualche timore a farlo? Voglio dire leggere nei pensieri... Solo agli angeli sembra sia concesso e non mi sembra che se la passino benissimo ( a giudicare dal film di Wenders )... :-)

    @Marisa: mi piacciono molto gli autori che attribuiscono al caso un ruolo non secondario nell'esistenza. Ciò accresce della vita il mistero ed impedisce di credersi padroni esclusivi dell'esistenza propria ed altrui. Dare un peso al caso non comporta, secondo il mio avviso, un atteggiamento rinunciatario, semplicemente un alleggerimento della pena e del senso di frustrazione provati davanti ad un impedimento o a un insuccesso. L'immaginazione fa il resto... :-)

    @Selene: è l'unico scritto che ho letto della Berberova. Il passo che ho riportato è suggestivo ma la lettura dell'intero racconto mi ha lasciato tiepidina. Preferisco
    una scrittura meno compiaciuta di se stessa e dei sentimenti cui dà forma.
    Quanto prima ti scrivo. Grazie! :-)

    @Duck: i tuoi saluti paperi sono deliziosi e sempre graditissimi. Sono contenta, come dice Ally, di aver letto ( in qualche modo strano ) nei tuoi pensieri. Un bacio grande.

    DIANA:BRUNA: benvenuta! Il passo di Isherwood è quello che preferisco anche perchè traduce perfettamente l'idea che ho del sentimento di amicizia o di amore.
    A presto!

    Grazie a tutti!

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  15. Spesso penso che è "forse" l'avverbio più bello. Perché (dal Devoto-Oli) "indica il dubbio, la probabilità,l'approssimazione, l'attenuazione". E poi perché è parola leopardiana: "il forse è la parola più bella del vocabolario italiano, perché apre delle possibilità, non certezze. Perché non cerca la fine, ma va verso l'infinito..."

    A me pare addirittura struggente il frammento da Nina Berberova; la proroga a qualcosa, qualunque cosa, di ineluttabile. Dunque una speranza ancora concessa.

    Grazie.
    Un caro saluto.

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  16. Quel tuo quadernetto deve essere molto prezioso, perchè ciò che riporti dalle tue letture è sempre qualcoa che scende nel profondo e ci alberga. Grazie
    Giulia

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  17. @Ally: ;) + :-)

    @Attilio e Giulia: grazie a voi per esservi fermati un po' qui e per i vostri graditissimi commenti. Buona giornata.

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  18. @Giacynta: leggo col quadernetto anch'io :)

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  19. Facciamo proprio le stesse cose, a quanto pare. Guarda il minuto in cui abbiamo commentato... :-))

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