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“Per dire la verità penso ai miei primi anni con piacere e curiosità. La fantasia e i sensi ricevevano nutrimento e io non ricordo d’essermi mai annoiato. Anzi, i giorni e le ore esplodevano di stranezze, scene inaspettate, istanti magici. Riesco ancora ad aggirarmi per il paesaggio della mia infanzia e rivivere luci, odori, persone, spazi, momenti, gesti, toni di voce e oggetti. Raramente si tratta di episodi su cui si può raccontare qualcosa, si tratta piuttosto di film, brevi o lunghi, girati a caso, senza un punto culminante.
Privilegio dell’infanzia: muoversi senza impedimenti tra magia e pappa quotidiana, tra terrore sconfinato e gioia esplosiva. Non c’erano limiti al di fuori delle proibizioni e delle regole, e queste erano simili a ombre, il più delle volte incomprensibili...
Era difficile distinguere la fantasia da quello che era considerato reale. Se mi sforzavo potevo magari costringere la realtà a mantenersi reale, ma c’erano per esempio i fantasmi e gli spiriti. Come dovevo fare con loro? E le fiabe, erano reali?”.
Ingmar Bergman, La Lanterna magica
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è molto bello il pezzo che hai scelto!
RispondiEliminalo sai??? Ultimamante faccio spesso dei viaggi aritroso nella mia infanzia...affiorano ricordi e senszioni che prima erano sommerse!
Grazie Giacynta per i tuoi preziosi post!
Mi piacque molto la Lanterna magica e penso che Bergman cercasse quel confine invisibile fra coscienza lucida e sogno. In fondo il nostro primo anno di vita è senza coscienza ma questo non significa che non ci sia pensiero. Anzi, mi sono sempre chiesto che tipo di pensiero sia ed alla fine ho realizzato che è un pensiero per immagini, una sorta di film che giriamo quando dormiamo. Da adulti poi la comparsa della coscienza e del pensiero verbale la fanno da padroni, ma l'altro pensiero continua a muoversi come sottopelle e compare di notte nei sogni.
RispondiEliminaUn abbraccio.
Ho visto Fanny e Alexander una decina di anni fa e ne sono rimasta letteralmente folgorata. In casa era una sorta di spauracchio: il mezzo fidanzato di una delle mie sorelle, un tipo molto colto e molto preso di sé, molto pesante, ne parlava sempre come di un capolavoro e in famiglia questo film era diventato, dunque, il film palloso per antonomasia (benché nessuno di noi l'avesse mai visto!). Invece per me fu una scoperta: forse perché la mia, di infanzia, è un buco nero nella memoria, leggere e ascoltare il racconto di quella altrui mi emoziona sempre, mi commuove, a volte - quando sono fortunata - mi restituisce suggestioni, brandelli della mia - cosa di cui sono sempre grata.
RispondiEliminaRicordo soprattutto quanto felice fosse stata, nel film, la resa dell'atmosfera magica e fiabesca dell'infanzia, delle avventure a volte spaventose a volte estatiche ed esaltanti, che ogni bambino vive nella sua fantasia e nella realtà, perché l'incanto dell'infanzia, io credo, sta proprio in quel confine sottile, a volte inesistente, tra vita interiore e realtà esterna. Grazie, Giacinta cara, per questo bel richiamo.
Non mi piace ricordare la mia infanzia, sono affascinata,invece,da quella dei miei nipoti.Mi piace il ruolo di zia anche in questo guardare in loro svilupparsi i primi pensieri, la prima logica, senza l'obbligo pressante dell'educazione.Il più piccolo ha un anno e in lui ritrovo quei passaggi tra gioia e pianto, tra magia e reale di cui parla Bergman.È lui, ora, la mia lanterna magica.
RispondiEliminaGrazie
certo non la saprei raccontare così bene, ma potrei avertela raccontata io questa infanzia.
RispondiEliminaSono stata una bambina molto felice...molto bambina
L'infanzia... che periodo magico... ogni cosa mi coinvolgeva e stupiva.
RispondiEliminaSi, se sapessi scrivere così bene, probabilmente avrei scritto, più o meno un brano così, ma tra il dire e il fare c'è il mare...
Felice settimana
Leggo spesso La Lanterna Magica, cara Giacy.nta.
RispondiEliminaSembra indubbio che Bergman sia stato spesso preso da terrori sconfinati, eppure anche per lui, rimane indimenticabile l'infanzia come zona di libertà e di gioia.
Grazie per questo brano e per i preziosi collegamenti.
Un abbraccio,
Lara
il lupo dov'era ?
RispondiEliminagrazie carissima, di farmi spaziare con la vista e con lo spirito.
RispondiEliminae grazie ancora per la musica bellissima che ci fai ascoltare.
baci
cri
è così che dovrebbe essere l'infanzia di tutti. Tra realtà e fantasia. Piena. Di emozioni, di sapori, di odori, di colori. Di risate, di abbracci, di parole e del giusto pianto. Come dice amanda in un commento precedente: essere bambini felici, molto bambini, insomma.
RispondiEliminaUn grande artista, di cui mi é particolarmente caro "Il settimo sigillo". Qui credo abbia ritratto con lucidità e al tempo lirismo angosce e dubbi della borghesia svedese.
RispondiEliminaDopo molti anni, ho rivisto qualche giorno fa Fanny e Alexander. Le quasi sei ore sono volate...
RispondiElimina( ho la versione "lunga" in più puntate ). Bergman ha fama di essere pesante ed io lo trovo invece leggero, come il pensiero e l'immaginazione che prendono forma nei suoi film. Fanny e Alexander, poi, rispetto ad altre opere di Bergman è mosso e "pieno" di cose ( oggetti, colori, personaggi , fantasmi... ), quelle che popolano l'infanzia di Alexander. La parte iniziale del film ( a cui rimando nel post con un link ) colpisce per il modo in cui Alexander viene rappresentato sin nelle prime battute. Un bambino in una grande casa "viva", pronta ad "animarsi" ...
Grazie per i vostri bellissimi commenti.
Splendido pezzo, mi ci ritrovo in tutto e per tutto!
RispondiEliminaUn saluto e un abbraccio, carissima amica. :)
Ero certa che gli amici miei e del mio blog si sarebbero ritrovati nelle parole di Ingmar e nello sguardo di Alexander... :-))Baci e buona giornata
RispondiEliminaChe magnifico brano. Totalmente condiviso, le sensazioni son proprio quelle. Che bello saperle descrivere così!!!
RispondiEliminaE purtroppo poi l'età dell'oro finisce.
RispondiElimina@Sandra: vedo che siamo in molti a condividere certe emozioni. Se non ne hai ancora avuto il modo, cerca di vedere Fanny e Alexander...
RispondiElimina@Alberto: confesso che da quel mondo non penso di essere ancora uscita. Ho l'impressione che la letteratura aiuti a rimanerci. :-)
@Carmen: ricordo i cineforum con i suoi film. Bergman ha fatto da contrappunto al periodo della mia vita più intenso di scoperte e di emozioni. Penso, da ciò che dici, che dev'essere stato così anche per te. "Fanny e Alexander", poi, ha praticamente segnato la mia vita. Le ho dato una svolta dopo averlo visto...
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