Il 23 settembre 1939, mentre le bombe tedesche piovevano su Varsavia, il giovane e promettente pianista Wladyslav Szpilman suonava imperturbabile , negli studi della radio , il Notturno in do diesis minore di Chopin. Il rumore attorno era tale che era impossibile sentire il suono che usciva dallo strumento (... ) ma nei rifugi e nelle barricate erette per impedire l'ingresso dei nemici, i polacchi ascoltavano quella musica che diventò la colonna sonora della fine della loro capitale ed indipendenza (... ) Quella fu comunque l'ultima trasmissione dal vivo della radio polacca. Poche ore dopo una bomba distrusse la centrale elettrica e la stazione radio fu ridotta al silenzio.
Szpilman, che era nato a Varsavia nel 1911, fu costretto come tutti gli ebrei, a trasferirsi nel Ghetto, dove 400.000 persone furono obbligate a vivere in un recinto di 4 chilometri quadrati (... )
Dal Ghetto Szpilmann riuscì a fuggire prima di essere deportato verso qualche campo di sterminio.(...) Mentre i tedeschi evacuavano Varsavia e lui si nascondeva tra le macerie di un palazzo, fu scoperto dall'ufficiale Wilm Hosenfeld, "l'unico essere umano con indosso l'uniforme tedesca che io abbia mai conosciuto", che gil chiese di suonare quello stesso notturno di Chopin, su un pianoforte sopravvissuto alle distruzioni, e poi lo aiutò a nascondersi. Subito dopo la guerra, Szpilman (...) scrisse un libro di memorie, intitolandolo "Il pianista", dal quale il regista Roman Polanski trasse l'omonimo e bellissimo film.
da Vado a vedere se di là è meglio di F.M. Cataluccio
Quando posai le dita sulla tastiera, tremavano. Dunque questa volta avrei dovuto pagare un prezzo per la mia vita suonando il pianoforte! Non mi esercitavo più da due anni e mezzo, avevo le dita irrigidite e coperte da uno spesso strato di sporcizia. Non mi ero più tagliato le unghie da quando il caseggiato in cui mi nascondevo era andato in fiamme. (...)
Eseguii il Notturno in do diesis minore di Chopin. Il suono duro e metallico delle corde scordate echeggiava attraverso l'appartamento vuoto, per le scale, fluttuava sulle macerie della villa sull'altro lato della strada e tornava indietro in un' eco sommessa e malinconica. Quando ebbi finito, il silenzio parve ancor più cupo e più sovrannaturale di prima. Da qualche parte in strada un gatto miagolava. Fuori si udì uno sparo. Un colpo secco, violento, tedesco.
L'ufficiale mi guardò in silenzio. Poi trasse un sospiro (...).
da Il pianista di W. Szpilman
ln Il pianista di R. Polanski
"....il 16 maggio 1943 il ghetto di Varsavia verrà raso al suolo, seppure l'Organizzazione Ebraica di Combattimento ( Z.O.B., costituitasi ufficialmente il 28 luglio 1942 ) avesse costretto i nazisti a una strenua battaglia porta a porta, che fin dall'inizio, lo si sapeva, non avrebbe ottenuto altro che ritardare la morte dei 60.000 ebrei ancora presenti nell'area del ghetto. 300.000 di loro, dal luglio del 1942, progressivamente, riempiendo convogli di carri bestiame, erano stati gassati nel campo di sterminio di Treblinka. Gli altri, dei circa 450.000 stimati, erano morti di fame e di stenti, di freddo e di violenze, nelle prigioni istituite nel ghetto, o sulla strada."
da La città scomparsa di Michel Mazor
Film memorabile! Indimenticabile.
RispondiEliminaGiorgio
gran film!
RispondiEliminaqui http://www.youtube.com/watch?v=C8ECpeex5hc
e qui http://www.youtube.com/watch?v=kmQ1pBl1s-8&feature=related
si può ascoltare e vedere Wladyslaw Szpilman
ps: segnalo questa cosa utile
http://robydickwritings.blogspot.com/2011/01/campagna-contro-la-verifica-parole-cd.html
Cosa altro è la memoria se non il respiro del tempo...
RispondiEliminaDank!
perchè noi non dimentichiamo
RispondiEliminagrazie Giacynta
Leggo su Duccio blog questa notizia:
RispondiEliminaE’ stata ritrovata nella dacia di un militare russo la personale collezione di dischi di Adolf Hitler. Ma la vera notizia è che il Fuhrer ascoltava musica russa composta da musicisti ebrei. Lev Besymenski, ufficiale dei servizi segreti di Mosca (nei ranghi dell’allora Kgb, oggi ‘Fsb’), ha custodito tale segreto per oltre 60 anni.
Nel 1945 lo 007 russo aveva la missione di perquisire a tappeto il quartier generale del dittatore nazista, in seguito alla presa di Berlino. Al pari di quanto fecero altri alti ufficiali dell’Armata Rossa, anche Besymenski decise di tenere per sè qualche “souvenir”.
Dunque anche Hitler ascoltava opere di Rachmaninov, Borodin e Chaikovski oltre naturalmente i classici tedeschi come il ‘Vascello fantasma’ di Richard Wagner, nonchè le sonate per piano di Ludwig van Beethoven.
esiste un linguaggio non verbale che non conosce i limiti della comprensione linguistica e spesso supera anche l'idiozia (senza nazionalità) umana... la musica è una forma di comunicazione che precipita in un vortice di emozioni, spesso inesprimibili... ma che tutti possono almeno sfiorare...
RispondiEliminaun abbraccio
(dalloway)
Non dobbiamo mai dimenticare.
RispondiEliminaHai riportato brani struggenti.
Grazie!
Lara
Che grande emozione leggere questo post. E farlo accompagnati da questa musica è struggente.
RispondiEliminaRicordo il film come uno dei migliori che io abbia mai visto sull'Olocausto, emozionante e terribile ma misurato: un omaggio commosso alla dignità di un popolo e al potere salvifico immenso della musica.
Grazie Giacinta: ogni volta che passo di qui trovo cibo per l'anima.
Davvero, che emozione. Passare di qui è sempre gradevole, anche quando, come oggi, il post è doverosamente terribile, triste, toccante. Mi sono commosso per questo Artista, e per i destini dei tanti come lui che a differenza di lui non si sono imbattuti in "esseri umani" come Hosenfeld.
RispondiEliminaGrazie per avermi fatto fermare a leggere, ascoltare, riflettere.
Un abbraccio.
- Carmen , carissima, ho intuito che c'è qualcosa che ti impegna tanto, così apprezzo ancora di più l'amicizia che mi dimostri passando di qui! Cerca di preservarti più che puoi, altrimenti mi preoccupo!
RispondiElimina- Benvenuto, Giorgio! Il film è intenso, così come il romanzo autobiografico del pianista . Ci sono sequenze indimenticabili, in particolare quelle in cui vengono descritti i momenti in cui Szpilman si nasconde e resta nel più completo isolamento.
- Grazie, Francesco, per tutto!
Ho provveduto a togliere il filtro.
- Amatamari: Anche per me il tempo non è sequenziale.
- Grazie a te, Amanda cara, è un argomento nodale, esemplare per capire e conoscere dinamiche che si ripropongono ancora!
- Guglielmo : il tuo commento mi ha fatto venire in mente due concetti:
quello della spersonalizzazione ( alla radice di ogni sterminio ) e quello ( in parte connesso) della banalità del male, espressione illuminante della Arendt.
- Maria: Vedo il tuo commento come la sintesi di quello di Guglielmo e del mio in risposta a quest'ultimo.
P.S.
Bellissimo il tuo post sul "tempo". Invito tutti a leggerlo. Il blog " Tempus fugit" di Maria è nel mio blogroll (Splinder)
- Lara: Benvenuta! A presto, spero!
- Duck, sai che mi ha emozionato il tuo commento? ( inutile che aggiunga altro!)
- Niky: grazie carissimo, hai sempre parole affettuose per me. Sei generoso. L'avevo capito anche prima di leggere la tua ultima bellissima pubblicazione sul blog. Nel titolo ( e non solo) ci sei davvero tu.
Grazie a tutti!
Bellissimo film! Complimenti per questa "memoria"!
RispondiEliminaPurtroppo ho assistito ad un rastrellamento tedesco da bambino, ho visto quando è finito la disperazione dei familiari e la paura che fossero portati in Germania,già allora sisapeva del destino di chi saliva sul treno...
RispondiEliminaQuanto sia profondo, importante, giusto, umanistico, solidale il tuo post non é da sottolineare, perché é del tutto evidente nei fatti. Mi viene da pensare come vicenda emblematica a Polanski, che, se ricordo bene, ancora bimbo, ebreo, si salvò per miracolo. Forse in tanti abbiamo conosciuto dei sopravvissuti ai campoi di sterminio ed agli orrori del nazi-fascismo. Forse non si è fatto, non abbiamo fatto abbastanza per raccogliere le loro testimonianze: se é vero, come é vero, che non bisogna dimenticare.
RispondiEliminaDe "Il pianista" colpisce la distanza che Polanski riesce a mantenere dalla materia trattata e la sobria pacatezza dei toni. Colpisce soprattutto perché la madre del regista fu tra le vittime del genocidio. Quanto ruffiano appare, al confronto, il finale strappalacrime di “Schindler’s List”... La ferita che viene inferta allo spettatore scaturisce direttamente dalla storia nella sua essenzialità, non da una sceneggiatura che mira a manipolare le emozioni per fini spettacolari.
RispondiElimina- Sandra: grazie a te!
RispondiElimina- Maresco: anche adesso sappiamo tante cose e non facciamo niente, o non abbastanza. Forse ammetterlo può essere l'inizio...
- Adriano, Pim, proprio ieri sul blog di Franz ( "Markx" nel mio blogroll ) ho visto un cortometraggio del 1959 di Polanski. Capisci, guardandolo, che è una persona che è ferita che, come dici tu, Pim, in modo metaforico ma "essenziale" ti fa intuire come e perchè.
Cara Giacynta,
RispondiEliminaquesto post tocca le corde del cuore.
Ricordare e divulgare è la sola cosa che si possa fare per omaggiare un popolo martoriato da tante atrocità.
straordinario film, struggente sottofondo. Se chiudo gli occhi mi sembra di vedere (non so perché, visto che non l'ho vissuto) gente che piange e di sentirne il lamento. Sarà l'emozione di questo post.
RispondiEliminaTragedie di un'Europa che da faro di civiltà divenne l'estrema vergogna del genere umano. Ricordare, ancora ricordare per mai dimenticare.
RispondiElimina- Zicin, Alberto, vi ringrazio!
RispondiElimina- Turista di mestiere: ti do il benvenuto, visto che è la prima volta che passi di qui. Spero di risentirti. Ti ringrazio.
Greetings from Greece!!
RispondiEliminathanks for your comments
You are always welcome..
quanto reggera la nostra memoria?
RispondiElimina- Aracelis: ...You too! :-))))
RispondiElimina- Antonio: quanto vorremo farla durare, credo! Ciao!
film commovente e storia di un popolo, attraverso un uomo che ebbe la musica a salvargli la vita.
RispondiEliminapost bellissimo, Giacinta, grazie.
unn abbraccio grande
cri
Grazie Cris! TVB
RispondiEliminaUn bellissimo film quello che citi e bellissimi i brani che proponi. Non dobbiamo dimenticare soprattutto in questo momento in cui avanzano nuovi e subdoli modi per mettere ai margini e negare la vita.
RispondiEliminaUn abbraccio
Giulia
Grazie Giacynta, tutto molto bello e intenso
RispondiEliminaGrazie a te, Raffaele. E' sempre un piacere sapere che ti sei fermato un po' qui:-)
RispondiElimina