martedì 15 giugno 2010

"Il Principe della nebbia" di Carlos Ruiz Zafon














Gli elementi in gioco




 L’orologio

L’orologio non era rotto; funzionava perfettamente, con un solo particolare: andava al contrario

La casa

Oltre il cortile, delimitato dal muro di cinta che circondava la casa, si estendeva un campo di erbacce e, a una distanza di circa cento metri, si elevava un piccolo recinto circondato da un muro di pietra biancastra. ( … ) Un giardino di statue.

Il paese

Il ragazzo, dalla pelle molto abbronzata dal sole e con gli occhi verdi e penetranti gli tese la mano.
- Roland. Benvenuto nella "città della noia".

Il cimitero

Il cimitero era un classico recinto rettangolare che si ergeva alla fine di un lungo sentiero in salita, fiancheggiato da alti cipressi. Niente di originale.



 Il guardiano del faro

Con il passare del tempo, la segreta angoscia di quell’attesa interminabile gli aveva fatto pensare che forse quella storia era stata tutta un’illusione ( ... ) Ma ancora una volta i sogni erano tornati.


La massima

Il tempo, caro Max, non esiste; è un’illusione.


I suoni

Lentamente, avvolto dal suono ipnotico della pioggia, si abbandonò al sonno.

I colori

La burrasca si rovesciò sul paese con una furia sinistra e violenta. In pochi momenti il cielo si trasformò in una volta di piombo e il mare assunse un colore metallico ed opaco, come un’immensa zattera di mercurio.


Il gatto

Il felino, con la testa appoggiata sulla spalla della bimba, mantenne gli occhi fissi su Max, che pensò :“ Ci stava aspettando ”.

L’amore

A Max non sfuggì il gioco di occhiate che in un una frazione di secondo si erano scambiati il suo amico e Alicia.

La presenza



L’immagine mostrò la sagoma in controluce del pagliaccio sorridente, sul quale convergevano tutte le altre statue.










 L'ho appena letto. 

Una perplessità  : negli anni Quaranta, nei forni di paese si potevano trovare i cornetti con la crema ?!


Le parti in corsivo sono tratte da " Il principe della nebbia " di Carlos Ruiz Zafon  ed. SEI


8 commenti:

  1. Ottima sintesi di un libro.I cornetti con la crema ci potevano essere;ma bisogna pensare che in quel periodo c'era la guerra e il cibo scarseggiava.Ti auguro una serena giornata,saluti a presto

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  2. di zafon ho letto l'ombra del vento che mi era piaciuto molto e prima o poi mi cimenterò anche in questa nuova lettura. Per caso l'orologio che va al contrario è in un quartiere ebraico? Lì spesso sono così

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  3. che bel modo di raccontare un libro! critica "espressionista" ma in presa diretta
    marina che ringrazia

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  4. Ma che bel blog! Sono arrivata fin qui grazie a Bart e sono rimasta affascinata.
    Complimenti!
    Barbara

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  5. @ Grazie, oscuro cavaliere, ma dimmi, sulla scorta di cosa ipotizzi l'esistenza dei cornetti? Te lo chiedo perchè ho il sospetto che si tratti di un anacronismo. Il romanzo, sebbene sia piacevole, è una dei primi scritti di Zafon ed in certi punti è davvero un pò acerbo.

    @ Amanda, grazie per aver ricambiato la visita! L'orologio è quello di una stazione ferroviaria, però effettivamente avrebbe potuto essere quello di un quartiere ebraico, come tu hai giustamente osservato. A presto

    @ Cara Marina, sono contenta che la modalità ti piaccia. Penso di proseguire con i " carotaggi letterari" e mi rassicura che sia proprio tu ad incoraggiarmi su questa strada.
    Un caro saluto

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  6. Ciao Barbara, grazie sei gentilissima! Una domanda : come faccio a trovare il tuo blog? Ho provato a cliccare sul tuo nome ma non c'è il link!

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  7. Concordo con Marina, un modo molto bello di raccontare un libro. Grazie, lo terrò presente
    Giulia

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  8. Ciao Giulia! Grazie per l'apprezzamento.
    E' una modalità che ho proposto per lasciare spazio allo scrittore piuttosto che al lettore/critico e poi mi dà modo di condividere con chi passa di qui ciò che mi capita di leggere.. A presto!

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