E’ nata nel ’68, è albanese, scrive in italiano. Si chiama Ornela Vorpsi.
Bevete cacao Van Houten è una raccolta di 13 racconti più un epilogo che congeda il lettore con un’ immagine insolita, un paio di scarpe gialle.
Ma le scarpe che vidi quel giovedì nella metro di Milano non rientravano in nessuna delle categorie che avevo costruito senza volerlo. Le scarpe gialle non appartenevano né alla classe operaia, né alla borghesia, né tantomeno all’intellighenzia. ( … )
L’insensibilità di queste scarpe, ecco cosa mi gettò in un terrore senza nome.
Non conoscevo il loro linguaggio.
Scarpe, comuni oggetti d’uso che, allo stesso modo di altri frammenti di realtà che si avvicendano nei racconti, diventano oggetto dell’incredulità di uomini e donne feriti dagli incerti del caso, dall’indecifrabilità del tempo o dalla violenza distruttiva della solitudine e del distacco.
Nella
stanza di Moma, non potevamo non renderci conto delle sviste grossolane
combinate da questa vita : le nostre mamme conducevano esistenze che
non meritavano, nei loro letti giacevano gli uomini sbagliati, e a noi
piacevano ragazzi che non ci ricambiavano. Così andava il mondo, a passi
falsi. La stanzetta di Moma ne sapeva qualcosa: era come se dentro
quelle quattro mura gli errori prendessero una forma materiale,
concreta, li potevi toccare con le mani come una sedia o un tavolo.
( dal I racconto )
…non provavo niente, intendo dire dolore o non so - ho mimato quello che si fa o si dovrebbe fare quando succede qualcosa di tremendo. (… ) da quel momento è come se mi fossi seduto di fianco alla vita
( dal IV racconto )
Quando mi sveglio, di solito alle due o alle tre proprio nell’offuscamento della notte di cui non vedo la fine, quando mi sveglio, dunque, ho l’abitudine o l’automatismo di scostare la tenda per cercare luce di gente che non dorme.
( dal IX racconto )
ecco succede anche a me, se mi sveglio a notte fonda mi consola vedere le luci degli insonni accese, anche se sono quasi sempre le stesse
RispondiEliminaAnche a me piace guardare dalla finestra di notte sia per vedere le luci delle case ma , soprattutto, le stelle...!
RispondiEliminaCri
Il paradosso del "consueto" che ci spaventa e sorprende più che il conosciuto, è uno dei nuovi misteri cui dovremmo appassionarci.
RispondiEliminaAlla continua ricerca di mondi lontani, religioni e culture da capire, ci allontaniamo senza più comprenderlo dal mistero più grande: L'uomo.
Un pò come nel 1° raccconto di Ornela Vorpsi:
"Così andava il mondo, a passi falsi."
Ciao Giacynta, un abbraccio.
Pare un libro interessante. In più sono racconti, il mio genere preferito.
RispondiEliminaun saluto
g
Amo anch'io i racconti, alcuni li raccolgo: http://novalis.posterous.com/tag/testi
RispondiEliminaGrazie della segnalazione giacynta :)
da non perdere !
RispondiElimina@Amanda, Cristina : è una esperienza intima che ci accomuna. Grazie. Un bacio.
RispondiElimina@ Gianni: bentornato! Si, sono d'accordo. Ti accorgi di quanto sia vero in particolare quando si è sorpresi piacevolmente dalle persone più vicine. Basta dedicare loro un pò più di attenzione. Un bacio.
@ Guglielmo: gironzolavo intorno al tuo blog ( che mi piace molto ) da un pò e pensavo che non saresti mai passato dal mio, invece sei qui! Spero di risentirti. Un bacio.
@ Novalis: bella iniziativa. Ho già iniziato a leggere qualcosa ( Buzzati ). Un bacio.
@ Antonio: io sono nata in un paese del Sud. Ho ritrovato in alcuni racconti la dimensione semplice, calda delle mie zone. Un bacio.
Ciao Giacynta, adoro i libri, questo è uno che mi piacerebbe leggere, il tuo blog è molto interessante, regala emozioni.
RispondiEliminaBuona giornata
@ Carmen: Si, cara, ancora lui! Ti assicuro, però, che questa volta non l'ho cercato di proposito, l'ho incontrato per puro caso. Da non credersi! I racconti dovrebbero piacerti. Mi hanno catturato soprattutto i primi quattro. Bacio.
RispondiElimina@ Sciarada : Mi dici delle cose molto belle! Ti ringrazio per essere stata qui. A presto.
Un libro che mi sembra davvero bello e interessante, lo leggerò. Grazie
RispondiEliminaCiao Giulia, a presto!
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