venerdì 28 maggio 2010

Il museo Majakovskij a Mosca



Non è semplice rintracciarlo, sebbene si trovi nei pressi della centrale piazza su cui si affaccia la Lubyanka.
L’ingresso non è immediatamente visibile, vi si accede da un vicoletto di passaggio, stretto tra le pareti di una grande costruzione con uffici e piccoli negozi.

L’ultimo edificio in cui Majakovskij ha abitato  è stato anni fa letteralmente sventrato per consentire l’innesto, al suo interno, di un originale impianto museale. Un insolito percorso in parte elicoidale conduce verso la stanza in cui il poeta si tolse la vita. Ascendendo lentamente verso questo ambiente, conservato più o meno come Majakovskij doveva averlo visto per l’ultima volta, è possibile entrare nella dimensione mossa, dinamica, anticonvenzionale dei primi decenni del Novecento. Le testimonianze, i documenti sono inquadrati in pannelli, pareti, volumi irregolari. Prevalgono i colori violenti, stridenti. Il richiamo al futurismo è palpabile così come l’atmosfera degli anni in cui Majakovskij operò. Agli scritti si alternano disegni del poeta, oggetti personali, foto a cui ci si accosta in modo sempre diverso, visto il particolare e sorprendente allestimento. Il suggestivo percorso si conclude con la visione, improvvisa, della stanza del poeta, un ambiente semplice, scabro quasi, dopo tanti colori, unico spazio rimasto intatto dopo la ristrutturazione.
L’impatto è brusco, sorprende, paralizza ed è reso ancora più forte, più acuto, dalla visione della polvere che il tempo ha lasciato e che nessuno ha più rimosso chissà a partire da quale momento, così come l’odore acre dell’umidità che ha intriso le tappezzerie. Sulla soglia, dei fiori, forse rose.

11 commenti:

  1. Mi introduci in mondo di luoghi e personaggi solo sfiorati, e mai veramente conosciuti di quella conoscenza che, li fanno sentire come una parte consueta di noi stessi.
    E' una sensazione dai molteplici aspetti, forse senso del limite che, quando diventa evidente causa sempre un misto di disagio, e poi la voglia di approfondire, perchè in qualche modo esercita sempre una forma di attrazione.
    Comunque, sei riuscita con la descrizione del museo, a farmelo visitare, e ad avvicinarmi a Majakovskij: Grande!
    Buon fine settimana.

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  2. Uhm, Mosca credo meriti uan visita. Dev'essere una città molto affascinante.
    Hai mai pensato di mettere insieme questi itinerari in un bel libro? sarebbe di piacevole lettura oltre che molto utile :)


    (sono io la tendarossa di splinder)

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  3. @ Gianni, ti ringrazio! Quanto alla questione della conoscenza, forse è meglio non considerarla mai esaurita e limitarsi a "sfiorare", tentando di rappresentarle, le cose o le persone in cui ci si imbatte.

    @ Ciao Tenda rossa! Sono contenta che tu abbia fatto capolino qui e che ciò che ho scritto ti abbia incoraggiato a visitare Mosca. E' davvero una città straordinaria, per questo conto di parlarne ancora nel blog.
    A presto!

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  4. Io non sono mai stata in questa città, ma sono sicura che sarebbe un'esperienza bellissima. Grazie per questo post, interessantissimo davvero.

    Un abbraccio
    Cri

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  5. @ Cristina, grazie a te! E' bello condividere con chi le sa capire le proprie emozioni.
    Un abbraccio.

    @ Carmen, forse il tipo di sensibilità che ci accomuna ti rende piacevoli i miei post; a riprova di ciò, io trovo bellisssimi i tuoi.
    Un abbraccio.

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  6. forse per farsi perdonare di averlo così maltrattato in vita

    certo in Italia si parla tanto di tagli alla cultura e a Mosca c'è un museo così ...

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  7. Ciao, Antonio, hai ragione, è come dici tu, sia per lui allora, che per noi, adesso.
    La Lubyanca, a due passi dal museo, ricorda come sia facile, per un totalitarismo dichiarato o strisciante, soffocare l'espressione artistica ed impedire l'esercizio del pensiero in modo pubblico, manifesto. Sono riflessioni che ho fatto anch'io, trovandomi lì.

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  8. sono stato recentemente a mosca, e la trovo una città affascinante, benché afflitta dallo stesso problema della roma contemporanea (non poche persone sono omofobe e razziste).
    grazie della bella descrizione, e aggiungimi pure tra i contatti! :)
    ghirigori

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  9. Grazie davvero a te! Ti ho appena aggiunto al mio elenco, tornerò a leggerti sempre volentieri.
    Non ho avuto modo durante il mio soggiorno di constatare quanto tu mi dici.In realtà, i miei contatti con la gente del posto sono stati davvero limitati. Quando si viaggia da turisti, si vive in una dimensione artificiosa, determinata più dalle proprie letture, da più o meno colte suggestioni, che da ciò che realmente si ha intorno. Per certi aspetti è meglio che sia così, visto il penoso presente. A risentirci presto.

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  10. ho appreso con dispiacere che il museo è stato ristrutturato, o meglio "profanato". Quanto coraggio mi ci è voluto nel lontano 1962 per
    staccarmi dal mio gruppo turistico "rigidamente" guidato e raggiungere da sola il museo: una piccola casa modesta con pochi ambienti polverosi e mal rischiarati. Che emozione nell'immobilità di quelle poche cose, di quegli oggetti che non avevano nessuna presunzione di apparire: è stato un incontro mistico, indimenticabile, unico !!!!!!! Romana

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  11. Non dimentico anch'io il sentimento provato alla vista dell'unica stanza rimasta intatta dopo la ristrutturazione, quindi posso comprendere il tuo rammarico per la perdita degli ambienti originari ( che io non ho mai visto ). Il nuovo impianto ha comunque una identità così forte che non può lasciare indifferenti ( nel bene e nel male ), oltretutto, per contrasto, rende fortissimo l'impatto con la camera del poeta. Ti ringrazio per il tuo commento. A presto, spero.

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