lunedì 3 settembre 2012

Orphée



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Cosa succederebbe se la Morte si innamorasse di un artista e venisse da questi ricambiata?  Per amore, la Morte non  potrebbe trattenere con sé l’amato. 

Jean Cocteau interpreta il mito di Orfeo e nel 1950 realizza un film, Orphée , ambientato nella Parigi dei Cafés  dei poeti, la Parigi del Café Flore e de Les Deux  Magots.


L'"Orphée" di Cocteau ( il soggetto )


La Principessa, ovvero la Morte, innamorata di Orfeo, un famoso poeta, contravviene alle regole dell’oltretomba e determina arbitrariamente la morte di Euridice, moglie di Orfeo. I giudici dell’aldilà condannano la Morte e consentono ad  Orfeo di riportare Euridice tra i vivi, a condizione però che egli non la guardi mai più. 
Una volta uscito dal regno dei morti attraverso uno specchio, Orfeo si riscopre irrequieto, malinconico, insoddisfatto. Finirà per incrociare lo sguardo della moglie  e per determinarne il ritorno  nell’aldilà. 
Morto a propria volta, Orfeo si ricongiungerà  alla  Principessa; questa, per amore, gli consentirà di riattraversare lo specchio..

Tornato nel mondo dei vivi, Orfeo  ritrova  Euridice; Entrambi sono convinti che sia stato tutto un brutto sogno. Nell’aldilà, intanto, la Principessa viene condannata dal tribunale  per alto tradimento.


Nella sequenza in  video, la Principessa e Orfeo duettano come due innamorati.





L'"Orphée" di Philip Glass ( il soggetto )


Nel 1993, Philip Glass, conservando sostanzialmente  i dialoghi del film di Cocteau,  realizza un’opera da camera in due atti. Il tema musicale della III scena  del II atto ( quella corrispondente alla sequenza in video ) trovo sia struggente, un po’ come l’amore immaginato: perfetto e …impossibile.  






La versione per pianoforte conserva la melodia ma, naturalmente, non le battute di dialogo della scena III del II Atto dell'opera di Glass, così  ho pensato di trascriverle. Il testo originale è in francese. ( la traduzione è di una cara collega che ringrazio )

Sono seduti e si tengono l'un l'altro

Orfeo : E tu hai risposto loro di sì
Principessa : Non si può mentire da noi
Orfeo: Amore mio
Principessa: Ti ho amato prima ancora di incontrarti
Orfeo: Ti sono sembrato stupido
Principessa: Cosa possiamo dirci? Non ho diritto di amare alcuno: ti amo
  
Si abbracciano e Orfeo si inginocchia 

Orfeo:Sei onnipotente
Principessa: Ai vostri occhi. Da noi ci sono innumerevoli sembianze di morte, giovani, vecchi che ricevono ordini.
Orfeo: Se tu disubbidissi? Non possono ucciderti. Sei tu quella che uccide.
Principessa: Quello che loro possono è peggio.
Orfeo: Da dove vengono questi ordini?
Principessa:Tante sentinelle se li trasmettono; è il tam tam delle vostre tribù africane, l'eco delle vostre montagne, il vento delle foglie delle vostre foreste.
Orfeo: Andrò da colui che dà questi ordini
Principessa: Povero amore mio. Egli non è in alcun luogo. Alcuni credono che pensi a noi, altri che ci immagini. Altri che dorma e che siamo il suo sogno, il suo brutto sogno.
Orfeo: Ti strapperò via da qui poichè siamo lasciati liberi. Non voglio lasciarti.
Principessa: Ti devo lasciare. Ma  giuro che troverò il modo di riunirci.
Orfeo: Dì : per sempre
Principessa: Per sempre
Orfeo: Giuralo
Principessa: Lo giuro
Orfeo: Ma ora? Ora?
Principessa: Ora... c'è la loro polizia
Orfeo: Succederà un miracolo
Principessa: I miracoli succedono solo nel vostro mondo
Orfeo: Tutti i mondi sono vinti dall'amore
Principessa: Nel nostro mondo non si commuove alcuno. Si va di tribunale in tribunale


Si apre la porta, entra il I motociclista

Principessa: Va, ti amo, non temere
Orfeo: Non voglio più perderti
Principessa: Se resisti ci perderemo entrambi

Orfeo e la principessa escono, seguiti dal motociclista





( Qui  e Qui due bellissimi post sul film di Cocteau, uno di Gabrilu e l’altro di Christian )
Ho trovato le foto che ho pubblicato nel blog di Gabrilu, nonsoloproust.

 Orphée di P.Glass ( Qui )














16 commenti:

  1. Una storia inquietante ed affascinante allo stesso tempo, questa di Orfeo ed Euridice. bellissima la musica di P.Glass!

    Un abbraccio
    Cri

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  2. Un post bellissimo per un mito suggestivo e sempre attuale. Ti lascio qui il ricordo un altro Orfeo cinemetografico, un Orfeo nero:

    http://www.youtube.com/watch?v=4T1mN8_TIoQ

    Un abbraccio

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  3. Mio nonno suonava sotto lo schermo cinematografico al Pozzi di Busto Arsizio. Ascoltando questo pezzo con spezzoni di dialogo che si sovrappongono ho pensato a lui. Altri tempi, quelli di mio nonno: dopo una giornata di lavoro, trovava la forza di prendere la bicicletta nel più assoluto buoi e farsi 10 chilometri per fare questo "servizio". Le atmosfere, immagino, solo le stesse in b/n, + n che b. Forse anche i sentimenti sono in b/n, pieni di ombre di sentimenti sfumati che si perdono nel silenzio più che nelle parole. Un altro mondo, forse, passato, ma assolutamente affascinante.

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  4. Grande storia, e davvero splendida questa musica. Non conoscevo il film di Cocteau. Per associazione di idee (musica e morte innamorata) mi è venuto da pensare a un'altra grande opera: Le intermittenze della morte di José Saramago.

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  5. Anche io come lo Zio ho pensato a Saramago. Il mito di Orfeo e Euridice,poi, mi ha sempre emozionato tantissimo.

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  6. Tutti i mondi sono vinti dall'amore

    come vorrei che fosse così!...

    questo post è bellissimo!
    grazie

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  7. @Cri: vero; musica e mito, poi, in questo caso sono legati. Ciao e grazie! :)

    @Grazia: un Orfeo meno romantico e più ironico, più saggio. :) Grazie!

    @Guy: che bella famiglia in b/n la tua, con sentimenti più in bianco che in nero.
    Grazie di aver condiviso con me questo tuo ricordo. Quanto alle differenze tra passato e presente, ti dico che, in fondo in fondo, le cose non sono cambiate molto. Diventa solo molto più difficile accorgersi di ciò che veramente conta.

    @Nick e Nick :))
    : l'atmosfera è molto diversa però. Con Cocteau siamo nel mito, nel simbolo, insomma nella Francia anni Cinquanta. Manca del tutto l'ironia di Saramago. ( basti pensare alla scelta degli attori... )

    @Cristina: ho pensato a Dante ed al motore immobile; alla rotazione dei cieli che produce una perfetta armonia... Baci:)

    @Giardy: ...in ogni senso :)

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  8. Non la conoscevo così nei dettagli! Grazie, mi piacciono entrambe!

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  9. Un mito altamente significativo. Un film che mi devo decidere a rintracciare una buona volta...

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  10. @Cristina: ciao, cara! Grazie.

    @Adriano: il film non si trova in commercio, purtroppo. Ho visto, comunque che c'è in youtube ( versione integrale! )

    http://www.youtube.com/watch?v=BWqXjlr0uHk

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  11. Siamo fissati con l'eternità e con l'amore eterno! quante sofferenze inutili potremmo evitare cambiando prospettiva... ma questo è un altro discorso
    Cocteau si identifica con Orfeo e, grazie alla complementarità tra vita e morte, rende la sua opera eterna, immortale. Lo specchio è la porta che collega le due dimensioni...
    Quanti spunti di riflessione ci offri cara Giacy, questo post è bellissimo! un abbraccio forte forte!

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  12. Vedo con piacere che Orfeo ha colpito ancora! Prima o poi bisogna incontrarlo, perchè è la radice archetipica di tutta la nostra cultura e dell'arte. Hai datto un'occhiata ai miei post su Orfeo nel blog di Christian "opera omnia"?
    Un caro saluto.

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  13. @Maria: penso di essere affetta da quella patologia e non voglio guarire dalla malattia o, quantomeno, non mi dà noia prolungare la convalescenza. In ogni caso le sofferenze sono in buona sostanza risparmiate se l'amore diventa un'eterna attesa, una proiezione... :)

    D'accordo con te sull'interpretazione di Cocteau del mito di Orfeo :)

    Appena ho un po' di tempo passo a leggerti. In questi giorni ne ho pochissimo. Sigh!

    Dimenticavo: BENTORNATA!!

    @Marisa: che bello ritrovarti qui!
    Si, ho letto una parte del lavoro bellissimo tuo e di Christian. Continuerò appena potrò. Intanto, lascio qui il link per gli altri amici. Un abbraccio.

    http://operaomniablog.blogspot.it/search/label/L%27Orfeo



    @


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  14. leggendo il post le "riflessioni" che scaturiscono divengono rifrazioni, che trafiggono.(oh, si dirà, la solita faccenda delle sterminate storie personali, quelle di ognuno, con la esse minuscola, per dirla alla Saramago, appunto).

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  15. @telegrafista: il mito ha senso se vi si può "specchiare", le storie personali gli danno una necessità.
    Grazie e benvenuta/o ( ? ) :)

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