la mappa degli spostamenti di Leopold disegnata da V. Nabokov |
Ci sono tanti modi di raccontare e non è detto che quello classico sia il migliore. Joyce, ribelle com'è alla tradizione, sperimenta nell'Ulisse i modi più svariati di narrare. Nel penultimo episodio adotta lo stile "da catechismo", quello che va per domande e risposte. Nel passo che segue Leopold e Stephen, insieme da qualche ora, stanno per dividersi.
Che spettacolo si è parato loro davanti quando, prima il padrone di casa, poi l'ospite, sono usciti silenziosamente, doppiamente oscuri, dall'oscurità di un paesaggio sul retro della casa alla penombra in giardino?
L'albero celeste di stelle coi suoi frutti azzurronotte.
(...)
Quale visibile segno luminoso ha attratto lo sguardo di Bloom, che ha attratto quello di Stephen?
Al secondo piano ( retro ) di casa sua ( di Bloom ) una lampada ad olio di paraffina proiettata con ombra obliqua sullo schermo di un avvolgibile per finestre, aste per tende e serrande, al 16 di Aungier street.
Come ha spiegato il mistero di una persona invisibile, sua moglie Marion ( Molly ) Bloom, denotata da un visibile segno luminoso, da una lampada?
Con allusioni verbali o affermazioni dirette e indirette; con sottomesso affetto e ammirazione; con descrizione; con esitazione; con suggestione.
Entrambi allora sono rimasti in silenzio?
In silenzio, ciascuno contemplando l'altro in entrambi gli specchi della reciproca carne dei lorosuoinonsuoi similvolti.
Sono rimasti indefinitamente inattivi?
Su suggerimento di Stephen, su istigazione di Bloom entrambi, prima Stephen, poi Bloom, hanno urinato nella penombra, l'uno di fianco all'altro, gli organi di minzione resi reciprocamente invisibili da circumposizione manuale, gli sguardi, prima di Bloom, poi di Stephen, elevati verso l'ombra luminosa e semiluminosa.
In modo affine?
Le traiettorie del loro, prima seguente, poi simultaneo urinare erano differenti: quello di Bloom più lungo, meno irruento, nella forma incompleta della penultima lettera dell'alfabeto biforcata, lui che nell'ultimo anno della scuola superiore ( 1880 ) era stato capace di raggiungere il punto di massima altezza contro il potere convergente dell'intera istituzione, 210 studenti; quello di Stephen, più alto, più sibilante, lui che nelle ultime ore del giorno precedente aveva aumentato tramite consumazione diuretica una persistente pressione vescicale.
(...)
Quale segno celeste è stato osservato da loro simultaneamente?
Una stella precipitata in gran velocità apparente attraverso il firmamento da Vega nella Lira sopra lo Zenit oltre il gruppo di stelle della chioma di Berenice verso il segno zodiacale del leone.
Come si sono accomiatati, l'un l'altro nell'allontanarsi?
Fermi perpendicolari sulla stessa porta e su lati differenti della sua base, le linee delle loro braccia nel gesto d'addio incontrandosi in un punto qualunque e formando un angolo qualunque inferiore alla somma di due angoli retti.
Che suono ha accompagnato l'unione della loro tangente, la disunione delle loro mani ( rispettivamente centrifughe e centripede? )
Il suono dello scampanio orario notturno per il rintocco delle campane nella chiesa di Saint George
Leopold ( disegno di J. Joyce ) |
Da Stephen:
Liliata rutilantium. Turma circumdet.
Iubilantium te virginum. Chorus excipiat.
Da Bloom:
Ehi-oh, ehi-oh,
Ehi-oh, ehi-oh
J. Joyce, Ulisse ( dal XVII episodio ) ed. Newton Compton
traduzione di E. Terrinoni con C.Bigazzi
Il libro, cara Giacy.nta, mi manca. Aspetto di avere un'età più matura per affrontarlo. Certo, questo piccolo assaggio, già mi fa gola :)
RispondiEliminaNe lessi dei branii in inglese, al Ginnasio. Faticoso, a quei tempi: pretesa utopistica per il poco inglese di quegli anni, figurati quindi la difficoltà. C'è un tempo per tutto o, come dice un mio amico blogger, Attilio Coco: "Ci vuole tempo, ma le cose cambiano" e - aggiungo io - cambia anche il nostro approccio ai romanzi. Bye&besos
RispondiEliminaPurtroppo l'Ulisse come lettura mi manca e temo che mi mancherà ancora . Rimane per me letteralmente inarrivabile. Come dice Nela, c'è un tempo per tutto e aspetto che per me arrivi il tempo per Joyce. Basta avere pazienza....
RispondiEliminami perdo sempre dentro l'Ulisse
RispondiEliminaNeanche io sono mai riuscito ad affrontare quel libro, quasi fosse un obbligo al quale, chissà perché, mi ribello. Eppure a leggere le frasi che hai scelto mi sento come un ragazzino col naso spiaccicato su un gigantesco acquario.
RispondiElimina:)
Anche io faccio parte della schiera degli attualmente immaturi per la lettura, o forse è solo predisposizione, però il tuo post stimola parecchio. :)
RispondiEliminaHo giusto ieri ordinato questa stessa edizione Newton Compton dell'Ulisse: stavolta a spingermi a farlo non sei stata tu, cara e preziosa amica, ma le male parole che aveva speso per il romanzo (e per il suo autore) un certo signore brasiliano che io di solito chiamo "la tamaro col pizzetto"... :-))))
RispondiEliminaHo iniziato a leggere l'Ulisse alla fine di agosto e terminerò la lettura durante il fine settimana ( mi manca solo l'ultimo episodio, quello in cui c'è la trascrizione del flusso di coscienza di Molly.) Ho letto nel frattempo altro, anche se la lettura dell'Ulisse è totalizzante. Richiede tempo, abnegazione, pazienza. E' una lettura che offre però moltissimo: sorpresa, riso, nervi, nozioni, stordimento, piacevole, arrendevole consegna a ritmi a volte vorticosi, altri lenti tanto da farti sembrare immobile l'azione descritta nella pagina. In questo momento ricordo quanto mi sono piaciuti la solitudine di Stephen sulla spiaggia o Leopold e una ragazza ripresi a vivere la stessa situazione da un punto di vista diverso o il fantasmagorico episodio del bordello che ha il suo corrispettivo omerico in Circe ( queste pagine mi hanno riportato a Bulgakov, al Maestro e Margherita ), o ancora la storia della letteratura inglese in un episodio, attraverso l'adozione, da parte di J.J., dei diversi stili di scrittura attraverso il tempo... Sono tante le cose che potrei dire. Magari, chi ha qualche curiosità, può farsi avanti:)
RispondiEliminaIntanto ringrazio tutti per i commenti. Baci
@Nick: anche io non riesco a sostenerlo ( mi riferisco a P.C. ). Ma cosa ha detto del romanzo di J.J.?
RispondiEliminaQuando visitai Dublino seguii alcune tappe dell'itinerario dell'Ulysses, a cominciare da Sandycove - dove peraltro è difficilissimo posteggiare (ma questo Joyce non poteva immaginarlo...).
RispondiEliminaEro convinto di avere un ritaglio ma non riesco a trovarlo, evidentemente P.C. è così importante che il ritaglio ha camminato da solo e si è infilato nel cestino della carta straccia... comunque, grosso modo, P.C. osava denigrare J.J. accusandolo di aver fatto addirittura del male all'umanità, di essere responsabile della degenerazione della letteratura, avendo scritto un libro fatto di nulla e senza trama, cioè un libro fatto "solo" di stile... Avercelo, lo stile, caro il mio paolotto conigliotto!! :-))))
RispondiElimina(invitava anche, ora ricordo, con sarcasmo ridicolo e fuori luogo, chi fosse riuscito a "venire a capo" dell'Ulisse, a "fargli un tweet" su cippicippi. Be', io tweet del cazzo non ne faccio, al massimo potrei mandargli un vaff...)
@Pim:ci sono stata anch'io, anni fa. una dimensione abbastanza diversa da quella che Joyce lascia immaginare. :)
RispondiElimina@Nick: a dire che l'Ulisse è un libro fatto di nulla può essere solo una persona che ha letto solo il titolo. E' uno dei libri più "densi" che io abbia mai letto. Per quanto riguarda la morale, mi sembra che J.J. passi al vaglio la tradizione politica, religiosa, culturale per metterne in evidenza gli aspetti grotteschi che l'ipocrisia copre. Un atto apprezzabile e coraggioso. J.J. mi sembra abbia avuto molto a cuore la verità, la conoscenza della realtà esteriore ed interiore. Si spiega in questa chiave l'adozione del monologo interiore e del flusso di coscienza, strumenti utili a rappresentare il pensiero così come nasce, prima di essere tagliato, decurtato, ridotto a misura di un codice formale o morale convenzionale.
Grazie, Nick! Ciao!
"Nell'istante intenso dell'immaginazione, quando lo spirito, dice Shelley, è un carbone vicino a spegnersi, ciò che io ero è ciò che io sono e ciò che in potenza potrò divenire. Così nel futuro, fratello del passato, io posso vedermi quale siedo qui ora solamente per il riflesso di ciò che allora sarò".
RispondiEliminaHo letto l'Ulisse dopo avere finito la Recherche di Proust, quello mi è sembrato il momento ideale per via della mente allenata o forse è che sono "vecchia" abbastanza per poterli apprezzare...
Ne approfitto per citare anche l'amata Virginia Woolf un altro genio della sperimentazione...
Il brano che ho scelto, tratto dall'Ulisse, in fondo li accomuna perché tutti e tre si sono occupati del "tempo" con l'idea di scardinarne l'obbligatoria cadenza cronologica. Il tempo infatti è circolare. Da questa importante intuizione, i loro testi, come il pensiero, non soffrono la limitatezza di confini di sorta...
Giacy! un bacio
L'avevo preparato per l'esame di maturità, ma invece di lasciarmi inglese come seconda materia me la cambiarono con fisica, i pezzi di m. E presi 3. Non ho mai capito un tubo di fisica, ma l'Ulisse lo amavo...ora però ho dimenticato quasi tutto. Grazie per avermelo ricordato.
RispondiEliminaCiao, buona notte e buona domenica!
@Maria: grazie per il tuo bel commento, anche perchè mi ha dato modo di ritrovare un tuo post sul tema del tempo.:)
RispondiEliminaSai che Virginia apprezzò solo i primi capitoli dell'Ulisse? (!)
Dice Virginia:" I primi 2 o 3 capitoli (...) mi hanno divertito, stimolato, affascinato; e poi interdetto, annoiato, irritato e disilluso, come di fronte a un disgustoso studente universitario che si schiaccia i brufoli." (!)
Baci :)
@Simona: io latino e storia agli esami. Mi chiesero di parlare degli apologisti...figuriamoci!
Baci :)
lo lessi tempo fa
RispondiEliminamolto tempo fa
qui mi ritorna la memoria e con la grazia del tuo offrirne significativi stralci
m.
"mi hanno divertito, stimolato, affascinato; e poi interdetto, annoiato, irritato e disilluso, come di fronte a un disgustoso studente universitario che si schiaccia i brufoli"
RispondiEliminaAmo Virginia, anche per questa sua sfacciata sincerità.
ma trovo il coraggio almeno di condividerla.
@Maat: per me sarà qualcosa di piacevole da ricordare. Lo è ogni cosa che costa fatica ma dà in cambio tanto :) Ciao!
RispondiElimina@Cristina: difficile no stare accanto a Virginia, ma questa volta mi discosto, giusto un po'. Bacio :)
Amo Virginia, ho una forte devozione per Joyce. Sono due teste geniali a cui l'umanità intera deve riconoscenza. Purtroppo si fatica a leggerli, ma quando si entra in loro ci si sente bene, soddisfatti, ci si sente salvati!
RispondiEliminaA proposito di "Itaca" J.J. ha scritto:
RispondiElimina"Sto scrivendo Itaca in forma di catechismo matematico. Tutti gli avvenimenti sono scomposti nei loro equivalenti cosmici, fisici, psichici ecc., per esempio Bloom che salta giù nell'interrato, che fa uscire acqua dal rubinetto, la minzione in giardino, il cono d'incenso, la candela accesa e la statua, così che il lettore sa tutto, ma lo sa nella forma più nuda e fredda, mentre Bloom e Stephen diventano in tal modo corpi celesti, vaganti come le stelle che contemplano."
Può piacere oppure no, ma di certo era geniale. un altro bacio
@Alicemate: si però non ti far sentire da J.J. che sei devota ( sai, vero, come maltratta la gente di Chiesa nell'Ulisse ):))
RispondiElimina@Maria: "Bloom e Stephen diventano in tal modo corpi celesti". Ho scelto il passo giusto, allora:)
Grazie! Un bacio
... Giacynta, a me la devozione non richiama la chiesa eh eh, forse sarei andata d'accordo con Joyce?
RispondiEliminaHo appena terminato "Dedalus", ancora siiiiii!
Sai che da giovane è stato in collegio dai gesuiti, era uno studente valorizzato e attento a seguire consigli e regole... poi
@Alice: è una costante: chi ha studiato dai preti diventa il loro peggior fustigatore. Tra le "menti" gli esempi non si contano. Ciao e buona mattinata:)
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