"Nel Votivpark pare che quest'anno mettano delle sedie, al posto delle panchine - raccontò la signorina. - quattro centesimi a testa ".
"Tutto diventa ogni giorno più caro. Le dico, signorina mia, è sempre più grigia la vita. Cosa crede che costi quest'anno un chilo di normalissimo... ".
Inghiottì tutto il chilo di normalissimo strutto che aveva sulla punta della lingua e ammutolì. Un giovanotto si era seduto tra lei e la signorina. E quando un giovanotto si sedeva accanto ala signorina, Frau Buresch, per l'amor di Dio, non voleva disturbare. Scivolò educatamente fino all'estremità della panchina e si concentrò sul proprio lavoro.
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Inghiottì tutto il chilo di normalissimo strutto che aveva sulla punta della lingua e ammutolì. Un giovanotto si era seduto tra lei e la signorina. E quando un giovanotto si sedeva accanto ala signorina, Frau Buresch, per l'amor di Dio, non voleva disturbare. Scivolò educatamente fino all'estremità della panchina e si concentrò sul proprio lavoro.
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"Cos'hai contro Stanie?".
"Niente" rispose Sonja. "Assolutamente niente. Solo non gli voglio più bene".
"Ma perché? Da quando?".
"Da quando? ... Veramente non gli ho mai voluto bene. O forse solo il giorno in cui l'ho incontrato. Da allora ho sempre avuto paura di lui; quando stavamo in mezzo alla gente, tremavo sempre al pensiero che si mettesse a litigare con qualcuno"."Ma è molto intelligente" replicò Klara Postelberg. "E sa assolutamente tutto. Si intende di tutto. Non molto tempo fa mi ha spiegato perché le verduraie stanno proprio al Bauernmarkt, tutte quante, mentre quelle che vendono i fiori vanno sul prolungamento della Kartnerstrasse. E poi, è alto, è un bell'uomo, non come Georg Weiner, che ... ".
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"Niente" rispose Sonja. "Assolutamente niente. Solo non gli voglio più bene".
"Ma perché? Da quando?".
"Da quando? ... Veramente non gli ho mai voluto bene. O forse solo il giorno in cui l'ho incontrato. Da allora ho sempre avuto paura di lui; quando stavamo in mezzo alla gente, tremavo sempre al pensiero che si mettesse a litigare con qualcuno"."Ma è molto intelligente" replicò Klara Postelberg. "E sa assolutamente tutto. Si intende di tutto. Non molto tempo fa mi ha spiegato perché le verduraie stanno proprio al Bauernmarkt, tutte quante, mentre quelle che vendono i fiori vanno sul prolungamento della Kartnerstrasse. E poi, è alto, è un bell'uomo, non come Georg Weiner, che ... ".
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A Willy Eisner piaceva raccontar fandonie. (...) dopo il disbrigo di quella faccenda non aveva saputo resistere alla tentazione di passeggiare un po' sulla Ringstrasse - i guanti glacé nella mano destra, il bastoncino nella sinistra. (...) Come vita ideale immaginava l'esistenza di chi la mattina legge tranquillamente la posta, poi va al caffé e, allungato in un'accogliente poltrona, la sigaretta in bocca, un bicchierino di liquore sul tavolino di marmo davanti a sè, osserva il viavai lungo la strada; di chi verso mezzogiorno, ora del passeggio, gironzola per il Graben quel tanto che gli garba, vede conoscenti e ne è visto, scambia con gli amici annoiate osservazioni sulle signore eleganti, poi pranza senza fretta e infine, il pomeriggio, seduto alla propria scrivania, conclude affari di estrema importanza. Willy Eisner, invece, dalle otto alle dodici e mezzo, e dalle due alle cinque e mezzo, era costretto a dividere l'ufficio con otto colleghi, a confrontare ininterrottamente conti e numeri e a spuntare gli importi esatti con un segmento a matita.
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"Una donna non dovrebbe frequentare caffè". Per incontrare una donna, uno deve salire quattro rampe di scale e suonare con il batticuore alla sua porta. inoltre non dovrà trovarla in casa, dovrà essere venuto per niente. Quando poi, deluso, ridiscenderà, si renderà conto di amarla.
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E io gli dico: " (...) Purtroppo ho le mani legate, ma..."
Stanislaus Demba si fermò e aggrottando la fronte guardò l'altro. " Che sta dicendo? Le mani legate?"
"Si, perchè infatti..."
"Ah così, ha le mani legate. Deve essere fastidioso".
"Cosa intende dire?"
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"Una donna non dovrebbe frequentare caffè". Per incontrare una donna, uno deve salire quattro rampe di scale e suonare con il batticuore alla sua porta. inoltre non dovrà trovarla in casa, dovrà essere venuto per niente. Quando poi, deluso, ridiscenderà, si renderà conto di amarla.
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E io gli dico: " (...) Purtroppo ho le mani legate, ma..."
Stanislaus Demba si fermò e aggrottando la fronte guardò l'altro. " Che sta dicendo? Le mani legate?"
"Si, perchè infatti..."
"Ah così, ha le mani legate. Deve essere fastidioso".
"Cosa intende dire?"
"Deve essere fastidioso" ripetè Demba con sguardo ironico. "Le mani legate! Immagino le punte delle dita che si gonfiano a causa del ristagno di sangue, tanto da dare l'impressione di scoppiare. Poi il dolore che sale su fino alle spalle..."
"Di che sta parlando ?".
" Mi figuravo soltanto come deve sentirsi ad andare in giro con le mani legate".
"Ma io volevo solo dire: le mani legate, perché, sa, gli interessi della banca ... ".
"Basta adesso" gridò Demba. "Perché parla di cose di cui non sa nulla, delle quali non pensa nulla e per le quali non prova nulla? Le parole che dice nascono già morte e puzzano di carogna non appena escono dalla sua bocca".
Leo Perutz , Dalle nove alle nove
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"Di che sta parlando ?".
" Mi figuravo soltanto come deve sentirsi ad andare in giro con le mani legate".
"Ma io volevo solo dire: le mani legate, perché, sa, gli interessi della banca ... ".
"Basta adesso" gridò Demba. "Perché parla di cose di cui non sa nulla, delle quali non pensa nulla e per le quali non prova nulla? Le parole che dice nascono già morte e puzzano di carogna non appena escono dalla sua bocca".
Leo Perutz , Dalle nove alle nove
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Ieri a Milano , nei pressi della Stazione Centrale, aspettavo pazientemente che una persona uscisse da un ambulatorio per riportarla a casa. Guardavo le persone e le macchine che passavano. La temperatura si era andata alzando durante la giornata ed ora, nella grande via senza un albero, raggiungeva sicuramente i 30 gradi. All'improvviso l'ho vista: stava su una Cinquecento fiammante con la capote scarlatta e si è fermata un attimo al semaforo. Portava lunghi guanti glacé e, naturalmente, telefonava...
RispondiEliminaQuando poi, deluso, ridiscenderà, si renderà conto di amarla.
RispondiEliminaMi piace l'agilità intelligente di questa scrittura, capace di passare dall'ironia tagliente del normalissimo chilo di strutto sulla punta della lingua alle lamentazioni dell'uomo incatenato in ufficio, dal romanticismo meraviglioso e demodé di chi in tre righe e mezza sa dirci tutto del batticuore e dell'amore all'indignata irruenza contro l'imbecillità delle frasi fatte...
RispondiEliminaGrazie per la passeggiata nell'antica Vienna... :D
mai farsi trovare a casa ecco dove sbaglio ;)
RispondiElimina@Guglielmo: mi stai "babbiando" o è successo davvero? In ogni caso mi piace ( mi riferisco al tuo commento, naturalmente ). :-)
RispondiElimina@Antonio e Amanda: i sentimenti! A starci dietro non ci si annoia di sicuro... Bacio doppio
@Nick: anch'io dovrei iniziare a ritagliare i tuoi commenti. :-) Perutz mi piace proprio per ciò che hai acutamente notato. D'altronde, era inevitabile che tu cogliessi certe sfumature.
Nel tuo "Tutta colpa di Tondelli" ho trovato la stessa varietà di toni... Se non hai mai letto niente di Perutz, potresti iniziare con questo romanzo oppure con "Il cavaliere svedese". Bacio .
mi piace da impazzire il paragrafo ""Una donna non dovrebbe frequentare caffè". Per incontrare una donna, uno deve salire quattro rampe di scale e suonare con il batticuore alla sua porta. inoltre non dovrà trovarla in casa, dovrà essere venuto per niente. Quando poi, deluso, ridiscenderà, si renderà conto di amarla" E' così intenso, così profondo, così vero...non conoscevo questo libro. Ogni volta, qui da te, la lista dei libri da acquistare/leggere si allunga a dismisura (e io sono una che legge...e anche tanto...ma tu mi batti, ragazza!)
RispondiEliminaGiurin giurèta, parola mia, è stata una visione -:)))
RispondiEliminaE' piu' forte di me. Devo per forza pensare alla Vienna di inzio '900. Anche a quella di dopo la Prima Guerra. L'hanno frequentara o cantata alcuni notevoli intellettuali. Si dice con tanto rimpianto. Non credo sia stato sempre cosi'. Il nazismo mise in fuga tanti dinquesti autori. Conosco meglio, dunque prediiligo, come ti ho gia' detto, Joseph Roth, che in pratica pago' con la vita le sue tante sfortune.
RispondiEliminapreso nota dei titoli. thanks :)
RispondiEliminaMa non vale! Ho appena acquistato un pacchettino di libri che sanno d’Austria e questo mi manca! Uffi, bisognerà fare un nuovo ordine…
RispondiEliminaGrazie
Da domani per qualche giorno sarò in Austria.Forse il libro di Perutz me lo dovrei procurare. E anche questa è una scoperta che ti devo. Grazie e un abbraccio
RispondiEliminaSanta paletta ma quanto diventa alta la pila dei libri che ancora devo leggere??!!
RispondiEliminaUna Vienna intellettuale,data,ricorda anche a me la Vienna dei grandi pittori,pensatori,studiosi di inizio novecento.
RispondiEliminaE' un magnifico invito alla lettura; infatti dai brani che hai postato si sprigiona un certo fascino mitteleuropeo, del quale peraltro l'editore Adelphi è rimasto forse da noi uno dei pochi custodi...
RispondiEliminaIn particolare mi colpisce, per "consonanza", l'ultimo brano, con quella frase conclusiva: "Perché parla di cose di cui non sa nulla, delle quali non pensa nulla e per le quali non prova nulla?" (ecc.)
Splendida osservazione, che si potrebbe utilizzare "socraticamente" in molte conversazioni, per mettere vari e assortiti interlocutori davanti alla "nullità" dei loro pigri luoghi comuni.
"Una donna non dovrebbe frequentare caffè"... quanta vita è passata e... quanta strada abbiamo fatta...
RispondiElimina@Monica e Sandra: la pacchia sta per finire... Da lunedì avrò molto meno tempo da dedicare ai nostri amati libri. Grazie, carissime.
RispondiElimina@Guglielmo: no comment! :-)))
@Adriano: il tema del libro è nell'ultimo passo che ho riportato. Il romanzo è ambientato nei primi del Novecento ed è "quasi" un giallo; proprio per questo, non dico altro, rovinerei il gusto della lettura. :-)
@Nick: dovrebbe seriamente piacerti ( se ti conosco un po'). :-)
@Barbara: sono curiosissima di sapere cosa stai per leggere. Aspetto post...:-)
@Grazia: Ho iniziato a leggere Perutz diversi anni fa, consigliata da un carissimo collega, lo stesso che mi ha "iniziato" a Paul Auster. Perutz è nella mia lista di autori preferiti anche nel mio profilo google... Un abbraccio e buon viaggio!
@Costantino:quella Vienna nel romanzo appare poco, tutto ruota intorno ad una situazione kafkiana. Grazie e a presto, spero.
RispondiElimina@Ivaneuscar: si, è uno dei momenti più significativi del romanzo. Ho deciso infatti di riportarlo, anche se mancano riferimenti utili a giustificarne la presenza in una "mappa letteraria". :-)
@Zicin: l'autonomia è una grande cosa, sono d'accordo con te. Si può sorseggiare una tazza di cioccolato in un Caffè, da sole o in compagnia di un'amica... senza dover necessariamente aspettare un uomo! :-)
Per incontrare una donna, uno deve salire quattro rampe di scale e suonare con il batticuore alla sua porta. inoltre non dovrà trovarla in casa, dovrà essere venuto per niente. Quando poi, deluso, ridiscenderà, si renderà conto di amarla.
RispondiEliminaNe siamo proprio sicuri?
ma è così difficile amare una donna?
RispondiEliminala tristezza dell'impossibilità di comunicare davvero...
@Alberto: c'è chi sente battere il cuore così e non altrimenti. :-)
RispondiElimina@Cristina: il passo potrebbe portare verso una riflessione come la tua, effettivamente. Si può pensare ad un sentimento che ha bisogno dell'assenza per accorgersi di esistere. Difficile però rinunciare allo "struggimento" del desiderio che, per sopravvivere, ha bisogno di non essere mai soddisfatto, di essere sempre rincorso, anche salendo e scendendo quattro piani di scale. :-)