Mucci mucci, sento odor di cristianucci...
... mi sembra ancora di sentire l'orco salivare mentre tenta di far dei miei due fratelli e di me bambina il suo primo, secondo e contorno... Così, quando, qualche giorno fa, Giuliano ha rievocato la favola del fagiolo magico in un bellissimo post dedicato a un film di Weir, ho pensato di rileggerla e di saperne di più.
Ho scoperto che:
- la fiaba è inglese ed è stata tramandata oralmente per molto tempo prima di essere pubblicata nei primi dell'Ottocento.
- L'espressione " Mucci mucci, sento odor di cristianucci" in inglese diventa
Fe, fi,fo, fum
I smell the blood of an Englishman,
Be he living, or be he dead,
I,ll grind his bones to make my bread.
- Che la suddetta, tragica espressione ricorre anche nel King Lear di William Shakespeare
... Fie, foh, and fum,
I smell the blood of a British man *
King Lear, Act 3, scene 4
* ...Mucci mucci, sento puzza di Britannucci
A pronunciarla non è King Lear, che pur impazzisce, ma un finto matto, il mite Edgar...
* ...Mucci mucci, sento puzza di Britannucci
A pronunciarla non è King Lear, che pur impazzisce, ma un finto matto, il mite Edgar...
KING LEAR ( soggetto dell'opera ) |
prova anche qui
Forse sò un grezzo io, eh, ma, dai ricordi, io sapeva Ucci Ucci... Comunque, a voler fare un po' li strologhi, (M)ucci (m)ucci è un tantino meno musicale del sibilo fi fo fum inglese, a tonfo ruzzolato...
RispondiEliminainutile a dicere l'italiano non tronca, non tronca... tutto endecasillabo molle molle, nun se rompe mai n'unghia de parola... però mi piace lo stesso, con un poco di estetismi.
Bel post memorioso
ciao
Da bambino era una delle mie favole preferite. Interessante la tua divagazione.
RispondiEliminaanche per me era " ucci ucci" e a volte era mio babbo che faceva la voce da orco per spaventare noi tre sorelle.Ho scoperto ora da te che ,senza saperlo, citava Shakespeare.Suggestivi,come sempre, i tuoi pensieri.
RispondiEliminaPer me, invece, questa è una favola poco "parlante"; da bambina non ricordo di averla particolarmente amata, ma è anche vero che i miei non avevano l'abitudine di leggere le fiabe a noi figli. È stato mio fratello, più grande di me di 8 anni, che ormai quasi adulto ha cominciato, un po' per scherzo, a leggermi ogni tanto qualche favola. Ricordo quelle letture con grande divertimento, con lui che faceva tutte le voci e cambiava le battute, trasformando ogni fiaba in un delirio surreale.
RispondiEliminaCome al solito, sono stupita dall'ampiezza e dalla singolarità dei tuoi spunti.
Un abbraccio
Ma lo sai che sono venuto qui con l'attesa di leggere un post sulla nostra situazione sociopsicopolitica? Vagamente, certo, però è quello che mi aspettavo. Vagamante avevo l'immagine di un orco, mangiatore onnivoro, di cose e persone, che mangia mangia mangia, e diventa sempre più smisurato, fino a che nessuno può più fare qualcosa, che so, accendere il televisore, comprare un libro, fare spesa, senza diventare cibo, senza produrre cibo, per l'orco. Ecco, immaginavo allora che tu parlassi di quest'orco che s'accorge che c'è qualcuno che sta cercando di sfuggire al terribile incubo che è diventata la sua condizione sociopsicocibopolitica, e...
RispondiEliminaAssomigli sempre più a un'Enciclopedia Totale, eppure mai noiosa, sempre simpatica e stimolante... Anch'io ricordavo Ucci Ucci, ma credo ci sia molto fascino anche nelle infinite varianti di queste cose... :)
RispondiEliminaAl momento non ricordo una favola preferita, anche perché avevo la fortuna di ascoltarne molte: la nonna mi leggeva Andersen, la mamma raccontava quelle più tradizionali ma le affiancava a quelle bellissime di Gianni Rodari, e poi c'erano quelle incise su dischi a 45 giri... Bei tempi...
Fiabe sempre molto importanti, condensato di sapienza e di indicazioni. Ciao
RispondiElimina@Daniz: in realtà anch'io ricordavo Ucci ucci, ma Cino Chiarini, nell'edizione italiana di King Lear che ho a casa, traduce il sibilante Fi fo fum con Mucci mucci. Mi sono fidata...
RispondiEliminaCerto, M)ucci (m)ucci : Fi fo fum = un bicchiere di Lambrusco : a cup of tea
Grazie per il tuo mosso commento. A presto!
@Ally: anche a me piaceva la fiaba. In realtà gli orchi non mi hanno mai spaventato davvero. Li trovavo a volte un po' sprovveduti forse per la mancanza di esperienza : erano quasi sempre a soli ! Magari con un blog.... :-))
@Grazie: è un'informazione che ho acquisito ieri e che trasmetterò al mio orco personale ( anche a me la raccontava di gusto mio padre ):-))
@Duck: mentre leggevo immaginavo la scenetta. Anche tuo fratello doveva divertirsi parecchio. In effetti non è così malvagio il ruolo dell'orco. Ti abbraccio anch'io
@Rom:... e per farlo sentire trascurato decide di parlare d'altro e di un altro orco...
Bellissimo il tuo commento, Rom. Molto efficace visualizzare nel modo che hai scelto il sistema dominante.
@Nick: carissimo, in effetti ET mi sento, ( l'extraterrestre )... :-))
Hai ragione, i momenti in cui si stava lì ad ascoltare fiabe non si dimenticano ( per fortuna ). Anch'io ero ben circondata come te. Bacio.
@Soffio: come darti torto? Si impara molto da piccoli. Ci sono fiabe, però, il cui significato si riesce a comprendere solo da grandi, quelle di Andersen, per esempio. Ciao e a presto. :-))
Mi ricordo bene questa favola, anch'io con Ucci Ucci, ma mai comunque avrei immaginato che avesse a che vedere con Shakespeare.
RispondiEliminaSei sempre favolosa cara Giacy.nta e oggi più che mai :)
Un abbraccio,
Lara
Splendida conferma delle antiche radici di una favola! Credo ci siano dei racconti (vedi Andersen, forse non sempre, e Rodari) che non affondano nell'arcano, ma talvolta sì. Posso citare per titolo, come fosse un indovinello (a te, del resto, molto graditi!), la vera storia di Barbablù? E' un discorso che porta lontano, molto lontano, soprattutto dalla sensibilità corrente di noi moderni, se é vero che le fiabe oggi più note discendono da versioni molto, molto crude che appassionavano i nobili francesi in epoca (guarda un po'!) barocca ...
RispondiEliminaIl fascino delle origini. Il fascino della tradizione orale. La mia nonna da bimba "andava a filòss" nella stalla, la sera.
RispondiEliminaUcci ucci ucci che paura!
;-)
Chissà perché quando ho letto la fiaba tradotta in inglese ho pensato a questa frase che sottolinea la condizione contadina delle nostre campagne lombarde di almeno 50 anni dello scorso secolo...
RispondiEliminafam fréc e fumm -:=)
quanti pensieri nelle favole
RispondiEliminache bei ricordi
un saluto
Giacy t'ho mandato un messaggio tramite blogger, non so se l'hai ricevuto.
RispondiEliminaNon so neanche se arrivano nella posta.
@Lara: carinissimo il tuo gioco di parole... Grazie e un bacio.
RispondiElimina@Adriano: ho cercato qualcosa su Barbablù. Preferirei, però, che a raccontarmi la storia fossi tu... : -)) Un abbraccio
@Sandra: avevo due nonne meravigliose, una in un paesino di quasi montagna ed una in città. Devo dire che le fiabe che ricordo meglio sono naturalmente quelle di paese... Un bacio
@Guglielmo: Accostamento suggestivo. Grazie. Il mio terronico, però, mi consente solo di intuire il significato dell'espressione... :-))
@Tiziana: Benvenuta! Grazie per esserti fermata qui. :-))
@Discepolo: carissimo, è un'ora che provo a capire come fare per trovare il messaggio che mi hai mandato o per tentare di inviartene uno io. Purtroppo non ci riesco... Un bacione
p.s.
hai per caso un account splinder?
Altra bellissima pillola di cultura. Curiosa e affascinante, come sempre. Buona domenica mia cara.
RispondiEliminaBellissimo post, grazie. Anch'io ricordavo Ucci Ucci, ma devo dire che la versione originale è ancora più bella!
RispondiEliminaun caro saluto
Non ho un account splinder. Ma ho un tumblr che volevo darti, in modo tale da non 'perderci di vista'.
RispondiElimina@Nela e Iulia: grazie, carissime e buona domenica.
RispondiEliminaLa ricordo anche io. Mio fratello, quando mi nascondevo da lui perchè voleva farmi paura (ha 7 anni più di me), mi cercava e pronunciava sempre quell'ucci ucci...
RispondiEliminaBuon fine domenica
Giulia
@Giulia: ho scoperto, grazie a questo post, che condividiamo più o meno gli stessi ricordi relativamente a questa movimentata fiaba. Ti abbraccio e ti ringrazio.
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