mercoledì 12 maggio 2010

spettatori





Sono sempre stato un sognatore ironico, infedele alle promesse segrete. Ho sempre assaporato, come altro e straniero, la sconfitta dei miei vaneggiamenti, assistendo casualmente a ciò che credevo di essere. Non ho mai prestato fede alle mie convinzioni. Ho riempito le mie mani di sabbia, l'ho chiamata oro e l'ho lasciata scivolare via. ( ...) Ho una specie di dovere di sognare sempre, perchè non essendo altro nè volendo essere altro che uno spettatore di me stesso, devo avere il miglior spettacolo del mondo. Così mi costruisco di oro e di seta, in sale immaginarie (...) fra giochi di luci blande e musiche invisibili.

Fernando Pessoa, Il libro dell'inquietudine 
                                                                             

4 commenti:

  1. Molto bello, e tutt'altro che inquieto questo passaggio che ci regali!
    ricambio volentieri la visita!

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  2. E' vero, non c'è dramma se il finale dello spettacolo è già noto e scontato. Grazie e a presto!
    Giacinta

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  3. Pessoa come Kafka, in modi diversi, immensi.
    ogni volta che li rileggi trovi cose nuove, pochi si fanno leggere e rileggere, senza annoiare mai.

    ma la foto mi sembra di Cracovia, non di Lisbona:)

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  4. Si, la guglia del campanile non dà adito a dubbi. E' Cracovia.
    Pessoa non si vergogna di fondare sulla cerebralità il suo modo d'essere. La necessità, il contingente gli è così distante... Per questo tutte le volte può dirci qualcosa di diverso. si muove in una dimensione universale e non particolare...dunque anche una foto che non sia di Lisbona...

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