domenica 13 marzo 2016

Pontormo



...alla stanza dove stava a dormire e tal volta a lavorare si saliva per una scala di legno, la quale entrato che egli era, tirava su con una carrucola, a ciò niuno potesse salire da lui senza sua voglia o saputa. Ma quello che più in lui dispiaceva agl’uomini si era che non voleva lavorare se non quando et a chi gli piaceva, et a suo capriccio; onde essendo ricerco molte volte da gentiluomini che disideravano avere dell’opere sue, et una volta particolarmente dal Magnifico Ottaviano de’ Medici, non gli volle servire, e poi si sarebbe messo a fare ogni cosa per un uomo vile e plebeo e per vilissimo prezzo. (...) Ma ancor che questo procedere del Puntormo, e questo suo vivere soletario et a suo modo fusse poco lodato, non è però se chi che sia volesse scusarlo, che non si potesse. (...)  Già non è niuno artefice obligato a lavorare se non quando e per chi gli pare; e se egli ne pativa, suo danno. Quanto alla solitudine, io ho sempre udito dire ch’ell’è amicissima degli studi. 

G. Vasari,  Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori 



Pier Paolo Pasolini cita un famoso dipinto di Pontormo in uno degli episodi di RoGoPaG (1963 ), La ricotta ( qui )


Per saperne di più fai click  qui  (  blog "Abbracci e pop corn" )


4 commenti:

  1. ti suggerisco di guardare il video con l'episodio di RoGoPaG, se non lo conosci.
    Ciao! :-)

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  2. Approvo in pieno la solitudine amicissima negli studi. Come sempre posti stralci veramente interessanti. Grazie, gemellina.

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  3. Ho trovato il passo di Vasari che ho pubblicato in un libro nato per essere centellinato, come un buon vino. E' "Il libro della sera" ed è a cura di Davico Bonino. Ci sono 365 passi, ognuno di un diverso autore; è un modo per scoprire qualcosa di nuovo prima di spegnere la luce e addormentarsi, sera dopo sera :-)

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