Pontormo
...alla stanza dove stava a dormire e tal volta a lavorare si saliva per
una scala di legno, la quale entrato che egli era, tirava su con una
carrucola, a ciò niuno potesse salire da lui senza sua voglia o saputa.
Ma quello che più in lui dispiaceva agl’uomini si era che non voleva
lavorare se non quando et a chi gli piaceva, et a suo capriccio; onde
essendo ricerco molte volte da gentiluomini che disideravano avere
dell’opere sue, et una volta particolarmente dal Magnifico Ottaviano de’
Medici, non gli volle servire, e poi si sarebbe messo a fare ogni cosa
per un uomo vile e plebeo e per vilissimo prezzo. (...) Ma ancor che questo procedere del Puntormo, e questo suo
vivere soletario et a suo modo fusse poco lodato, non è però se chi che
sia volesse scusarlo, che non si potesse. (...) Già non è niuno artefice obligato a
lavorare se non quando e per chi gli pare; e se egli ne pativa, suo
danno. Quanto alla solitudine, io ho sempre udito dire ch’ell’è
amicissima degli studi.
G. Vasari, Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori
Pier Paolo Pasolini cita un famoso dipinto di Pontormo in uno degli episodi di RoGoPaG (1963 ), La ricotta ( qui )
Per saperne di più fai click qui ( blog "Abbracci e pop corn" )
Genio puro insomma
RispondiEliminati suggerisco di guardare il video con l'episodio di RoGoPaG, se non lo conosci.
RispondiEliminaCiao! :-)
Approvo in pieno la solitudine amicissima negli studi. Come sempre posti stralci veramente interessanti. Grazie, gemellina.
RispondiEliminaHo trovato il passo di Vasari che ho pubblicato in un libro nato per essere centellinato, come un buon vino. E' "Il libro della sera" ed è a cura di Davico Bonino. Ci sono 365 passi, ognuno di un diverso autore; è un modo per scoprire qualcosa di nuovo prima di spegnere la luce e addormentarsi, sera dopo sera :-)
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