venerdì 14 giugno 2013

l'animalino senza peso

                                                                                                                     
                                                                                     dizoonario letterario





Tra i nostri compagni di pianeta c’è anche un certo animalino il cui nome, francamente, ignoro e con tutta probabilità ignorerei quando pure mi fossi dato la pena di consultare i più minuziosi repertori zoologici. Per darne un’idea alla svelta, dirò che le sue dimensioni appaiono estremamente ridotte ( sui quattro o al massimo cinque millimetri ) ; che la sua forma è all’incirca quella tra rotondeggiante ed oblonga di molti insetti; che il suo colore è di un bianco abbagliante; che il suo aspetto generale è quello di un minuscolo piumino. 

Lo si incontra di solito sotto le acacie; percorre il terreno, rispetto a lui accidentatissimo, con aria indaffarata. Cosa poi cerchi tanto vivacemente, so meno che mai ( è bensì vero che tal famoso abitante di Sirio non seppe cosa pensare della nostra umana agitazione ). M'è piaciuto raccattarne alcun esemplare, a tempo perso: come lieve, come innocuo; come fidente, oso dire. Sebbene da me di proposito stuzzicato, non mi pinzava, non mi faceva alcun male, mi evitava persino il suo proprio peso; traversava la mia mano inavvertito, non fosse stato per il mio sguardo che attentamente lo scrutava, a null'altro badando che a trarsi da quella rischiosa situazione senza mio danno.
Ora, un giorno, a tal perdigiorno pensosamente e disperatamente seduto al rezzo uno di questi animalini salì per caso sulla scarpa. E il perdigiorno lo lasciò salire; lo aspettò su per i pantaloni; infine con una lieve pressione del pollice...
E perché poi lo uccise? Perché fatto feroce dalla sua stessa disperazione, perché uomo, sta bene; ma forse solo perché la creatura in parola era piccina, indifesa, leggera. Ecco sì: tanto senza peso, da doversene quasi forzatamente concludere che fosse...senza peso appunto, senza significato.


da Animalini in Diario perpetuo di Tommaso Landolfi,  ed. Adelphi


12 commenti:

  1. Non conoscevo questo testo di Landolfi che rimane uno dei miei scrittori preferiti...
    Grazie Giacynta

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  2. Quel misto di raffinatezza, eleganza, crudeltà e cinismo che fa parte della scrittura di Landolfi e, in qualche modo, di tutti noi. La delicatezza e la vulnerabilità rischiano, a volte, di essere tentazioni irresistibili.

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  3. Altro che indifesa, la creatura è una cocciniglia ed è più dannosa di un esercito di cavallette. Ogni giorno una guerra, e vince sempre lei :(
    (ciao giacynta)

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  4. @Costantino: diciamo che tutto lo farebbe pensare...:)

    @Guy e Grazia: abbiamo una comune predilezione, allora:)

    @ape: in foto c'è effettivamente uno Pseudococcus longispinus, ma non sono certa che sia davvero l'animalino di Landolfi:)Ciao e benvenuta ( sono contenta di vederti qui)! :)

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  5. il vivi e lascia vivere non è della nostra specie, bellissimo il brano

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  6. @Amanda: l'uccellino del tuo avatar non gli avrebbe fatto del male sicuramente:)

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  7. Ecco, mi hai fatto scoprire delle righe bellissime, che non conoscevo. Ci trovo una sintonia perfetta con la mia piccola lumachella...
    Un abbraccione!

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  8. @Sandro, Versus: grazie a voi! :)

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  9. alla fine ci sono arrivato: Franz Kafka, Odradek.
    so che a Landolfi non piaceva essere paragonato a Kafka, e quindi aggiungo che i due racconti sono molto diversi
    :-)

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  10. @Giuliano: appena riletto, hai ragione( lo dico sussurrando :)
    Un rocchetto di filo piatto e a forma di stella e senza fissa dimora la cui sopravvivenza risulta "quasi dolorosa".
    Grazie!

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