domenica 2 dicembre 2012

neon


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Era una notte nera e tiepida, in qualche luogo dell'Appalachia. Di tanto in tanto qualche macchina mi passava accanto, i fanalini rossi si allontanavano, i fari bianchi avanzavano, ma la città era morta. Nessuno passeggiava e rideva sui marciapiedi come avrebbero fatto i borghesi che prendono il fresco nella dolce, matura, putrida Europa. Ero solo a godere la notte innocente e i miei pensieri terribili. Un ricettacolo in rete metallica sul marciapiede era molto pignolo in fatto di contenuti accettabili: Spazzatura. Carta. Niente immondizia.


Lettere di luce rosso amarena segnalavano un negozio di macchine fotografiche. Un grande termometro col nome di un lassativo poggiava tranquillamente sulla facciata di un Drugstore. La Gioielleria Rubinov esponeva diamanti artificiali riflessi in uno specchio rosso. Un orologio verde illuminato galleggiava nelle profondità bianco amido della Lavanderia Jiffy Jeff. Dall'altro lato della strada un Garage disse nel sonno Lubrica Genuflessione; e si corresse in Genflux Lubrificazione. Un aeroplano, a sua volta ingemmato da Rubinov, passò ronzando nei cieli di velluto. Quante cittadine immerse nella notte avevo visto! E questa non era ancora l'ultima.
Lasciate che la tiri un po' per le lunghe, tanto lui è spacciato. Ancora oltre, sul lato opposto, le luci al neon pulsavano due volte più lente nel mio cuore: il contorno dell'insegna di un ristorante, una grande caffettiera, esplodeva ogni abbondante secondo una vita di smeraldo, e ogni volta che si spegneva lo sostituivano delle lettere rosa che dicevano Buona Cucina, ma la caffettiera si distingueva ancora come un'ombra latente che solleticava lo sguardo prima della nuova risurrezione di smeraldo. Abbiamo fatto le ombre cinesi. Quel borgo furtivo non era lontano dai "Cacciatori incantati". Stavo di nuovo piangendo, ubriaco di quel passato impossibile.


Vladimir Nabokov, Lolita
traduzione di G.A. Mella








Links

Neon, la materia luminosa dell'arte

Paura e disgusto a Las Vegas ( sequenza del  film )


...nel 1902 l'inventore francese Georges Claude iniziò a condurre esperimenti con le scariche all'interno di tubi sigillati riempiti di neon e l'11 dicembre 1910 mostrò la prima lampada commerciale al neon ai visitatori della fiera dell'auto a Parigi. (...)
La luce rossa brillante faceva senz'altro colpo (...)sembrava venire dal nulla - non c'era niente che bruciasse, nessun filamento incandescente, solo la luminosità eterea del vapore -, il neon possedeva una qualità magica che gli valse il soprannome di "fuoco liquido".
(...)
Il primo messaggio pubblicitario al neon, con i tubi che formavano la parola "CINZANO", si illuminò sugli Champs-Élysées nel 1913, lo stesso anno della Sagra della primavera di Stravinsky ( che venne rappresentata lì vicino e fu uno dei più grandi fiaschi di tutti i tempi ).

Il compositore francese Erik Satie, cronista musicale del progresso tecnologico, scrisse un breve pezzo per pianoforte, Sur Une Lanterne, il cui testo opzionale pregava le nuove luci della città dicendo "N'allumez pas encore. Vous avez le temps ".
(...)
Ma la modernità chiamava e le luci si accesero senza indugio. (...) Il neon, che portava già nel suo stesso nome il richiamo al nuovo, divenne così l'emblema della novità. 
Alla fredda luce rossa del neon puro si affiancarono presto altri prodotti da differenti composti di gas: riempiendo i tubi con l'argon si otteneva un blu pallido, aggiungendo un po' di mercurio si aveva un bianco splendente e usando tubi di vetro colorato era possibile completare l'arcobaleno elettrico.
(...)
In The Late George Apley, di John P. Marquand, il protagonista (...)resta inorridito da una visita a Broadway, dove vede insegne elettriche che si muovono "in modi nervosi".(...) "Il nostro emblema della vergogna". Marquand si sta richiamando a emblemi della vergogna più letterari, vale a dire alla lettera rossa A - la "lettera scarlatta" del romanzo di Nathaniel Hawtorne - con cui venivano marchiate le adultere secondo una vecchia tradizione del New England. Le luci rosse al neon sembrano indicare che la città si sta prostituendo agli interessi commerciali, o anche peggio...

Hugh Aldersey-Williams, Favole periodiche, ed. BUR saggi



Links

Erik Satie, Sur Une Lanterne

Il neon 
         

22 commenti:

  1. nelle città moderne forse i neon hanno un loro senso, ma quanto osceni sono nelle nostre città medievali?

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  2. Concordo con chi mi precede.
    Bello il brano di Satie non lo conoscevo.

    Un abbraccio
    Cri

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  3. Al Neon preferisco di gran lunga la Neo (edizioni) :-))))

    Ma quanto è grande Nabokov? Quelli come lui si illuminano di luce propria... e di riflesso illuminano la nostra via.

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  4. Ho visto opere d'arte bellissime e insegne sfacciate create con il neon. Dipende, al solito da chi lo usa.A me non disturba nei centri storici, mi disturbano di più certi abusi edilizi. Il neon, al limite,si può spegnere...

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  5. Quoto zio Scriba, e mi inginocchio davanti a Nabokov. "Lolita" è un capolavoro, uno dei pochi romanzi che merita la fama che ha, assiene a "Sulla strada" e pochi altri ...

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  6. Il neon mi mette tristezza, una tristezza da centro commerciale, da Luna Park, da sale d'attesa in stazioni desolate. Non riesco proprio a legare la sua luce a niente di caldo o piacevole. E mi sembra che anche Satie la pensasse così.

    :-)

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  7. AH, vive le néon, j'en suis tout allumé!

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  8. "e sia la luce" non bastava più !

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  9. @Amanda,Grazia, Sandro, Versus, Giardy:

    strano destino quello del neon: è un gas classificato come "nobile" ma ha concorso allo sviluppo del capitalismo, della borghesia. E'per giunta definito anche "inerte"- come gli altri suoi gas fratelli, ovvero l'Argon , l'Elio, il Cripto, il Radon, lo Xenon - perchè non si combina con altri elementi; un solitario, dunque, condannato a illuminare le metropoli...

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  10. @Cristina, Sandro: Satie non è estraneo alle avanguardie e reagisce alla modernità...in quale senso non so, però:)

    @Nick: nelle tue mani le parole sanno rivelare il loro aspetto più nascosto:)))

    @Ally: concordo. E' uno scrittore che appezzo molto. )

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  11. Interessante questo post sul neon. Devo dire che ricordo aver visto un'opera al Guggenheim di Bilbao, con una di quelle scritte a metà fra il motto impattante e un principio filosofico, ma, a dir il vero, non mi ricordo più cosa aveva scritto. La memoria inizia a far brutti scherzi.
    Sorry, non contribuisco "fattivamente" col mio commento.

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  12. @Gemellina, non hai riconosciuto niente nel filmato che c'è tra i links? Volendo c'è anche questa... da museo ( è di Lucio Fontana )

    http://www.yiaos.com/index.php?pagid=scheda_articolo&id_articolo=976

    baci

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  13. Che bel post! Quando penso ad arte e neon mi viene subito in mente Dan Flavin. Le sue installazioni sono una delle poche opere rimaste (perché "site specific") a Villa Panza, qui dalle mie parti.

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  14. @Silvia:Grazie per la segnalazione!
    Lascio qui il link di un video per chi volesse vedere le sue installazioni:)

    http://www.youtube.com/watch?v=ad4SuVCeNV8

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  15. Let me sleep all night in your soul kitchen
    Warm my mind near your gentle stove
    Turn me out and I'll wander baby
    Stumblin' in the neon groves

    Well, your fingers weave quick minarets
    Speak in secret alphabets
    I light another cigarette
    Learn to forget, learn to forget
    Learn to forget, learn to forget
    (è nel primo disco dei Doors...)

    :-)

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  16. @Giuliano: è un testo criptico ma neanche tanto, sebbene ci sia il richiamo ad un codice "binario":)
    Sembra che la cucina ci sia davvero e non sia solo una rappresentazione del pensiero; per giunta dovrebbe essere anche dalle mie parti... a Venice. Un ristorantino caro a J.M.:)

    http://www.isolapiana.com/max/doors/albums/thedoors/soul_kitchen.htm

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  17. in altre versioni, mi pare nel disco live, canta "the neon lights"
    Grove sarebbe un boschetto, secondo il mio dizionarietto...
    Un boschetto di neon.
    (quando ho letto "neon" mi è partita in automatico: "the neon lights", e poi "speaking secret alphabets" mi piaceva troppo)
    :-)

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  18. Giuliano: sì, è la parte che piace più anche a me.:)
    Mi piace anche molto avere qui, nel mio post, J.M.:)
    Grazie!

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  19. io mi sono riguardata tutti i link, ma forse sarà il freddo che mi rattrappisce il cervello, perché non son riuscita a riconoscere ciò che tu mi suggerivi. Heeeelp!

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  20. @Nela: sto perdendo colpi; abbi un po' di pazienza :). Cercherò con più calma appena possibile. Baci

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  21. La fotoche hai postato è una composizione di Mario Merz?
    Fu il primo a capire la potenza del neon come forma d'arte
    e fece cose sublimi.

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  22. @Massimo:
    No, non penso sia sua.
    Ti lascio un link: la II foto che troverai è l'installazione di Merz nella mostra di Roma "Neon, la materia luminosa dell'arte":)
    Ciao e grazie

    http://www.foglidarte.it/index.php/luoghi-mostre-eventi/237-neon-la-materia-luminosa-dell-arte

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