Chiudendo gli occhi, alcune volte mi capita di andare indietro negli anni con i ricordi e , anche se questi mi procurano sempre una nostalgia struggente per i volti cari che si affacciano alla memoria, riesco a riviverli chiaramente, non come se mi trovassi protagonista in un film, ma come se nell'oscurità di una stanza vedessi scorrere davanti a me, lentamente, tante diapositive nitide e parlanti.
Dopo la rilettura del libro " I moti popolari di Matera del 1860 - Eccidio Gattini - " di Niccolò De Ruggieri, mi è venuta in mente la frase di cui al titolo " Tin la chep di Iattin " ( hai la testa di Gattini ) ed allora ho ricordato in modo molto preciso un episodio di quando ero ancora un ragazzo di scuola elementare e possedevo una cartella di cartone.
Nel pomeriggio, avevo preso l'abitudine di fare i compiti in cucina, mentre mia madre lavava i piatti e le stoviglie in due bagnarole piene d'acqua. Quando finivo, lasciavo la cartella su un panchetto di legno ( u vanghtidd ) che, per la verità, era sempre umido, perchè mia madre era solita poggiarci sopra i tegami appena lavati.
Col passar dei giorni, il fondo della cartella si era ammorbidito parecchio e mia madre non mancava di ricordarmi che non dovevo usare il panchetto per quello scopo: " Quante volte te lo devo ripetere che non devi posare la cartella sul panchetto bagnato! Possibile che non lo capisci? Il fondo della cartella si ammorbidisce sempre di più e potrebbe anche rompersi!" Ma io, testardo come un mulo, quando lei toglieva dal panchetto i tegami bagnati per asciugarli e metterli al loro posto, continuavo a fare quello che avevo sempre fatto.
Un giorno, però, a scuola, ebbi la sgradita sorpresa di non trovare nella cartella le due asticciuole, di cui una nuovissima, e lo scatolino che conteneva quattro pennini. Mi resi conto che il fondo della cartella presentava un bel buco e, certamente, di lì erano scivolati via e s'erano persi per strada. Il maestro mi vide piangere, mi consolò e, per mettermi in condizione di scrivere, mi regalò un'asticciuola e un pennino.
Tornai a casa e non riuscii a trattenere le lacrime quando comunicai la notizia a mia madre, che gridò con convinzione:
"TIN LA CHEP DI IATTIN "
Io pensai al significato di questa frase e immaginavo che forse avevo la stessa testa di un gattino. Ma non ero tanto convinto.
Chiesi spiegazioni a mio padre, che nel frattempo mi aveva rifatto il fondo nuovo della cartella, e mi chiarì che la frase voleva dire che " ero testardo come Gattini", un ricco signore di Matera che, nel 1860, si rifiutò caparbiamente di cedere ai contadini le terre demaniali e, per questo motivo, venne ucciso sul loggiato di Piazza Sedile in maniera molto crudele.
Pierino
p.s.
anche il disegno è di Pierino, mio padre :)
Palazzo Gattini ha mutato destinazione d'uso ( ! ) , ora è un albergo a cinque stelle ( qui )
Grande Pierino!!!! (Bravo pure a disegnare!)
RispondiEliminaE pure io non scherzo, quanto a "CHEP DI IATTIN"... :-))))
Salutami papà, quando lo vedi!
Che grand'uomo tuo padre! Mi fa ricordare il mio che non c'è più.Se posso, fagli da parte mia un grande abbraccio e i miei complimenti come narratore e disegnatore.
RispondiEliminache bel Pierino !
RispondiEliminaIl ricordo di quando le cose s'aggiustavano,
RispondiEliminabello!
Bellissima storia!
RispondiEliminaMa tu sei di Matera?
Quanta tenerezza. Davvero, come dici tu, struggente. Chissà perché proprio sotto Natale anche a me affiorano tanti flash...proprio come spezzoni di film, hai detto bene, e quasi tutti riguardano mio babbo o mia nonna.
RispondiEliminaBune feste.
...ehm...ovviamente dovevo scrivere "buone"
RispondiEliminaMi piace molto il racconto e bello anche il disegno. Tuo padre doveva essere una persona davvero in gamba!
RispondiEliminaApprofitto per farti gli auguri di Buone Feste.
Un abbraccio
Cru
Che grande papà e che ricordo semplice ma profondo..
RispondiEliminaGrazie per queste belle storie che toccano sempre fino in fondo i nostri cuori!
Papà sarà sicuramente felice di ricevere i vostri saluti, complimenti ed abbracci. Consegnerò ogni cosa personalmente tra qualche giorno!
RispondiEliminaGrazie a tutti!
@Silvia: sì, sono di Matera ma non vivo più lì da molti anni. Facendo un po' di conti,ormai è il paesaggio veneto quello che ho visto per più tempo:)
Avere il dono della manualità è qualcosa che ho sempre ammirato (e un po' anche invidiato , ma nel senso buono). Tu, con la "manualità" letterale del saper bene aggiustare le parole, ovvero di metterle al posto giusto, sei figlia di cotanto padre. Un abbraccio a te e un saluto a tuo padre.
RispondiEliminaMagnifique expression du haut vénitien!
RispondiEliminaMais le Romantic week-end in Matera, WOW !!!
( Excuse-moi pour ce post écrit en français)
Ciao.
Racconti che danno emozioni indelebili.
RispondiEliminaBuon Natale,Costantino.
ma il tuo babbo dovrebbe raccoglierli in un volume i suoi racconti e le sue illustrazioni
RispondiElimina@Nela: grazie per il complimento! Si, devo essere nata per mettere le cose a posto, per sistemarle, organizzarle( è quello che mi diceva una persona a me molto cara )ma tendo a credere poco a questo: basta guardare i miei cassetti e gli scomparti dell'armadio di casa ...:)
RispondiElimina@Versus: non ti scusare, ho capito tutto e ti ringrazio ( e perdonami se ti rispondo in italiano ):)
@Costantino, Amanda: papà ha scritto molti racconti ed anche delle bellissime favole. E' grazie a lui se, sin da piccola, ho fatto dei libri i miei amici. Il mio nume tutelare, papà, non può mancare nel mio blog, con i suoi racconti:)
RispondiEliminaGli trasmetterò i vostri complimenti. Gli farà piacere.
Mi rendo conto che l'infanzia a matera è leggermente diversa da quella di un paesino dell'hinterland milanese... ma i ricordi dei genitori forse non sono poi così tanto lontani. Due sono quelli che rimangono stampati nella mia memoria: il primo è quando mio padre mi leggeva (di rado e per grandi occasioni) qualche poesia di Trilussa. La sua nascita (casuale) a Roma l'aveva avvicinato a questo poeta ed era uno dei pochi libri che avevamo in casa negli anni '50, con la sua bella copertina blu e le pagine sottili. L'altro ricordo è una foto che tengo accanto al letto nella quale io bambino sono seduto sulle ginocchia di mio padre sulla scala di accesso alla casa dove ancora oggi abito. Mio padre mi tiene le mani in grembo e sorridiamo.
RispondiEliminaCiao Giacy e buone cose...
@Grazie Guglelmo, anche tu, come ha fatto e fa papà, mi racconti delle cose molto belle:)Buone cose anche a te!:)
RispondiEliminaBel racconto, narrato peraltro molto bene. Complimenti più che meritati, dunque, e aspett(iam)o altri racconti. Cari Auguri a te, ed anche ovviamente al tuo papà.
RispondiEliminaTrovo una volta di più i ricordi di tuo padre belli, intensi, significativi! Buone Feste a voi tutti!
RispondiElimina@Dreaming and Running, Adriano: grazie, amici! Buone feste anche a voi!
RispondiEliminaGiacy, allora sei "figlia d'arte"!
RispondiEliminaCerto che se guardiamo i nostri alunni di oggi il pensiero che fino a qualche decennio fa uno scolaro potesse piangere per avere perso i pennini fa rimanere allibiti... (la chep di Iattin però ce l'hanno anche loro!)
Tanti complimenti a tuo padre e buone vacanze!
un bacio
Quella testardaggine che ci aiuta ad essere un po' noi stessi. Che simpatici i gattini e anche gli asinelli. Un caro augurio per il Natale e per il nuovo anno.
RispondiEliminabuon natale.
RispondiEliminaChe bei ricordi...e che bravo il tuo papà anche a disegnare!
RispondiEliminaAuguri!!
@Maria: non avevo pensato ad un utilizzo "professionale" dell'espressione... Sono fortemente tentata! Baci
RispondiElimina@Francesco, Bartolo, Simona: grazie! Siete gentilissimi! Cari auguri a voi!:)
Mitico Pierino ... ecco da chi hai imparato ad amare la scritura e l'arte.
RispondiElimina@Ally: sì, proprio così:) Ciao, Ally e grazie!
RispondiEliminaTi lascio qui i miei auguri per un felicissimo 2013 :)
RispondiEliminaLascio qui i miei auguri per un radioso 2013. E che sia un altro anno ricco di musica, libri, viaggi, pezzetti di vita che rendono indispensabile passare da queste parti.C'è sempre il profumo di cose buone. Un abbraccio.
RispondiElimina@Nick, Barbara: Grazie, amici! Auguri e saluti affettuosi a voi!:)
RispondiEliminaTi lascio i miei auguri su questo post che racconta di papà, di lavoro, di scuola, ma in particolare leggo passione per la vita, la vita di tutti noi.
RispondiEliminaUn gran 2013 Giacy!!!
@Alicemate: grazie, cara! Felice anno nuovo!:)
RispondiEliminaChe emozione! Chapeau!
RispondiEliminaPaolo
@Paolo: grazie, carissimo. Ho già riferito a papà:))
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