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Lei lo prese sottobraccio e continuò : " In una notte come questa, sfiorando d'un timido passo la rugiada, Tisbe...".
" Permetta, permetta: come mai lei è così colta da conoscere anche Shakespeare?"
"Per la stessa ragione sua. Non sono stata sempre una virtuosa moglie e un'abitante della bigotta Konotop. Mi sono diplomata al ginnasio di Kiev con tanto di medaglia d'oro."
" D'accordo, ma si parla di tanto tempo fa..."
" Che cosa vogliono dire queste impertinenti gentilezze? Si sbaglia, sono passati appena dodici anni. "
Lui guardò in tralice la figura di lei slanciata e diritta, la sua faccia vivace cosparsa di lentiggini: " Ha ragione. Ancora due giorni fa, quando l'avevo appena conosciuta, gliene avevo dati una trentina, ma per un'ucraina è già vecchiaia".
" Lasci stare la mia vecchiaia. Non sono affatto ucraina, ma cosacca. Mi dica piuttosto chi era Tisbe, l'ho già dimenticato".
" E chi lo sa! Non ha importanza, ma poi, a quanto ricordo, vengono parole meravigliose. "
" Si, proprio meravigliose: " Tisbe avvistò l'ombra del leone innanzi di veder la belva e ne fuggì atterrita. "
Con tristezza lui riprese: "In una notte come questa, ristette Didone sulla riva del mare..."
E concluse nello stesso tono: " In una notte come questa, Medea raccolse le erbe magiche, che avrebbero dovuto ringiovanire il vecchio Esone".
" Dio, come suona bene! L'ombra del leone, quella Medea, poi le erbe magiche... E pensare che non c'è nessuno che potrebbe innamorarsi di me!"
" E io che ci sto a fare? "
" Lei è un cinico e una persona prosaica, mentre io avrei bisogno di un poeta. E poi perché? Le mie due settimane di vacanza passeranno in un lampo, e poi di nuovo Konotop!"
Non è una tragedia. Solo una felicità breve e bella.
" Come dorme dolcemente lo scintillio della luna, qui, su questa panchina!" Veramente non è su una panchina, ma su questo dirupo. Sediamoci un momento, Medea. "
"Sediamoci, Esone..."
Girarono dal lato del sentiero e si sedettero sull'erba riarsa proprio sul ciglio del dirupo.
" Didone, sa che la cosa più bella di lei è la sua voce profonda, ucraina. E poi lei è intelligente, cordiale..."
Lei si tolse dal piede una scarpina tartara e scuotendone la polvere mosse le dita del piede affusolato, scuro a metà per l'abbronzatura.
" Un piede bellissimo. Posso baciarlo?"
"Per carità. In una notte come questa la triste Medea... In una notte come questa... Ma che scostumato, non mi lascia nemmeno finire..."
Ritornarono lentamente, tardi, con la luna ormai bassa nel cielo, con l'acqua che giù sulla riva brillava di cupi riflessi dorati e c'era un tale silenzio che si percepiva il va e vieni semiassonnato dell'onda.
7 aprile 1949
Ivan A. Bunin, Racconti d'amore, Bur
traduzione di Giovanna Spendel
Nel racconto, Ivan Bunin cita battute di dialogo di Jessica e Lorenzo, due personaggi shakespeariani.
Ne Il mercante di Venezia, Jessica, figlia di Shylock, fugge dalla casa paterna per sposare Lorenzo.
Nella I scena del V atto, i due innamorati evocano storie di celebri amanti che sotto una limpida luna videro compiersi il loro destino.
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Lorenzo - La luna splende di tutto il suo lume. In una notte come questa, quando il dolce vento baciava leggermente gli alberi ed essi non facevano il più piccolo rumore, in una notte come questa, Troilo, io credo, salì sulle mura di Troia ed esalò in sospiri la sua anima, volto verso le tende dei Greci, dove quella notte taceva Cressida.
Jessica - In una notte come questa, Tisbe sfiorò timidamente col piede la rugiada e vide, prima dello stesso leone, l'ombra di lui e fuggì atterrita.
Lorenzo - In una notte come questa Didone, con in mano un ramo di salcio, s'arrestò sul selvaggio lido, e faceva cenni al suo amore di tornare a Cartagine.
Jessica - In una notte come questa, Medea colse le erbe incantate che dovevano ringiovanire il vecchio Esone.
Lorenzo - In una notte come questa Jessica fuggì come una ladra dalla casa del ricco ebreo e, con un amante sprovveduto, corse da Venezia sino a Belmonte.
Jessica - In una notte come questa, il giovane Lorenzo le giurò di amarla immensamente e le rubò il cuore con molte proteste di verace amore, e nessuna di esse era sincera.
Lorenzo - In una notte come questa, la leggiadra Jessica, come una piccola bisbetica, calunniò il suo amante ed egli le perdonò.
Jessica - Io vi batterei nel ricordare notti famose, se nessuno ci disturbasse. Ma zitto! Odo il calpestio di qualcuno.
W. Shakespeare, Il mercante di Venezia - Atto V, scena I -
La storia di Piramo e Tisbe è raccontata da Ovidio nelle Metamorfosi.
Qui il testo ( lettura vivamente consigliata ) :)
A Piramo e Tisbe dedica un epigramma John Donne, autore d'età elisabettiana.
Two, by themselves, each other, love and feare
Slaine, cruell friends, by parting have joyn'd here.
John Donne ( 1572- 1631 )
Di propria mano, l'un dall'altro uccisi,
da paura e amore, da crudeli amici divisi,
da essi qui infine riuniti.
( traduzione di Rosa Tavelli )
Piramo e Tisbe di Ovidio li conosco perché li ho portati, come tesina, all'esame di maturità.Se non mi sbaglio c'è un esempio di esametro perfetto: Phiramus et Thisbe, iuvenum, pulcherrimus alter.Quante cose si immagazzinano dentro di noi e quanti ricordi mi sollecitano i tuoi post.! Leggerti è come entrare in un palazzo incantato della memoria e aprire una stanza dietro l'altra. Grazie
RispondiEliminaDevo aver fatto casino
RispondiEliminaperchè m'è venuto in mente il cantico dei cantici e non so perchè.
Dev'essere un improvvido frullio di neuroni.
Le sue gambe, colonne di alabastro,
posate su basi d'oro puro.
Il suo aspetto è quello del Libano,
magnifico come i cedri.
Mamma mia quanti testi dovrei mettere sul comodino.
RispondiEliminaVertiginosamente bello e interessante come tutti i tuoi post. Devo però dire che quando, in un libro o in un film, mi ritrovo con due personaggi che citano a turno a memoria la stessa (anche grandiosa) poesia, non mi fanno mai un effetto romantico. Indipendentemente, ripeto, dalla cosa bella che riportano in vita, mi sembrano due pappagallini scolarizzati, incapaci di parlare con parole loro.
RispondiEliminaqueste matrioske letterarie sono splendide in un pomeriggio gelido in attesa dei primi fiocchi
RispondiElimina@Grazia: mi vergogno, ma il latino l'ho praticamente dimenticato, quindi ringrazio te per la citazione :)
RispondiElimina@Massimo: contenta che il post si sia trasformato in un certame poetico :)
@Sandra: fanno sempre buona compagnia, comunque:)
@Nick: I racconti di Bunin sono strepitosi. I primi due della raccolta sono praticamente perfetti. Ti consiglio di superare quel piccolo preconcetto, almeno nel caso di Bunin:) Io trovo il contrappunto estremamente raffinato:)
@Amanda: qui si prevedono i primi fiocchi verso le quattro. Probabilmente li vedremo più o meno nello stesso momento. Un bacio e grazie!
No no, nessun certame,
RispondiEliminase battaglio lo faccioper vincere
e qui, con te, non mi conviene manco cominciare.
Notte.
@Fammi capire: il tuo nome è Massimo?
RispondiEliminap.s.
vinceresti, stanne certo:)
Una meraviglia dopo l'altra, nei tuoi post. Mi sono persa a guardare le foto della luna.
RispondiEliminaLa storia di Piramo e Tisbe io l'ho imparata dal Sogno di una notte di mezza estate...
RispondiElimina:-)
perciò mi scappa sempre un po' da ridere, anche se è tragica. (soprattutto quando arriva il leone, per tacer del muro!)
Solo molti anni dopo sono andato a cercare Ovidio.
@Silvia: contenta di aver trovato cose di tuo gradimento:) Ciao!
RispondiElimina@Giuliano: effettivamente Shakespeare non è molto tenero con i due amanti. La trovata più bella di tutte per me è quella del muro animato: esce di scena con sui propri piedi portandosi via il sogno romantico:) Buffo davvero:)
Sublime message, vraiment!
RispondiEliminaMerci.
Di tante emozioni causate da questa lettura, che del resto esprimerei molto male, metto in evidenza solo che mi ha fatto tornare in mente un dolente racconto di Joseph Roth sulla vicenda di un austriaco prigioniero dei russi durante la prima guerra mondiale.
RispondiEliminaHei Giacy!
RispondiEliminain un posto così falso che senso ha conoscere i nomi veri?
@Versus: molto gentile! Ciao!
RispondiElimina@Adriano: grazie per questa tuo ricordo. :)
@nucci massimo: va bene, vuol dire che sarò costretta a digitare sulla tastiera uno due tre quattro........uff, ben 12 lettere! Un nome fittizio più corto? Un diminuitivo?
Se le bugie hanno le gambe corte, gli avatar dovrebbero coerentemente accorciarsi. :))
Buona domenica!
“Piramo e Tisbe, tra i giovani il più bello l’uno, l’altra superiore in bellezza a tutte le fanciulle d’Oriente..."
RispondiEliminaBeh una qualche sfiga dovevano pur averla anche loro, mica possono capitare solo a quelli vecchi , brutti ed un po' rimbambiti...
@Guy: dici che la fine degli altri possa dare consolazione? Ho i miei dubbi. Come vedi, al catastrofismo, almeno a quello, non c'è limite, fine... :))
RispondiEliminaTu la sai lunga,
RispondiEliminati ricordi come comincia Moby Dyck
uno dei più begli incipit della letteratura
"Chiamatemi..."
* nucci massimo
RispondiElimina"Call me Ishmael"...
Divinamente bello, quell'incipit, al punto che ho voluto omaggiarlo col mio: "Se non vi piace Corradino, chiamatemi come vi pare." :)
davvero, mette un'aria di mistero su tutto il romanzo
RispondiEliminae mette in forse anche il racconto che Ismaele fa.
E il tuo Corradino è un sacro omaggio.
solo vi prego non chiamatemi... :)
RispondiEliminaCiao a tutti e due!:))
Maatrioske letterarie.. già.
RispondiElimina:-)
@Maat:...allora, di tuo gusto!
RispondiEliminaNotte!In quest'ora straordinaria, gli altri giorni, io sono chiuso nel sonno, vicino alla morte, non più animato di un burattino, di un soldatino di piombo, di Lampo, il mio cavallo a dondolo.
RispondiEliminaNotte! In quest'ora straordinaria, gli altri giorni, Narciso (etc.etc.)
Alberto Savinio, Tragedia dell'infanzia
Grazie! Mi piacerebbe ringraziarti chiamandoti ma la notte ha rubato il tuo nome:-)
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