lunedì 26 novembre 2012

Sonnet to sleep


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Negli anni del Secondo conflitto mondiale, Benjamin Britten  compose tre cicli di liriche per Peter Pears, il tenore di cui si stava innamorando. Si tratta di Les Illumination ( ne ho parlato qui ), di Seven Sonnets of Michelangelo e di Serenade.
Il terzo e ultimo ciclo di liriche, Serenade, è costituito da sei  poesie di autori inglesi  ( Cotton, Tennyson, Blake, un anonimo del XVsecolo, Ben Jonson, Keats  ) tutte vertenti sullo stesso tema, il rimpianto dell'età dell'innocenza.
La composizione di Keats che Britten sceglie  è Sonnet to sleep
Il sonetto è un'invocazione. 
Il poeta chiede al lieve e premuroso sonno di chiudergli gli occhi, perchè la  luce non possa ferirlo e, una volta al buio, di serrare lo scrigno in cui riposa la sua anima quieta, perchè la curiosa e molesta coscienza, come una talpa, non possa scavare nel suo cuore procurandogli sofferenza.





Sonnet to sleep

O soft embalmer of the still midnight, 
Shutting, with careful fingers and benign,
Our gloom-pleas'd eyes, embower'd from the light,
Enshaded in forgetfulness divine:
O soothest Sleep! if so it please thee, close
In midst of this thine hymn my willing eyes,
Or wait the "Amen," ere thy poppy throws
Around my bed its lulling charities.
Then save me, or the passed day will shine
Upon my pillow, breeding many woes,--
Save me from curious Conscience, that still lords
Its strength for darkness, burrowing like a mole;
Turn the key deftly in the oiled wards,
And seal the hushed Casket of my Soul.

John Keats 


Links 

Britten timeline

Casa museo di John Keats a Roma

13 commenti:

  1. La traduzione di questa poesia potrebbe farla (solo) un poeta. E' strano che la poesia non esista come linguaggio universale, quando si traduce non si perde (forse) il senso, ma tutto il resto scompare ed è (quasi ) tutto: scompare la musicalità, la rima (se c'è), scompaiono i giochi di parole e le assonanze... Forse hanno capito tutto i poeti che usano il dialetto: vanno per la loro strada e chi ha la pazienza di cantare le poesie e ascoltarne il suono (forse) non capirà il senso, ma scoprirà tutto il resto.

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  2. Non conoscevo questa musica di Britten. E' bellissima!

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  3. Un'altra scoperta: una musica bellissima e adatta al mio stato d'animo di oggi. Ancora una volta, Giacinta, sei telepatica!

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  4. Che bello rileggerla e per di più sentirla musicata! Reminiscenze ginnasiali, molto lontane, che chiudono un giorno difficile. Grazie cara gemellina!

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  5. Mi ci portò la mia insegnante d’inglese del liceo. Non avevo mai visitato una “casa museo” prima di allora. Ne rimasi totalmente affascinata. Un ricordo lontano che fa tornare a galla altri ricordi nascosti tra la polvere del passato. Grazie Giacinta.

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  6. Struggente il risultato Artistico, ma ancor più la storia d'amore che ci sta dietro.

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  7. Keats...reminiscenze della scuola: avevo una brava prof che leggeva benissimo "in lingua" e amava la poesia. Bastonava duramente se non studiavi ma era una gioia ascoltarla.

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  8. @Steve: ciao!

    @Guglielmo: forse succede anche perchè l'immaginario ( che prende forma nelle poesie attraverso le analogie o attraverso la scelta di un ritmo, di un suono sillabico o di tutto ciò che concorre a definire un testo lirico )è molto personale. La poesia, svincolata dalla funzione denotativa, propria solitamente dei testi in prosa, lascia una grande libertà espressiva e una altrettanto grande libertà interpretativa...

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  9. @Cristina: Britten sta diventando il mio musicista preferito... :)

    @Grazia: spero che nel frattempo sia tornato il sole:) ( sempre che la luna non ti piaccia di più )
    baci:)

    @Nela: Pensa, ho scoperto Keats sfogliando l'antologia in adozione durante il primo anno di insegnamento. Naturalmente l'ho proposto ai ragazzi. :)

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  10. @Barbara: Grazie a te per essere passata di qui:) Il post è stata un'occasione anche per me per rileggere Keats:)

    @Nick: come dicevo più su, Britten, che non conoscevo prima di qualche mese fa, è stato per me un incontro bellissimo:)

    @Sandra: mi piacerebbe che i miei allievi potessero considerarmi un tramite affidabile ma ho paura che degli insegnanti di una volta sia rimasto solo il ricordo...purtroppo!:)

    @Adriano: la penso come te. E' un testo struggente, rimane un margine strettissimo per la speranza o forse non c'è neanche quello; nel contempo è dolcissima.

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  11. Cara Giacy, come sempre con poche parole e con l'ausilio di altri strumenti (musica, video, immagini, riferimenti vari, ecc. ecc.) riesci a condensare un'infinità di emozioni-riflessioni... il tuo blog è una guida letteraria, spirituale, musicale e anche turistica! un bacio

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