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Il negozio ( 1 ) occupava la parte anteriore della camera d'ingresso ed era separato dal resto della casa da una tenda molto doppia e colorata.
Si vendeva un po' di tutto: dalla pasta ai dolcetti, dalle caramelline alla farina, dallo zucchero alle calze di lana, dai fazzoletti ai tappi di sughero per le bottiglie.
Ogni tanto mio padre trovava posto nell'automobile di un suo amico, per recarsi a Bari a fare provviste.
Quella sera, di ritorno da Bari, c'ero anch'io: ero seduto sul sedile posteriore della macchina ed avevo poco spazio a disposizione, perchè vi erano molti pacchi.
Mio padre e il suo amico parlavano continuamente e ognuno raccontava le proprie avventure galanti che....erano stati costretti a subire o i fatti loro accaduti durante il servizio militare.
I miei occhi non riuscivano più a stare aperti e il mio braccio destro scivolò pesantemente su uno dei tanti pacchi. la mia mano avvertì al tatto qualcosa che mi tenne poi sveglio per tutto il viaggio.
Praticai un piccolo buco nel pacco e, pian piano, venivano fuori le caramelle che, scartocciate con molta attenzione per non far sentire il benché minimo rumore ai due bravi narratori, finivano nella mia bocca, già pronta ad accoglierle con la dovuta attenzione...
Non so quante ne mangiai, ma sento ancora il loro sapore e il loro profumo.
( 1 ) L'esperienza del negozio durò poco meno di un anno.
Chiacchiere, chiacchiere:
ecco cosa si dicevano
mio padre e il suo amico.
Si erano dimenticati di me.
Le caramelle
furono la mia vendetta
Pierino
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una dolce vendetta, la migliore!!! ;)
RispondiEliminaSolite divertenti corrispondenze: oggi si parlava di servizio militare (ma purtroppo non di caramelle) anche da me... :)
RispondiEliminaPerò cominciavo a preoccuparmi: eravamo tutti abituati che se sparivi per qualche giorno lo facevi sapere...
Bentornata!
Baci8
Bentornata...e con questo ricordo dolce dolce.
RispondiElimina@Monica: indipendentemente dalle caramelle, se tu conoscessi mio padre ( che è dolcissimo ), troveresti l'aggettivo assolutamente appropriato. :-)
RispondiElimina@Nick: come le caramelle di mio padre, le tue poesie sono una sorta di vendetta :-)
Grazie per il resto. Sei molto caro.:-)
@Sandra: si, sono tornata con qualche dolce racconto di papà. Grazie!
Chissà chi ti ha ricordato papà ... -:)))
RispondiElimina@Guglielmo: corrispondenze... :-)))
RispondiEliminaÈ vero dolce vendetta e molto bella anche la maniera con cui tu parli del tuo"dolcissimo" padre. Mi hai fatto rimpiangere di un aver dato abbastanza spazio alla" dolcezza" del mio.Spesso, troppo spesso, l' ho temuto senza saperlo ascoltare.Un grande abbraccio, da figlia a figlia
RispondiEliminaQuesto é proprio un plastico ritratto di un pezzo vero d'Italia che fu!
RispondiEliminaLa dolcissima saggezza di Pierino...
RispondiElimina:-)
Come mi son ritrovata in quel desiderio di vendetta del bambino che si sente trascurato dagli adulti!
RispondiEliminaChe bel quadro di vita vera, ha ragione Adriano.
Un abbraccio
potrebbe essere la scena di un film stile la famiglia di scola o amarcord :)
RispondiEliminaCiao, hai vinto il premio sul mio blog, ma non ho ricevuto la mail con il tuo indirizzo postale. Contattami e al più presto potrò inviare il pacco [che non è un pacco :) ]. Fammi sapere anche se hai preferenze tra i libri che avevo indicato. Buona serata e a presto!!
RispondiEliminaCiao Giacinta, un gradevolissimo racconto il tuo, gradevole come.sicuramente, lo saranno state quelle dolcissime caramelle :)
RispondiEliminaUn caro saluto
Cri
Un dolcissimo ricordo, oggi probabilmente un bambino nel sedile posteriore giocherebbe con uno dei tanti giochi elettronici e non si curerebbe di altro. Vuoi mettere invece il sapore di una caramella proibita?! Bye&besos
RispondiEliminaSono contenta che il racconto di mio padre, Pierino, vi abbia trasmesso la dolcezza di quelle caramelle...
RispondiEliminaScusatemi per il ritardo con cui vi rispondo.
Un bacio e un grazie.
molto divertente, delicato come un racconto ottocentesco. Ma hai poi subito delle contro-ritorsioni? :-)
RispondiEliminaLa vendetta delle caramelle. Intenso e diretto come il disegno, credo dello stesso autore.
RispondiEliminadeve essere stato bello con tutte quelle caramelle
RispondiElimina@silviomini: chiederò a mio padre. E' lui che ha mangiato le caramelle ed ha scritto il racconto. :-)
RispondiElimina@Ally: si, il disegno è di mio padre. Anche a me piace molto, in particolare il dettaglio degli occhiali dell'autista e poi la massa delle caramelle in cui il bimbo piacevolmente affonda.:-)
@Soffio: in effetti sì, visto che a, distanza di anni, mio padre ne ha conservato in memoria il sapore. :-)