domenica 6 novembre 2011

nonni



Aveva cercato il nonno per farsi raccontare una di quelle storie fantastiche che solo lui riusciva a snocciolare. Il vecchio partiva sempre da pochi elementi verosimili nella loro quotidiana banalità e ci ricamava sopra un fitto arabesco.   ( ...)
L'aveva trovato, come al solito,  nel giardino che fingeva di fare qualche lavoretto. Si nascondeva spesso, quando la stagione lo permetteva, nel giardino folto e un po' selvaggio che stava davanti alla casa. Cosa facesse esattamente lì dentro nessuno lo sapeva esattamente: non potava alberi o cespugli, non contrastava l'invadenza dell'edera che ormai copriva il muro di cinta tracimando oltre, non sfoltiva il sottobosco dalle erbacce, insomma non faceva nulla di utile per la conservazione di quel luogo e la sua crescita regolata. Apparentemente, almeno.


Guglielmo Gaviani, Traversagnetta








Al nonno piaceva incasellare in sentenze le cose del mondo. Sentenziava masticando il sigaro e fingendo un'aria di marinaio di molti mari, proprio lui che odiava l'acqua, non esclusa quella del lavabo. Liberale di ferro, beffeggiava le blande simpatie socialiste della nonna: " Chiudi tre dei tuoi in una stanza e dopo mezz'ora avranno quattro opinioni differenti". Passava molte ore del giorno a scrivere un romanzo che non finiva mai, ma secondo la nonna non aveva scritto un rigo: " E' una posa per tenere a distanza mocciosi e villani". Nessuno, però osava forzare il Pensatoio, lo stanzino dove il nonno passava quasi tutto il giorno, tranne quando pioveva, perchè allora usciva a passeggiare senza l'ombrello, solo, con il cappello di feltro dalla tesa slabbrata. Era buddista ma di Budda non sapeva granché.


Andrea Molesini, Non tutti i bastardi sono di Vienna








La Susanna dei salami d'oca era cugina di Nona Màlia, mia nonna paterna, che sopravvive in figura di agghindata, minuscola ammaliatrice in alcune pose di studio eseguite verso il 1870, e come una vecchietta grinzosa, stizzosa, sciatta e favolosamente sorda nei miei ricordi d'infanzia più lontani. Ancor oggi, inspiegabilmente, i piani più alti degli armadi restituiscono suoi preziosi cimeli: scialli di trina nera trapunti di pagliette iridate, nobili ricami di seta, un manicotto di martora straziato dalle tignole di quattro generazioni, posate d'argento con le sue iniziali : come se, dopo quasi cinquant'anni, il suo spirito inquieto ancora visitasse la nostra casa.
Ai suoi bei giorni era nota come " la Strassacoer"...


Primo Levi, Il sistema periodico






Foto di Guglielmo Gaviani 


Il blog di Guglielmo 



17 commenti:

  1. Non ci credevo: ho riaperto la pagina tre volte e poi era vero... -:)))
    Troppa grazia Giacy -:)))

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  2. Guglielmo: a portare grazia qui sei tu! :-))

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  3. "Mi piaccion le fiabe, raccontane altre!", Francesco Guccini, "Un vecchio e un bambino", dall'album "Radici", 1972.

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  4. I nonni: quanti ricordi e quanto affetto.Belle le citazioni e belle le sensazioni che tornano alla mente.I miei nonni avevano visto due guerre, erano passati da una situazione di miseria di contadini toscani (quando il Chianti non era ancora country chic) al benessere, ma non avevano dimenticato le vecchie abitudini.Non sprecavano nulla, avevavo l'orto, si facevano dare del voi dai figli.Da allora sembra passato un tempo infinito e tutto è cambiato.Da loro ho imparato la sobrietà, l'onestà e le opere di Verdi.
    Grazie per avermici fatto pensare e un omaggio a loro, ai nonni!
    E ora vado a vedere il blog di Guglielmo.

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  5. sempre intriganti le tue citazioni. mi piace leggerti anche se non commento quasi mai

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  6. In Gaviani scorgo un bel tocco poetico che andrebbe forse però un po' più coltivato, cesellato, editato: come il nonno non ha potato abbastanza avverbi. Ma lo dico con il rispetto che si deve a chi ama la scrittura, e spero non la prenda male (fra l'altro il suo blog è incantevole, molto affine al tuo!). Il brano di Molesini mi sembra rivelare uno scrittore più "di mestiere", ma non è detto che sia inarrivabile (così come non è detto sia obbligatorio esserlo di mestiere...).
    In ogni caso grazie, amica mia, per questi assaggi. Sei come sempre un'ottima padrona di casa, che sa deliziare gli ospiti.

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  7. tu sai giacynta quanto sono stata "nonnolata" in vita mia, i nonni sono così importanti che se non ci fossero bisognerebbe inventarli o bisognerebbe addottarne uno se non si ha mai fatto esperienza di nonnolamento

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  8. hai letto "mio nonno era un ciliegio" di angela nanetti???
    poesia, pura poesia!

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  9. @Aitan: in questo momento mi rivedo bambina, quando, ascoltando una una fiaba, ero capace di gonfiarmi di gioia e di speranza inseguendo un'immagine, un dettaglio. Le cose non sono molto cambiate... Non ci sono i nonni, rimangono i libri e gli scrittori che per me sono dei meravigliosi alchimisti...

    @Grazia: è vero, in alcune famiglie si tendeva a mantenere una certa distanza tra persone di generazioni diverse con gli effetti che hai così ben descritto. Mi piace molto il modo in cui hai liquidato il country chic ;-)
    Il blog di Guglielmo a me piace molto, se lo visiterai con una certa frequenza, ti accorgerai delle innumerevoli qualità del padrone di casa ma anche della sua irrequietezza: cambia in continuazione " la carta da parati" della sua home:-))

    @Dede: per fortuna posso affidarmi ai miei amici scrittori. Dovessi contare solo su di me ( non mi piace molto scrivere, esprimermi attraverso parole ), il blog sarebbe già moribondo... :-)

    @Nick: i racconti di Guglelmo mi hanno fatto compagnia in questi giorni . Traversagnetta è "una strada che", a detta dell'autore, "non c'è ( più )" così come la terra e le brughiere che fanno da sfondo e non solo alle vicende restituite con dolcezza, malinconia, ironia. Mi sono piaciuti moltissimo soprattutto i primi racconti e quello da cui è tratto il passo che ho riportato. In quest'ultimo c'è una scena che difficilmente dimenticherò, quella del nonno davanti allo specchio ( non dico di più per non togliere il piacere della scoperta a chi dovesse leggere "Traversagnetta"). Penso che Guglielmo apprezzerà la tua sincerità. Non lo conosco di persona ma penso, come sua lettrice ( blog compreso ) di aver capito qualcosa di lui.
    Guglielmo, come Primo Levi ed n altro amico di blog, Giuliano, è un chimico / scrittore. Una combinazione di elementi( è il caso di dirlo ) riuscita .

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  10. @Amanda: contrariamente alla sottoscritta, a te piace scrivere, oltre che leggere, non è difficile accorgersene frequentando il tuo blog. Tra le cose più belle che ho letto da te ci sono senz'altro i racconti di "memoria", quelli in cui ridefinisci il passato della tua bellissima famiglia.:-)

    @Pina: cuginetta, non potevi mancare in un post dedicato ai nonni. Impossibile non ricordare i nostri e la grande casa, il presepe con i mandarini, le gabbiette dei canarini e cardellini, la collezione di francobolli sui vecchi elenchi telefonici, lo stanzino/dispensa con l'odore dei meloni, e mille altri dettagli della nostra infanzia tutti ricadenti nel "territorio" d'azione di nonno e nonna. Siamo state fortunate.
    Passando alla tua domanda, non ho letto il libro della Nanetti...provvederò. Ho imparato a fidarmi delle tue segnalazioni. Un bacio.

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  11. Ci sono dei nonni che sono più speciali di tanti altri, già di per sé strepitosi: é un incanto leggere di loro in racconti così lirici.

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  12. .....e ancora
    il brodo rosso di nonna
    il colletto e il sottogonna inamidati per la festa della bruna
    la processione natalizia per la grande casa alla luce di tremolanti candeline
    il fischiettio di nonno espedito con le gambe dondolanti mentre compilava la schedina del totocalcio
    il sorriso della nonna, dolce carezza nei tristi momenti.......

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  13. libri magnifici, sto leggento ora quello di Molesini ...

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  14. I nonni mi mancano, mi sono sempre mancati. Quelli paterni non li ho potuti conoscere, sono morti che io non ero ancora "nemmeno nella mente di Dio" come diceva non ricordo chi; quelli materni li vedevo, quando ero bambina, una volta all'anno per pochi giorni (vivevano lontani). Poi sono morti anche loro.
    Ricordo la soggezione in cui mi metteva il nonno, solitario, silenzioso, che però mi metteva da parte, a tavola, i bocconcini migliori, che mi metteva nel piatto senza dire nulla e senza guardarmi; e ricordo la dolcezza di mia nonna, che aveva sempre un buon odore di pannocchie e sapone, mi guardava sempre con grandissima tenerezza, sorridendo sdentata, e con la quale, però, non potevo parlare: lei sapeva solo il dialetto veneto e io non la capivo.
    Li ho vissuti poco, ma sono rimasti a modo loro dentro di me, come una presenza leggera, diafana, quasi un tenerissimo sogno, di cui ogni tanto affiorano i ricordi.
    Grazie per avermeli fatti ritrovare per un istante.
    Un abbraccio affettuoso

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  15. i nonni della mia vita
    sono un romanzo nella mia mente
    per niente felice... il romanzo.

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  16. Adoro il mondo dei nonni, molto probabilmente perché fa una parte inscindibile dal mondo infantile. Quanta calma anche in mezzo alle tempeste!
    Grazie Giacynta e un abbraccio :)

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  17. @Adriano: è vero, spesso sono meno omologati dei figli e dei nipoti. :-)

    @Pina: certo, la processione con le candeline...:-))

    @Antonio: ho ascoltato Molesini a Pordenone. E' un gran affabulatore. Ha snocciolato non so quante storielle ed aneddoti simpatici.

    @Duck: "una presenza leggera, diafana" è così che vedo anch'io una delle mie due nonne. Sai sempre trovare le parole giuste, preziosa Duck!

    @Cristina: mi spiace di averti fatto riaffiorare immagini non proprio piacevoli.
    Un bacio

    @Selene: si, di solito è così. Si sta tranquilli vicino ai nonni. Un bacio, carissima.

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