Per la prima volta da quando aveva comprato il taccuino rosso, ciò che scrisse quel giorno non aveva niente a che fare con il caso Stillman. Viceversa si concentrò sulle cose che aveva visto mentre camminava. Non si fermò a riflettere su quello che stava facendo, né ad analizzare le possibili implicanze del suo atto inconsueto. Era ansioso di registrare alcuni fatti, e volle metterli nero su bianco prima di dimenticarli. ( ...)
Un clarinettista di età indefinibile, con in testa un cappello che gli nascondeva il volto, seduto a gambe incrociate sul marciapiede come un incantatore di serpenti. Davanti a lui c'erano due scimmiette meccaniche, una con un tamburello e l'altra con un tamburo. Mentre la prima scuoteva e la seconda batteva, scandendo un bizzarro e infallibile ritmo sincopato, l'uomo improvvisava minime, infinite variazioni sullo strumento, con il corpo rigido che oscillava avanti ed indietro mimando energicamente il ritmo delle scimmiette. Eseguiva con naturalezza e allegria dei motivi in minore animati e sinuosi, come per la gioia di essere insieme alle sue amiche caricate a molla, chiuso nell'universo che si era creato, senza mai alzare gli occhi. Continuava ininterrottamente, e alla fine la musica era sempre la stessa, ma più rimanevo ad ascoltarlo e più trovavo difficile andar via.
Trovarsi dentro quella musica, essere attirato all'interno del cerchio delle sue ripetizioni: forse un luogo in cui finalmente è possibile sparire. ( ... )
Baudelaire: Il me semble que je serais toujours bien là où je ne suis pas.
Paul Auster, Città di vetro in TRILOGIA DI NEW YORK
.
Eheh, un Taccuino Rosso in comune, io e il meraviglioso Paul... Felice di aver intercettato anche il tuo post temporaneo con la sua intervista a Napoli: bello sentire la sua voce, sublimi quelle sue parole per scoraggiare la via della Scrittura, e sul Sacrificio che essa richiede, salvo poi subito aggiungere "Quelli che seguono il mio consiglio... non erano scrittori!"
RispondiEliminaMa quanto gli voglio bene? Riuscirò mai a dirglielo? Dovrò dedicargli un romanzo?
Un abbraccio a lui e uno a te! :)
Spero di non apparire blasfema...ce l'ho anch'io un taccuino rosso. Con l'elastico.
RispondiElimina;O)
@Nick:
RispondiEliminaTi lascio uno dei link dei video girati in occasione della rassegna di Pordenone "Dedica a...". E' lì che l'ho visto e gli ho parlato.
http://www.dedicafestival.it/spip.php?article263
Voglio averlo tra le mani il tuo romanzo dedicato a lui. Sarà una gioia doppia leggerlo.
p.s.
Hai visto come gli fa bene l'aria di Napoli? Continuava a ripetere la parola ENERGIA ed in volto era bianco e rosso come il suo/tuo taccuino. Ti abbraccio forte, Nick :-)
@Sandra: I taccuini rossi sono magici, quello di Quinn, il protagonista di "Città di vetro" sopravvive al suo autore.:-)
Sono andato subito a sentirmelo... "Una patologia, quasi una maledizione"... "Tutti quelli per cui il mondo non basta..."
RispondiEliminaSplendido.
p.s.
RispondiEliminama tu eri lì? se sì, la prossima volta fammi un fischio... :)
p.p.s.
grazie.
Anch'io, come Sandra, sto scrivendo su un taccuino tosso conl'elastico, chissà...
RispondiEliminaUn autore che un po' mi intimidisce ...
RispondiEliminaLa leggo così,per quello che sono e che so.Ma adoro questa idea di loop.Sparire nella ripetitività.Della musica e della vita.
RispondiEliminaIo ho letto una bella versione a fumetti di questo romanzo. Di Auster mi piacque molto Moon Palace, libro che trovai in università, abbandonato da chissà chi. Per il resto la musica è un bel luogo in cui sparire. Un saluto Giacinta.
RispondiElimina@Nick: è stato nel marzo 2009. La mia copia della Trilogia è firmata da lui. Ho assistito a uno degli incontri e gli ho rivolto una domanda alla fine della conferenza. Ero così piena di ENERGY, che il pubblico mi ha applaudito... :-)( Anch'io provo per lui un naturale trasporto). Non ricordo cosa gli ho chiesto, probabilmente qualcosa a proposito di "Città di vetro". C'è una sequenza in cui il protagonista si siede vicino a una ragazza brufolosa che sta leggendo
RispondiEliminaun romanzo proprio di Quinn e lo scrittore prova una sorta di fastidio nel constatare che la donna non corrisponda esattamente all'immagine che si era fatto di una propria potenziale lettrice. Devo avergli chiesto se era contento del fatto che lo leggevo e non avevo i brufoli...
Se clicchi alla voce "dedica a Paul Auster" ( è sulla colonna a sinistra del video che ti ho indicato ieri, trovi altri interventi ).
"Dedica a" si tiene a Pordenone ogni anno, a marzo. Non è stato ancora indicato l'autore- protagonista della rassegna ma appena so qualcosa ti avviso. baci8 :-)
Mi limito per il momento a salutare e ringraziare Grazia, Adriano, Blackswan ed Ettore... Devo scappare... Riprenderò "i fili" del discorso appena possibile... Un Bacione
RispondiEliminaTi invidio Giacinta, lo ammetto :) Di Auster ho letto Città di vetro, un labirinto in cui vengono messe a nudo le ossessioni letterarie dello scrittore e del lettore. Non chiedo altro che perdermi così...
RispondiEliminaElena
p.s. Ho un taccuino rosso con l'elastico
Il taccuino me lo hanno regalato nero, ma io ci scriverò in rosso, così i miei strafalcioni saranno già evidenziati.
RispondiElimina:-)
Ammetto con vergogna di non essermi ancora avvicinato ad Auster, fui mal consigliato da alcuni amici, ma non ne faccio loro colpa, lo sciocco è colui che sceglie con le idee altrui.
@Grazia: nel colore, il destino :-)
RispondiEliminaA proposito, il taccuino dovrebbe essere in piena attività nell'emisfero australe...
@Adriano: ho iniziato a leggere P.A. verso la metà degli anni Novanta e non ho più smesso. Ho letto tutto ciò che è stato pubblicato in Italia e devo dire che solo l'ultimo romanzo, "Sunset park", non mi è sembrato all'altezza degli altri, tutti di altissimo livello. Dovresti vincere l'immotivata - penso- timidezza di cui mi parli. Stai perdendo qualcosa...
p.s.
Inizia con Moonpalace. E' stato l primo che ho letto e che mi ha convinto a seguire l'autore.
@Blackswan: leggere un romanzo di Paul Auster è per me entrare e spostarmi in una dimensione familiare. Da questo forse dipende quel legame affettivo con l'autore di cui parla anche Nick. E' piacevolissimo entrare nei personaggi e nelle situazioni e perdersi - letteralmente - in un intreccio non sempre chiarissimo ma proprio per questo lontano da ogni finzione, forma convenzionale, forzatura. Paul in ogni libro affronta un problema la cui risposta è distribuita in frammenti o in tante rappresentazioni diverse dello stesso oggetto o soggetto. Continue vaiazioni e approssimazioni prima di arrivare al centro del problema o- come nel caso di "Città di vetro"- della stanza vuota e buia in cui "abita" il taccuino rosso.
@Ettore: Imbattersi in una copia abbandonata di Moon Palace. Potrebbe essere il punto di partenza di un romanzo di Paul Auster...
RispondiEliminaSi, so che la prima parte della trilogia è stata tradotta in chiave fumettistica. Tanti hanno tratto ispirazione "Città di vetro". Wim Wenders ha girato un corto sul famoso taccuino rosso( L'ho visto a Pordenone ).
Moon Palace mi piacque moltissimo. Ricordo a distanza di anni la solitudine del protagonista, il suo barricarsi in casa, i suoi vagabondaggi, Central park...
Grazie, Ettore, mi fa sempre piacere saperti qui.:-)
@Elena: perdersi nella letteratura, nella scrittura. Trovare il proprio idioletto rinunciando a una forma fissa, la propria. Una bella contraddizione.:-)
In Città di vetro sono centrali il tema del linguaggio e quello della scrittura. P.A. si scompone in tante proiezioni di sè quasi a rappresentare tutti i problemi connessi all'atto di scrivere ma anche, se vogliamo, a quello di leggere. Penso, a questo proposito, all'illuminante relazione tra le iniziali del protagonista e quelle di Don Quijote...
Quanto al resto, sembra che a Paul l'Italia piaccia. Incontrarlo è solo questione di tempo, per chi tiene a lui:-))
@Ruhevoll: ti sarà assolutamente evidente quanto questo autore mi piaccia, leggendo le risposte che ho dato agli altri amici che hanno commentato. Ti consiglio di iniziare da "Il libro delle illusioni" o da "Moon Palace" o da "L'invenzione della solitudine":)
p.s.
non mi sembra che tu possa correre il pericolo di far strafalcioni scrivendo:-)
Taccuini rossi, taccuini neri... Valgono anche i quaderni cinesi rilegati con filo da cucire e i post it gialli che si spargono dentro la borsa, l'auto, il frigorifero e il portamonete? Scusa se rispetto agli altri sembro disordinata. Firmato: Blogger-pendolare-mamma-moglie-stiratrice-lavoratrice-viaggiatrice-gemellina in progress ;-) Bye&besos
RispondiEliminabenissimo. Firmato:lettricechesenefregadelcolorebastachecisiascittociòchelepiace. :-)
RispondiEliminaGiacy.nta e Nela sono d'accordo con voi. Mi piace tanto il taccuino rosso, ma va bene anche un semplice tovagliolo di carta... quanti capolavori artistici sono nati su un miseri pezzi di carta svolazzanti!
RispondiElimina@horror vacui: certo, ricordo ( non male, spero ) di aver letto da qualche parte che Montale scriveva sui biglietti dell'autobus etc...
RispondiEliminaBenvenuta nel mio blog. Ho spiato il tuo... :-)
Proprio in questi giorni autunnali pensavo ad alcune sequenze di "Manhattan", uno dei miei film preferiti. Autunno, New York. Il tuo post è molto suggestivo, in questo senso.
RispondiElimina@Pim: te l'ho già detto che mi sono seduta sulla panchina che viene ripresa nel film? ( Queensborobridge ) A cinema tutto è più bello, naturalmente. . Se trovi suggestiva la grande mela, P.A. dovrebbe piacerti. I suoi personaggi la percorrono in lungo ed in largo. :-)
RispondiEliminaCirca il commento in risposta al mio commento e a come ti firmi, commento: sei mitica! (sì, lo so un sacco di ripetizioni, ma ci volevano...)
RispondiElimina@Nela: alla nascita ci separarono, meschine!Così fu!
RispondiEliminaCiao, carissima. Un bacio.
Molto suggestivo, e .... adoro Auster, un grande scrittore nel vero senso del termine. I suoi primi libri gli ho divorati, poi sono diventato un lettore debole (se tornerò forte, ricomincerò da lui).
RispondiElimina@Ally: grazie Ally. In ogni caso, se continuerai a leggere i miei post, visto che Paul è il mio scrittore preferito ( americano ), provvederò io a una cura ricostituente... :-))
RispondiEliminaCiao Giacy.nta! Ti ho ritrovata tra le mie scarpe... e sei la benvenuta nel mio blog :)
RispondiEliminaAnche "Addio alle armi" di Hemingway, la "Guernica" di Picasso e il "Museo di Bilbao" di Frank Gehry sono nati su tovagliolini di carta.
Naturalmente anch'io amo Paul Auster...
@horror vacui: ah, le tue belle scarpe... non molto comode ma d'effetto. Ribadisco, quella col ragno, anche se inquietante è quella che indosserei più volentieri.:-)
RispondiEliminaA proposito di tovaglioli, c'è un Bar-Ristorante a Barcellona, "ben frequentato" agli inizi del Novecento, con i "reperti" pieni di disegni, schizzi, appesi alle pareti. Probabilmente lo conoscerai, si chiama 4 Gats. :-)