Adolfo ci ha portato a visitare la fortezza incaica di Ollantaytambo. Ieri sera abbiamo dormito in un residence composto da tante piccole abitazioni con ingresso indipendente e giardino. Le luci erano fioche. Gli impianti elettrici qui sono elementari. Mi sono alzata di buon'ora ed ho spiato l'alba con la telecamera. Mentre riprendevo ho sentito dei passi. Era Adolfo, sempre elegante con il suo poncho bianco. MI ha salutato e mi ha detto che passeggiava tra le abitazioni del residence per rendersi conto di come fossero cambiate. Ora sono nelle mani dei privati. Il governo ha svenduto molte delle proprietà statali, lasciando che pochi si arricchissero speculando.
Nel pomeriggio escursione a Pisac. Pensavo si trattasse di una visita tutto sommato evitabile, invece ho passeggiato tra rovine e terrazzamenti bellissimi. Per raggiungerli abbiamo scalato un'altura ripida tra il fresco, la brezza ed il verde. Su un costone della parete si aprono infiniti buchi, sepolture devastate, nel tempo, dai tombaroli.
Lungo trasferimento in treno con destinazione Puno.
Arrivati in città, ci sistemiamo in un albergo dagli improbabili arredi : divani di velluto rosso in stile impero e grandi specchi a forma di pavone. A mitigare lo shock, la gentilezza del personale ed un pane profumato, morbido, squisito.
Tramonto mozzafiato come scenario delle rovine di Sillustani. Si tratta di ruderi preincaici imponenti. Le torri che, massicce, si impongono alla vista, sono, in realtà, tombe. Respiro il vento di un'epoca remota. Un uomo suona tra le rovine il flauto di Pan
Lungo trasferimento in fuoristrada. Scenari favolosi! Siamo tra le vette più alte. La neve si intravede a tratti. Ti sembra di toccare il punto segreto del cielo, quello più alto, quello dove il tempo è un'opinione sballata. Maestoso!
Lunga discesa tra tornanti verso Chivay. Domani , forse, vedremo i condor.
I condor sono apparsi tra le pareti del Colca Canyon. Sono grandissimi.
Grazie a Dio ignorano noi turisti.
Siamo nuovamente vicini alla costa. Sento la mancanza delle Ande! Clima ed atmosfera da riviera. I bungalow qui non hanno vetri ma zanzariere. Ci svegliamo al suono stridulo di uccelli tropicali. Palme gigantesche e personale sorridente che innaffia il giardino.
Il sorvolo delle linee di Nasca per molti è stata una sofferenza e una delusione. Ci siamo affacciati sulle linee da Cesna traballanti e c'è chi ha vomitato l'anima o, nel migliore dei casi, intriso pantaloni e camicia di sudore freddo.
L'immagine che ricorderò meglio è quella del marziano.
Nel pomeriggio andiamo a Chauchilla. Lì, mummie, a stento coperte da tettoie di fortuna, prendono il sole. E' così da quando qualcuno ha deciso di toglierle dal protettivo buio che le avvolgeva.
Camminiamo tra ulne, péroni, mandibole dissepolti dalla furia dei tombaroli. Qualche ciuffo di capelli secolari qua e là.
Il guano è davvero puteolente e le isole Ballestas ne sono il regno! Più ancora della visione dei leoni marini che pigramente si inerpicavano su qualche prominenza rocciosa, ho gradito la corsa in motoscafo.
Nel pomeriggio uno dei momenti più belli del viaggio. Dune gialle, morbide ed infinite declinanti sul Pacifico: il Parco nazionale di Paracas
che bella esperienza ! Il ritorno (sigh)non è viaggio all'indietro ...
RispondiEliminaImmagini mozzafiato, mi piacerebbe un giorno poter visitare questi posti affascinanti
RispondiEliminabellissimo questo diario di viaggio :)
RispondiEliminache fotografie meravigliose!!
RispondiEliminaqualche bel romanzo peruano ti ha accompagnata prima o dopo il viaggio?
RispondiEliminate ne dico qualcuno?
Che spettacolo ! Spero di poter visitare questi luoghi. Il prossimo febbraio marzo, salute permettendo, ci aspetta l'Argentina. Non vedo l'ora e non posso crederci finchè non sarò sull'aereo,
RispondiEliminaDico solo grazie per nn togliere l'emozione che hai dato. A presto.
RispondiEliminaAntonio: forse, rifacendo gli stessi passi, il primo ricordo, quello più intenso, perderebbe qualcosa della sua forza...
RispondiEliminaElettra: è il viaggio che mi dato più emozioni; se puoi cerca di farlo.
Amanda : felice, cara, che ti sia piaciuto. Ho tenuto un diario solo in questa occasione, è un resoconto "unico" anche per me.
Nicola: grazie per essere qui! Mi fa sempre piacere la tua presenza. Le foto effettivamente si lasciano guardare; i luoghi, la luce, l'armonia del paesaggio peruviano incantano.
Carmen : Carissima, se tu non avessi dichiarato esplicitamente il contrario, avrei pensato ad un tuo lungo recente soggiorno in Perù, sai tutto!
Grazie per il link.
Francesco : Si, caro, ho letto di Arguedas, " I fiumi profondi" ( che ricordo benissimo a distanza di anni - ho anche fotografato il ponte di cui parla nel romanzo, si trova vicino Abancay- ) e diverse cose di Ciro Alegria e Vargas Llosa, ma sai che considero preziosi i tuoi suggerimenti, quindi li aspetto.
Sandra: Che meraviglia! Spero di leggere poi qualcosa sul tuo blog.
Alive2: Grazie a te, mi fai emozionare!
Bacioni a tutti!
l'invidia non è una bella cosa, certo...però stamattina un mio amico, persona eccezionale, mi ha telefonato dicendo che se ne va per almeno sei mesi in patagonia, poi vengo qua e trovo tutta questa meraviglia...e che cavolo, l'invidia viene e come!
RispondiEliminaciao
cataldo
Scuserai se mi concentro prima sul guano, ma avevo scoperto questa cosa già da bambino non ricordo più leggendo quale pubblicazione: certo che a quel tempo si imparavano cose utili anche in modo estemporaneo! Per il resto sono rimasto un po' troppo agli INCAS, per aggiungere altro se non l'auspicio che il SudAmerica in generale sia veramente uscito dall'epoca delle repubbliche banana. E le foto, certo, sono stupende: mi sa che te ne copierò delle altre!
RispondiEliminaQuando lessi "Il tedesco dell'Atacama" del cileno Ampuero, ambientato in quel deserto che si trova nel Cile del Nord, mi venne voglia (e ancora è rimasta tale) di vedere quei posti. Devo dire che questo Perù, da te così bene fotografato e raccontato, non fa che incrementare il sogno del Sud America.
RispondiEliminaAspetto ansiosa il prossimo tuo diario di viaggio e intanto penso che mi vorrebbe un'altra vita. Forse bisognerebbe credere alla reincarnazione, come i miei amici indiani fanno.
- Benvenuto, Cataldo! E' un piacere averti qui. Quanto al sentimento dell'invidia, l'ammissione di colpa mitiga i suoi effetti negativi...
RispondiEliminaA presto!
- Caro Adriano, sono stata una lettrice attenta di Topolino, grazie al quale ricordo di aver risposto perfettamente ad una domanda postami agli esami di V elementare sui rapaci andini ( pensa un pò ), e, quindi, sono sicura che alla stessa fonte avrai attinto per il guano!
- Cara Nela, grazie per il tuo commento e per il suggerimento di lettura che, indirettamente, mi hai dato! Per me è piacevolissimo leggerti qui e nel tuo bellissimo blog.
Un caro saluto a tutti!
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RispondiEliminaJulio Ramón Ribeyro è un grande scrittore, c'è qualcosa da Einaudi, i racconti sono eccezionali;
RispondiEliminapoi ti consiglio, se non lo conosci, il grande Manuel Scorza, si leggano le prime pagine di "Rulli di tamburo per Rancas", primo di una serie di 5 (mi sembra)libri, le prime due pagine di questo ti lasciano senza parole e poi non puoi smettere di leggere.
(l'avevo segnalato qui; http://slec.splinder.com/tag/manuel+scorza , anche dell'incidente aereo)
Grazie Franz, non ho mai letto niente di questi autori. Adesso vado a leggere quello che hai pubblicato tu su Scorza.
RispondiEliminaUn abbraccio
Giacinta carissima, hai fatto un servizio eccezionale. Foto stupende e descrizioni altrettanto suggestive.
RispondiEliminaPoi magari ne parliamo a voce di Nasca e dei cerchi nel grano.
un abbraccio grande
cri
Grazie Cristina, sai che apprezzo molto i tuoi complimenti! Si, ci sentiamo quanto prima!
RispondiEliminaUn bacio