500 Km, circa, il tratto Lima- Ayacucho. Eloy ha guidato lungo la Panamericana, il rettilineo che costeggia il Pacifico, per poi prendere una strada tortuosa, in salita.
Abbiamo sostato per un po' presso un villaggio di case basse con il tetto piatto ( qui non piove mai ). Dei bambini ci hanno chiesto dove fossimo diretti, indovinando già la nostra destinazione.
Campi di mais e di patate lungo il percorso. Una salita lenta e poi più ripida tra rilievi pronunciati e dai colori scabri.
Quando Eloy, durante la discesa, ha spento il motore, il silenzio ci ha riempito ed incantato, sembrava di planare in un un luogo antico e amico.
Ayacucho è a più di 2700 metri di altitudine e scivola, lungo i declivi, verso una sorta di grande conca.
Qui si lavora l'alabastro con attrezzi rudimentali. I manufatti tessili sono essenziali ed hanno colori cupi. Eloy ci dice che gli abitanti di Ayacucho sono malinconici, la loro musica è la più triste del Perù.
Lungo la strada per Andahuaylas, bambini in un accampamento ad alta quota. I loro genitori coltivano patate.
Lungo la strada per Abancay,
villaggi, silenzio e volti " di pietra scolpita".
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Machu Picchu in un pomeriggio di nebbia. Non è una città misteriosa. Il benessere che ho provato qui so da cosa deriva.
E' l'ecosistema, il territorio perfetto, perduto
Qui ci si sente una "docile fibra dell'universo"
Che esperienza indimenticabile hai fatto !!!!!
RispondiEliminaLe foto sono eccezionali,come pure la frase
"qui ci si sente come una dolce fibra dell'universo"
Non ho resistito alla tentazione di copiarti le fotografie di Machu Picchu! Mi perdonerari mai?
RispondiEliminaquando abbiamo smesso di sentirci docile fibra dell'universo abbiamo iniziato il nostro inesorabile declino
RispondiEliminaUna persona che scrive "qui ci si sente una docile fibra dell'universo" non fa rimpiangere di non aver più Chatwin fra noi. Se scriverai un libro sui tuoi diarii di viaggio devi assolutamente dirmelo!
RispondiEliminaBye&besos.
Che splendida esperienza. Credo che siano momenti che si scolpiscono nell'anima
RispondiEliminaCiao
Giulia
Elettra: Grazie cara, le foto piacciono molto anche a me, in particolare la prima. Camminavo, mi sono voltata un attimo ed ho visto la figura in ombra, seduta, lì, concentrata a fissare chissà quale punto...
RispondiEliminaAdriano : mi fa piacere sapere che apprezzi i miei scatti, prendi pure! Non hai bisogno di perdono perchè mi rende felice condividere con gli amici le cose che mi sono care.
Amanda: A volte penso che anche una comunicazione come quella che intratteniamo in questo momento sia un modo per mettersi in sintonia se non con la natura, almeno tra noi.
Nela San: Carissima, ricordo a memoria il verso di Ungaretti, tratto da " I fiumi ", perchè mi capita spesso di proporre la poesia ai ragazzi, in classe. E' perfetto per descrivere ciò che ho provato a Machu Picchu. Ho gradito molto le tue parole di apprezzamento!
Giulia: Si, si scolpiscono davvero nell'intimo. E' il viaggio che mi ha fatto capire quanto i paesaggi possano essere remoti, eterni.
Senti davvero sulle Ande, il soffio silenzioso del cosmo. Vorrei trovare parole diverse per dirlo ma è una sensazione poco traducibile.
Un bacio a tutti.
Ciao Giacynta, credo che fare un viaggio in Perù sia come fare un viaggio nel tempo per scoprire e assaporare cose che da noi sono ormai andate perse!
RispondiEliminaio sono stata in Costarica,ma credo che sia altra cosa.
RispondiEliminale Ande mi hanno sempre affascinato.
non so perché ma credo che ci sia il segreto della nostra specie, conservato da qualche parte proprio lì...
bellissime le foto e anche la musica.
amo appassionatamente i loro stumenti, in particolare il flauto di pan.
grazie per questa straordinaria condivisione.
Sciarada: Nelle città costiere peuviane non percepisci differenze sostanziali rispetto all'Europa, sulle Ande invece è proprio come dici tu!
RispondiEliminaCristina: Sai che ho avuto anch'io una sensazione del genere? Mi è successo a Machu Picchu e poi ad alta quota,in un'altra zona sulle Ande.
Un bacio
Era il mio viaggio. Lo sogno da una dozzina d’anni, da quando lessi un bellissimo reportage in Perù scritto da Ettore Mo. Poi è diventato il “nostro viaggio”, del signor valigiesogni e mio. Insieme lo sogniamo e lo rimandiamo da due anni. Le tue parole, le foto, la musica non fanno che alimentare il sogno…
RispondiEliminaGrazie mille!
Barbara
Ciao carissima, grazie per il suggerimento di lettura ( Ettore Mo ). E' effettivamente "il Viaggio". Cerca di farlo in fuoristrada, è l'unico modo per conoscere la parte più remota, autentica delle Ande.
RispondiEliminaComplimenti per il reportage Giacynta, le foto sono sincere, fluide, semplici, eterne.
RispondiEliminail mio saluto
Maurizio
Grazie Maurizio! Un abbraccio
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