domenica 5 ottobre 2014
domenica 28 settembre 2014
domenica 14 settembre 2014
John e John
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John Renbourn |
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John Donne |
sabato 6 settembre 2014
Nel Nautilus
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by Leo Svendsen |
In quel giorno il Nautilus attraversò una parte strana dell'Oceano Atlantico. Non c'è nessuno che non sappia dell'esistenza di quella grande corrente d' acqua calda conosciuta col nome di Corrente del Golfo che, dopo essere uscita dai canali della Florida, si dirige verso lo Spitzberg. Ma prima di entrare nel golfo del Messico, verso 44° di latitudine nord, si divide in due rami, il principale si porta verso le coste d'Irlanda e di Norvegia, e il secondo piega verso il sud, all'altezza delle Azzorre, poi, battendo le rive africane e descrivendo un ovale allungato, ritorna verso le Antille.
Ora, questo secondo ramo - ed è piuttosto una collana che un ramo - avvolge con i suoi cerchi di acqua calda quella parte fredda, tranquilla e immobile dell'Oceano, che si chiama il mare dei Sargassi, un vero lago in pieno Atlantico, per girare intorno al quale le acque della grande corrente impiegano non meno di tre anni.
sabato 23 agosto 2014
Nel retìno di Vladimir
Da
Immaturità di F.M. Cataluccio - ed. Einaudi ( qui )
"Come una farfallina, ho svolazzato, svolazzato un po' e sono morto" diceva il protagonista del romanzo Bambocciata di Konstantin K. Vaginov.
Una passione profonda, e anche, in alcuni periodi, un divertente modo per guadagnarsi il pane. Nel 1941, trasferitosi da poco con la famiglia negli Stati Uniti, ricevette dapprima l'incarico di riordinare la collezione di lepidotteri del Museo di Storia naturale di New York e, l'anno successivo, dopo un incontro con il professor Nathan Banks, direttore del dipartimento di Entomologia del Museo di Zoologia comparata di Harvard, ricevette l'incarico come "research fellow", sia pure a tempo parziale, presso quell'Università, di risistemare le collezioni esistenti.
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domenica 3 agosto 2014
Da dove viene il vento
da " Da dove viene il vento " di Mariolina Venezia
ed. Einaudi
Mangio poca frutta e bevo molto caffè. Dora, Colombo, Idir, l'astronauta, mi fanno compagnia. I loro pensieri più nascosti, gli affetti, i gesti segreti, sono diventati i miei. Un giorno vorrei aprire la porta e uscire di casa, andare al mare, correre, stare sotto il sole. O arrampicarmi sugli alberi come facevo da bambina.
Ma poi.
Mi affaccio alla finestra, guardo il movimento giù, nella strada. La gente che entra e esce dal supermercato sotto casa, le bancarelle che vendono vestiti made in China, le vecchie coi cani al guinzaglio.
Che ci faccio qui su?
venerdì 18 luglio 2014
Guarda gli arlecchini!
Vedevo raramente i miei genitori. (... ) Una prozia straordinaria, la baronessa Bredov, nata Tolstoj, rimpiazzava a sufficienza i consanguinei più prossimi. All'età di sette otto anni, quando già in me albergavano i segreti di un pazzo conclamato, perfino a lei ( che era a sua volta lungi dall'essere normale ) apparivo come un bambino troppo scontroso e indolente; mentre in realtà ero, com'è ovvio, continuamente e smodatamente perso in fantasticherie.
"Smettila di tenere il broncio! - gridava : " Look at the harlequins! Guarda gli arlecchini!". "Quali arlecchini? Dove?".
"Oh, dappertutto. Tutt’attorno a te. Gli alberi sono degli arlecchini, le parole sono degli arlecchini; anche le situazioni e le addizioni. Metti insieme due cose – due arguzie, due immagini – ed eccoti un arlecchino triplo. Gioca! Inventa il mondo! Inventa la realtà!".
E io lo feci. Per Giove se lo feci. Inventai la prozia in onore delle mie prime fantasticherie, ed eccola scendere lentamente, in obliquo, in obliquo, i gradini marmorei del porticato del ricordo, gracile dama zoppa, toccando il bordo di ogni gradino con la punta di gomma del bastone da passeggio nero.
Traduzione di Franca Pece
martedì 24 giugno 2014
Nel castello di Barbablù
Nella favola di Perrault, Barbablù chiede in sposa una tra due bellissime sorelle e, aprendo la sua dimora a parenti e amici delle fanciulle, riesce a far dimenticare il colore della sua barba e la sua cattiva reputazione: offre ai suoi ospiti otto giorni di perfetto svago.
E’ la più giovane delle sorelle a decidere di accettare la proposta di matrimonio.
domenica 22 giugno 2014
sabato 7 giugno 2014
Le lepri estatiche
Al calar della sera arrivai in un fienile. Era diviso da un soppalco a circa due metri dell'altezza e per fortuna ci avevano lasciato la scala a pioli. In un attimo fui di sopra, a scartare i panini imburrati con prosciutto affumicato e pere che mi avevano dato a ó- Kígyós. Poi finii il vino che avevo stappato a mezzogiorno. (...)
Avvolto nel cappotto, la testa sullo zaino, rimasi sveglio a fumare (...) e mi abbandonai a pensieri euforici. Era come nella prima notte all'addiaccio sul Danubio: provavo la medesima sensazione quasi estatica all'idea che nessuno sapesse dov'ero (...).
domenica 11 maggio 2014
Wasserklavier
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qui e qui |
Wasserklavier è il terzo dei Six Encores, sei brevi pezzi scritti da Luciano Berio tra il ‘65 e il ‘90. I primi quattro Encores sono dedicati agli elementi acqua, aria, terra, fuoco.
Nel corso della breve composizione, Berio cita l' Impromptu op. 142 n. 1 di Schubert e l’Intermezzo op. 117 n. 2 di Brahms.
giovedì 10 aprile 2014
domenica 30 marzo 2014
Borodin
Chimico-medico di professione, impegnato in attività di carattere umanitario, Aleksandr Porfir'evič Borodin ( Pietroburgo, 1834 – 1887) si considerava " un compositore domenicale che si sforza di restare oscuro".
Sembra fosse molto distratto. Si dice che fosse solito chiedere alla moglie : "Katja, per amor del cielo, com'è che ti chiami?" e che una volta, durante una serata musicale passata insieme ad amici, d'improvviso, si alzò in piedi e cominciò a mettersi il cappotto. Quando gli domandarono: "Dove va, Aleksandr Porfirevich?", lui rispose sorpreso: "Ma come, dove? A casa! Si è fatto tardi, e domani ho lezione". Solo a questo punto si rese conto di essere a casa propria.
Info
domenica 23 marzo 2014
Della vita interiore di un bonsai
La salvezza appartiene al campo del più bizzarro mistero. Il 21 dicembre 2011 ho ricevuto in regalo un bonsai di raffinata bellezza. L'ho portato nel mio appartamento e l'ho battezzato Swift. Due settimane dopo Swift ha cominciato a morire. Sono corsa dalla venditrice autoproclamatasi specialista di quella specie che mi ha detto:
- Il suo bonsai è agonizzante.
- Lo so. Cosa mi consiglia?
- Niente.
- Ma ci sarà pure qualcosa che si può fare!
- Contro la morte?
- Non è ancora morto. Finchè c'è vita, c'è speranza.
Lei alzò gli occhi al cielo.
giovedì 20 marzo 2014
Prinsengracht concert
L'orchestra è su una grande chiatta e il pubblico ascolta in barca, alla finestra...
Amsterdam, agosto 2013
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qui |
domenica 16 marzo 2014
Sviste
I have a secret
L'impossibilità di comunicare un segreto presenta questo svantaggio:
perdiamo il senso delle proporzioni e quindi non siamo in grado di capire se il nostro segreto è o non è importante. (...)Lucy e il suo segreto si trattennero altri dieci giorni nella metropoli deserta...
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Forster E.M.
giovedì 6 marzo 2014
La Lucania a piedi
Si può ritornare nella propria
terra in molti modi, non solo cambiando cinque volte treno per
raggiungere Matera, la città in cui sono vissuta per
tanti anni, ma anche, più piacevolmente, presentando un libro che è insieme un
diario di viaggio, un percorso letterario in prosa e in versi, un documento
storico-etnologico, un reportage fotografico sulla mia terra d’origine, la Lucania.
giovedì 27 febbraio 2014
domenica 16 febbraio 2014
Questione di tempo
Dilazione
"Sì", rispose.
"Sì cosa?"
"Sì, il lavoro è un anestetico".
"Eh?", il suo collega lo guardava con un misto di stupore ed orrore.
"Un anestetico. Non ci avevo mai pensato, ma serve proprio a questo: a sopportare la vita".
Il collega gli sollevò il bicchiere mezzo vuoto: " Bevuto molto? "
- Marinis escluso, ovviamente - sotto sotto ti convinci che lo sarai per
giovedì 6 febbraio 2014
note in chiusura
Gagnière, tutto rilassato come a casa sua, indifferente agli sbadigli
dell'unico cameriere rimasto a stiracchiarsi nella sala, guardava Claude
senza vederlo, con gli occhi vacui.
«A proposito,» domandò quest'ultimo «che stavi dicendo a
Mahoudeau, stasera? Sì, il rosso della bandiera che sfuma in giallo
nell'azzurro del cielo... Eh? gli dai dentro alla teoria dei colori
complementari...»
Ma l'altro non rispose. Prese il suo boccale, lo riposò senza aver
bevuto, finì per mormorare, con un sorriso estasiato:
«Haydn, la sua grazia retorica, una piccola musica tremula, da
vecchia nonnina incipriata... Mozart, il genio precorritore, il primo che
abbia dato all'orchestra una voce individuale... Ed esistono, questi due,
soprattutto perché hanno fatto Beethoven... Ah! Beethoven, la potenza, la
forza nel dolore sereno. Michelangelo delle tombe medicee! Un eroe
logico, un plasmatore di cervelli, perché sono partiti tutti dalla sinfonia corale, i grandi d'oggi!»
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