I have a secret
L'impossibilità di comunicare un segreto presenta questo svantaggio:
perdiamo il senso delle proporzioni e quindi non siamo in grado di capire se il nostro segreto è o non è importante. (...)Lucy e il suo segreto si trattennero altri dieci giorni nella metropoli deserta...
That is the question
- Perché glielo dicesti, insomma? Ti rendi conto di quanto è seria questa faccenda?-
Perchè si dicono le cose? La domanda è eterna, e non c'era da meravigliarsi che per tutta risposta la signorina Bartlett emettesse un fievole sospiro.
Nonsense
E' così difficile - a me perlomeno riesce difficile - capire coloro che dicono la verità.
About my enemy
Non conveniva riflettere, anzi non conveniva neppure sentire. Desistè dal tentativo di comprendere se stessa, e s'inserì negli eserciti immensi degli onnubilati, che non seguono né il cervello né il cuore e marciano verso il loro destino sotto le insegne dei luoghi comuni. In questo esercito abbondano le anime amabili e pie. Ma hanno ceduto all'unico nemico che conti: il nemico interiore. Hanno peccato contro la passione e la verità (...).
Man mano che passano gli anni son prese a bersaglio dalle critiche. La loro amabilità e la loro pietà mostrano delle crepe, la loro arguzia diventa cinismo e la loro abnegazione ipocrisia; dovunque vadano, provano e creano malessere. Hanno peccato contro Eros e contro Pallade Atena, e non già mediante qualche intervento celeste, ma il corso ordinario della natura, quelle divinità alleate avranno vendetta.
Lucy si arruolò in questo esercito quando diede ad intendere a George che non lo amava, e diede ad intendere a Cecil che non amava nessuno. La notte l'accolse come trent'anni prima aveva accolto la signorina Bartlett
traduzione di Marcella Bonsanti
( I titoli in bianco sono miei )
scene dal film di James Ivory
in realtà la scelta della persona a cui comunicarlo ci offre indicazioni sull'importanza del nostro segreto
RispondiEliminaQuando leggo i tuoi post non sono più sicura di avere letto il libro. È che tu noti e approfondisci temi che io avevo tralasciato. E mi viene subito voglia di tornare ancora a leggerlo.
RispondiEliminaMi sa che lo devo leggere.
RispondiEliminaQuella che si chiede “perchè si dicono le cose?” e si risponde con un fievole sospiro devo essere io… o una che mi somiglia.
Forster fa del viaggio in Italia una cartina tornasole per verificare il grado di autenticità dei diversi personaggi, costretti, davanti all'evidenza, a fuggire la verità o a arrendersi a se stessi e alle proprie reali passioni e propensioni.
RispondiEliminaGrazie a tutte e baci:)
"E' così difficile - a me perlomeno riesce difficile - capire coloro che dicono la verità. "
RispondiElimina"Capire" o "accettare la verità"? L'eterno problema!
@Nela: terreno scivoloso, ne convengo:) bacione
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