giovedì 6 marzo 2014

La Lucania a piedi







Si può ritornare nella propria terra in molti modi, non solo cambiando cinque volte treno per raggiungere   Matera, la città in cui sono vissuta per tanti anni, ma anche, più piacevolmente, presentando un libro che è insieme un diario di viaggio, un percorso letterario in prosa e in versi, un documento storico-etnologico, un reportage fotografico sulla mia terra d’origine, la Lucania.

Un libro che è tante cose, dunque; d’altronde, il suo autore, Nicola d’Imperio 
  -  con  cui ho in comune l’essere nata in un paese lucano in cui Carlo Levi è stato confinato, io a Grassano, Nicola d’Imperio ad Aliano, l’aver frequentato, anche se in anni diversi, lo stesso liceo a Matera, l’aver lasciato durante la giovinezza  la Lucania  per il Nord, e persino una mamma maestra -  è tante persone: è medico, pittore, scrittore, escursionista.

Il libro “ La Lucania a piedi dallo Ionio al Tirreno” è il resoconto di un viaggio “lento”, a piedi, che ha impegnato l’autore e alcuni amici per otto giorni, dal 7 al 14 agosto 2010, ma è soprattutto il ricongiungimento con l’ambiente originario e dunque con un paesaggio concreto e mitico allo stesso tempo. 





Quest’ultimo aspetto si rivela nei racconti in corsivo che l’autore sapientemente inserisce nell’ordito del libro e che gli consentono di recuperare
leggende, figure ancestrali, magiche, favolistiche della tradizione lucana, dai briganti che strappano e mordono il cuore delle loro vittime, e le altrettanto feroci brigantesse, ai monacelli, fantasmi bambini, con tanta voglia di giocare, a un’entità che genera ancora oggi inquietudine, il  lupomn; il termine “lucania” deriva, dice l’autore, da lupo e il lupomn  altro non è che il lupo mannaro, un uomo che, di notte, subendo il fascino della luna di cui è innamorato,  si trasforma.
La luna è una componente importante del paesaggio lucano; si tratta proprio di una luna silenziosa, di leopardiana memoria, una luna che si staglia luminosa in un paesaggio remoto, fatto di distese interrotte da rilievi levigati dal tempo, immoti.








In un passo molto bello, Nicola D’Imperio parla anche di un’altra luce, quella dell’alba trattenuta dall’elemento più tipico e caratteristico della Lucania, l’argilla; questa restituisce il colore – che ha conservato – dell’alba  quando quel momento è ormai scomparso, trascorso.

Il paesaggio lucano conserva – e forse proprio per questo è antico, enigmatico, silenzioso. E’ un paesaggio malinconico perché del tempo serba memoria.

Il tempo trascorso è palpabile anche nei calanchi fratturati, erosi, scabri , nei paesi -distanti tra loro anche cento chilometri - arroccati sui rilievi con una torre svettante, quasi il Medioevo non fosse mai finito, nel suono delle fontane e in quello del pascolo, in quello dei campanacci delle secche mucche podoliche che l’autore definisce “ solitarie, silenziose, schive ma con grandi occhi umidi che si fanno leggere dentro”, nei ciottoli dei fiumi che portano il segno delle piene improvvise e ricorrenti.

Durante la presentazione che a Matera fece del libro di Nicola D’Imperio, Lucio Dalla notò che i luoghi determinano la natura degli abitanti che la abitano. Ebbene,  per ritrovare il carattere del lucano, non c’è dunque che percorrerli e, come ha fatto l’autore, riconoscersi in essi.





Qui un' intervista all'autore

Nicola D'Imperio espone fino al 16 marzo i suoi dipinti presso l'associazione ARTESTORIA di Conegliano ( TV )  
( info )

12 commenti:

  1. Triste storia quella della mai realizzata ferrovia per Matera.
    Mi piacerebbe molto visitare la Lucania, ma temo, coi mezzi pubblici, sia più facile raggiungere Katmandu.

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  2. Finora ho visto solo Matera. Ma un bel giro a piedi con la guida del libro( e dei tuoi post) prima o poi mi sa che lo organizzo.

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  3. Credo che siano luoghi magici e quell'alba trattenuta , intrigante.

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  4. viene sempre più voglia di attraversarla questa Basilicata coast to coast :)

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  5. La regione del sud meno propagandata e, forse per questo, più affascinante. Sarebbe davvero una bella avventura percorrerla a piedi...
    Baci8

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  6. Mi hai messo una pulce nell'orecchio e mi è venuta l'idea di andarci col camper in Lucania. Ho un amico che è di Matera e da anni mi dice che sono un coglione a non esserci ancora andato. Se, come in Sardegna, non rompono troppo le scatole obbligandomi a sostare nei campeggi (dove non voglio assolutamente fermarmi perché li detesto) allora un viaggetto mi sa che quasta volta ce lo faccio, magari col libro sotto braccio.

    :)

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  7. @Costantino: Matera è una delle città candidate a divenire capitale europea della cultura... Mi auguro che possa per il 2019, almeno sulla scorta della possibile designazione, essere collegata al resto dell'Italia ( e dell'Europa ) nel modo in cui dovrebbe! E' davvero una vergogna l'attuale sistema dei trasporti; pensa che di domenica è difficilissimo raggiungerla!!!

    @Grazia: ci sono luoghi bellissimi; il libro che ho letto mi ha riportato lì piacevolmente:)

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  8. @Nela: sono tanti i momenti che avrei potuto mettere in evidenza ma quello che ha colpito anche te è uno dei miei preferiti:)

    @Amanda:metti in conto otto giorni e un comodo paio di scarpe:)

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  9. @Nick: anche l'autore del libro sostiene che è proprio l'isolamento il motivo della segreta bellezza della Lucania:)
    baci8

    @Sandro:aspetto le tue bellissime foto, allora:) Sono convinta che ti piacerà:)

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  10. @Sandro:...e naturalmente una tua composizione ad hoc!:)

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  11. Matera, che posto magnifico! Ci sono stata con Franzen, figurati! E sì, sono d'accordo, i posti isolati sono quelli che si salvano.

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  12. @Silvia: ... devo farmene una ragione e continuare a prendere i miei 5 treni, insomma:)

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