giovedì 6 febbraio 2014

note in chiusura

                
            
Gagnière, tutto rilassato come a casa sua, indifferente agli sbadigli
dell'unico cameriere rimasto a stiracchiarsi nella sala, guardava Claude
senza vederlo, con gli occhi vacui.
«A proposito,» domandò quest'ultimo «che stavi dicendo a
Mahoudeau, stasera? Sì, il rosso della bandiera che sfuma in giallo
nell'azzurro del cielo... Eh? gli dai dentro alla teoria dei colori
complementari...»

Ma l'altro non rispose. Prese il suo boccale, lo riposò senza aver
bevuto, finì per mormorare, con un sorriso estasiato:
«Haydn, la sua grazia retorica, una piccola musica tremula, da
vecchia nonnina incipriata... Mozart, il genio precorritore, il primo che
abbia dato all'orchestra una voce individuale... Ed esistono, questi due,
soprattutto perché hanno fatto Beethoven... Ah! Beethoven, la potenza, la
forza nel dolore sereno. Michelangelo delle tombe medicee! Un eroe
logico, un plasmatore di cervelli, perché sono partiti tutti dalla sinfonia corale, i grandi d'oggi!»






Il cameriere, stanco d'aspettare, si mise a spegnere i lumi a gas, con
mano stracca, strascicando i piedi. Una malinconia invadeva la sala
deserta, sudicia di sputi e mozziconi di sigari, esalante l'odore dei suoi
tavolini impestati dalle consumazioni, mentre dal boulevard assopito
giungeva soltanto il singhiozzo sperduto di un ubriaco.
Gagnière, irraggiungibile, continuava ad inseguire le sue fantastiche
cavalcate.

«Weber passa in un paesaggio romantico, guidando la ballata dei
morti fra salici sconvolti e querce che torcono le loro braccia... Schubert
lo segue, sotto la pallida luna, lungo laghi argentati... Ed ecco Rossini, la
personificazione dell'ingegno, così allegro, così naturale, incurante
dell'espressione, che se ne infischia di tutti... non è davvero il mio autore,
ah! no davvero! ma è meraviglioso lo stesso per la ricchezza delle
invenzioni, per gli effetti enormi che ricava dalla concertazione delle voci
e dalla ripetizione parossistica dello stesso tema... Questi tre, per arrivare
a Meyerbeer, un furbo che s'è avvantaggiato di tutto, introducendo dopo
Weber la sinfonia nell'opera, strutturando drammaticamente la formula
irriflessa di Rossini. Oh! afflati superbi, pompa feudale, misticismo
militare, brivido delle leggende fantastiche, grido di passione che
attraversa la storia! E le trovate! la personalità degli strumenti, il
recitativo drammatico, accompagnato sinfonicamente dall'orchestra, la
frase tipica su cui è costruita tutta l'opera... Un grande, davvero, un grande
di prim'ordine!»
«Signore,» venne a dire il cameriere, «chiudo».
E dato che Gagnière non aveva neanche girato la testa, andò a
svegliare il piccolo possidente sempre addormentato davanti al piattino.
«Chiudo, signore».
Rabbrividendo, il tardivo consumatore si alzò, cercando a tentoni
nell'angolo buio in cui si trovava, per riprendere il suo bastone; e quando

il cameriere glielo ebbe raccattato sotto le sedie, uscì.
«Berlioz ha introdotto nel suo lavoro la letteratura, l'illustratore
musicale di Shakespeare, di Virgilio e di Goethe. Ma che razza di pittore!
il Delacroix della musica, che fa divampare i suoni nei contrasti
sfolgoranti delle tonalità. Accanto a questo, la follia romantica, una
religiosità colma di estasi che gli fanno travalicare le cime. Cattivo
costruttore d'opera, meraviglioso nel brano, talvolta troppo esigente nei
confronti dell'orchestra che tortura, spingendo fino all'estremo la
possibilità degli strumenti che sono per lui altrettanti personaggi. Ah!
quello che ha detto dei clarinetti: "I clarinetti sono le 'donne amate'", ah!
questa frase mi fa scorrere sempre un brivido sotto la pelle... E Chopin,
così leccato nel suo byronismo, l'alato poeta delle nevrosi! E
Mendelssohn, quell'impeccabile cesellatore, Shakespeare in scarpine da
ballo, con le sue romanze senza parole, veri gioielli per signore
intelligenti!... E poi, e poi, bisogna metterci in ginocchio...»
Era rimasto solo un lume a gas acceso sopra la sua testa, e il
cameriere, dietro la sua schiena, aspettava nel vuoto nero e gelido della
sala. La sua voce s'era velata d'un tremito religioso, stava per arrivare alla
professione di fede, al tabernacolo segreto, al santo dei santi.
«Oh! Schumann, la disperazione, la felicità della disperazione! Sì, la
fine di tutto, l'ultimo canto d'una purezza sconsolata, sceso sulle rovine
del mondo!... Oh! Wagner, il dio in cui s'incarnano secoli di musica!
L'opera sua è l'immensa arca, tutte le arti riunite in un'unica arte, la vera
umanità dei personaggi infine espressa, l'orchestra che vive per conto suo
la propria drammaticità; e il massacro delle convenzioni, delle formule
insulse! che riscatto rivoluzionario nell'infinito!... L'ouverture del

Tahnnäuser, ah! è il sublime alleluia del nuovo secolo: all'inizio, il canto
dei pellegrini, il motivo religioso, calmo, profondo, a lenti palpiti; poi, le
voci delle sirene che poco a poco lo sommergono, le voluttà di Venere
piene di snervate delizie, languori stremanti, sempre più forti e imperiose,
scatenate; e, quasi subito, un tema sacro che gradualmente ritorna come
un'aspirazione dello spazio, a impadronirsi di tutti i canti e i sottofondi in
una suprema armonia, per trasportarli sulle ali di un inno trionfale!»
«Chiudo, signore,» ripeté il cameriere.
Claude, che non ascoltava più assorbito anche lui nella propria
passione, vuotò il boccale e disse a voce molto alta:

«Ohè, chiudono, vecchio mio!»
Allora Gagnière trasalì. Il suo viso incantato si contrasse

dolorosamente e batté i denti, come fosse precipitato da un astro. Avidamente scolò la sua birra, poi, sul marciapiede, dopo aver stretto in
silenzio la mano dell'amico, s’inabissò nel fondo delle tenebre.



Emile Zola, L'Opera, ed. Garzanti
Traduzione di Franco Cordelli

12 commenti:

  1. Gagnière, con tutta la passione che ho per la musica, non mi è piaciuto molto come personaggio... dà l'impressione di perdersi nella musica e di non riuscire più a venir fuori... ma nell'insieme, che romanzo! Reale e visionario, una terribile strage di illusioni giovanili...

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  2. @Giuliano: ero curiosa di conoscere il tuo parere. E' un romanzo che introduce nella Parigi di fine Ottocento e nella dimensione interiore dei personaggi in modo così definito che ti sembra di conoscere e capire ogni cosa. Non dimenticherò il percorso di Claude nel Salon, alla ricerca del suo quadro; è un momento che mi ha riportato alla memoria altre pagine bellissime, quelle di Tomasi di Lampedusa, per esempio; percorsi in interni che ti danno insieme la prospettiva individuale, quella dei personaggi, e quella storica, sociale, ambientale; e non finisce neanche qui, visto che il tempo storico e quello individuale, nella strage delle illusioni, può divenire la storia di tutti e di sempre.

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  3. Una storia della musica in pillole quella di Gagnière. Volevo conservarla nella mia rubrica "Carta da musica" e capire quanto condivisibile possa essere il modo in cui parla dei grandi compositori musicali; nel romanzo ci sono diversi riferimenti a Wagner che, nella Parigi di Zola, probabilmente era amato solo da Gagnière:)

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  4. Sempre post da raffinati buongustai qui da te, giacy.nta :-)

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  5. Confermo le parole di Slivia, ma aggiungo che quando ne mio blogroll ho visto apparire il tuo titolo ("note in chiusura") mi è preso un mezzo colpo. Il mio primo pensiero è stato: se chiude il blog la picchio... :)

    Baci8

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  6. Silvia e Nick: ... igitur bibemus, edemus et gaudeamus:))
    Il romanzo di Zola, sorprendentemente poco conosciuto, è un repertorio di pagine interessantissime sulla pittura impressionista e sulla corrente letteraria del Naturalismo e non mancano escursioni, come quella che Zola si concede attraverso Gagnière, nel mondo della musica.

    In effetti il titolo è un bel po' ambiguo, fa pensare a tutto tranne a ciò che c'è nella pagina di Zola. Mi sono divertita a giocare anche io con le parole:)

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  7. Bellissimo brano che, ovviamente, non conoscevo, ma che, come al solito, scopro qui da te. Descrivere la musica è davvero difficile. Zola ci riesce, ricorrendo a un'altra arte, la pittura e riesce a farci vedere la musica a colpi di pennello!

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  8. devo però difendere Haydn, che al contrario di quanto viene detto è un compositore di notevole forza ed eleganza, non a caso è stato il riferimento di Beethoven e di quasi tutti, compreso Mozart. Haydn è anche molto simpatico, divertente, consiglio a tutti la Sinfonia degli Addii (niente di tragico, solo un mezzo per consentire agli orchestrali di andare a casa a un'ora decente...)

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  9. uno a leggere questo pezzo si fa trascinare da un torrente in piena

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  10. @Grazia: conoscendo un po' i tuoi gusti letterari e soprattutto il tuo amore per l'arte, ti consiglio di leggere "L'Opera"; Zola era amico di Manet, Monet e Cezanne e il romanzo verte essenzialmente sulla nascita dell'impressionismo e, più in generale, sulla crezione artistica:)

    @Giuliano: prediligendo Schumann e Wagner, Gagnière tende forse a cercare nella musica un'energia più libera e scoperta; la mia è comunque una difesa d'ufficio, dovuta... :)Grazie per il suggerimento d'ascolto.

    @Amanda:irrefrenabile come un torrente in piena soprattutto quando parla di Wagner:)

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  11. leggendo i commenti precedenti ho capito perché non oso quasi mai partecipare. però leggo, eccome se leggo :-)

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  12. @Dede: nel libro di Zola c'è la Parigi ottocentesca in particolare la zona dell''Île de la Cité e dell'Île Saint-Louis ) : è un libro che sicuramente ti prenderà!:)
    Baci

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