dipinto di Carlo Levi |
Seduto su un
gradino di Grassano
sto qui
seduto finché dura l’aria buona
ad ascoltare
l’incanto che risuona
con il buon
vino e il buon pane lucano;
intanto
penso alle cose che ho imparato,
e so che i
sassi che ho pestato son chiangoni
e karakoi
sono i tornanti che ho salito
e la
salsiccia buona è nei lammioni.
E qui
davanti alla chiesa van gli sposi,
ecco il
corteo che passa piano piano
mi chiedono
“che fai, forse riposi”
la mano tesa
ed un invito a camminare.
Ma no,
rimango qui, grazie sto bene,
sto qui seduto
perché qui sto bene,
rimarrò qui
fin quando il sole è tramontato,
il vino e il
pane, ed un basello di Grassano.
Giuliano
Non essendo
mai stato a Grassano
me la vedo
come scrive Giacinta:
caracoie
chiangoni e lammioni
dov’è appesa
per gli ziti salsiccia –
così è
dipinta per me che son lontano
(così è
dipinta per me che son Giuliano)
A Grassano sono nata; sono vissuta lì solo qualche anno ma vi faccio spesso ritorno col ricordo o nei sogni. Carlo Levi, confinato negli anni Trenta nel mio paese per qualche mese , ne ha restituito il paesaggio in alcuni dipinti e in Cristo si è fermato a Eboli. La poesia e il limerick che ho pubblicato
sono invece di Giuliano, uomo e poeta del Nord come Carlo Levi e come lui
capace di riportarmi nel mio ambiente, fra lammioni, chiangoni e zite.
dipinto di Carlo Levi |
bella questa cosa di avere negli occhi i ricordi degli altri :)
RispondiEliminaMi piace l'intreccio di memorie, di sensazioni e di poesia. E pensare che a ricordare il paese in cui sono nata, un tempo bellissimo e ora quartiere- dormitorio di Firenze, c'è solo una filastrocca di Gianni Rodari...
RispondiElimina@Amanda: e tradurli in parole che io non sarei stata in grado di trovare, quelle perfette!:)
RispondiElimina@Grazia: prova a dare tre parole a Giuliano, vedrai...:)
p.s.
è il nostro Giuliano:)
A Grassano,innanzi all'abitazione dei miei nonni materni,due chiangoni erano lì,come due troni,dominanti la stada di pietre e ciottoli che si disperdeva in vicoli sempre più stretti percorsi dai muli di ritorno dalle campagne.Noi bambini ci contendevamo quelle sedute per osservare al meglio il ritorno dei contadini e respirare quell'odore di campagna che si trascinavano dietro, in attesa del "fresco" serale quando spettava agli adulti il piacere della sensazione di fresco che i chiangoni regalavano durante le loro "chiacchere".
RispondiElimina@Espe: beh, il mio blog è un po' quel chiangone e le poesie di Giuliano e la tua le nostre parole...
RispondiEliminaGrazie! Un bacione
Grazie Giuliano per le emozioni che hai saputo suscitare scrivendo di Grassano, pur non avendola mai vista e tanto meno vissuta.
RispondiEliminaIo sono il fratello "piccolo" di Giacinta ed Espedito, quello che non è nato a Grassano, ma nella vicina Matera.
Tuttavia, ho subito anche io il fascino di questo luogo, che come tanti piccoli paesi dell'Italia rurale ha il dono di restituire a chi ci ritorna quello che chiamo il "fermo immagine": mi sono recato a Grassano questo Natale 48enne e ho ritrovato esattemente gli stessi ritmi, le stesse immagini, gli stessi odori, insomma, le stesse emozioni sensoriali di quando ci passavo alcuni scorci d'etate ad 8 anni.
Mario
Che luoghi fascinosi: Cristo che lì si ferma, Giacinta che da lì parte per l'avventura della sua vita al nord...
RispondiEliminaBaci8
Nick: ... proprio l'aria buona e la tranquilità che si avvertono leggendo le poesie di GIuliano!
RispondiElimina:)
L'articolazione di questo post rappresenta ai miei occhi, e al mio sentire, un insieme armonioso di immagini, suggestioni, scorci di paesaggio, echi di vite vissute e richiami culturali di grande suggestione. Da quel Carlo Levi, a me molto caro, agli intensi versi di Giuliano.
RispondiEliminaAdriano: ero convinta non ti sarebbe sfuggita la bellezza dei versi di Giuliano. E' un grande poeta!:)
RispondiEliminai sassi di matera
RispondiElimina3 parole :
miseria, magia, bellezza
@Pina: voto per la II ( mg : praticamente le mie iniziali, cuginetta! ):)
RispondiElimina@Mario: grazie, "piccolo", per il tuo bel commento che ho ripescato fortunatamente in un angolino del retrobottega del mio blog in cui si era nascosto:)Bacione
RispondiEliminaQuanto mi piacerebbe essere capace di prendere tre parole e costruirci un paese intorno! Un bravo a Giuliano, e alla garbata forza delle sue poesie, da un suo omonimo...
RispondiEliminaNon conosco questo Giuliano, ma da parte mia puoi dirgli che ho trovato questa poesia di una bellezza assoluta.
RispondiElimina@Giuliano: è un nome, il vostro, amico delle parole, della poesia:) Bisognerebbe mettere al corrente il papà di Tristram:)
RispondiElimina@Nela: grazie, Nela! Sono pienamente d'accordo. Se vuoi leggerne altre, trovi in questo post un link ( Giuliano ha pubblicato su Golem alcune delle sue poesie; nella rivista compare come "Emilio Gauna", il suo pseudonimo - ed anche l'anagramma del suo nome preceduto da due paroline ):)
@Maria Antonietta e Anna Maria: carissime, non sia mai detto che proprio voi dobbiate restare sulla soglia del mio blog!!! Rimedio subito pubblicando il testo della vostra mail!:)Grazie ( anche per la cantilena che non ricordavo ) e baci doppi:))
RispondiEliminaLa versione originale tante volte cantalenata dalle nostre mamme è: “U’ zit e la zita, Angilicch e Margarita”. Ricordi?
"Abbiamo tentato di scriverlo sul tuo blog, invano.
Complimenti per la poesia che traspare dalla tua pagina; quella di Giuliano ci ha riportate alle serate estive trascorse sui due chianconi lucidi di sederi, davanti alla porta di nonnina.
O alle lunghe passeggiate a Punton...
Grazie e baci.
Anna Maria e M.A."
commento n.18
RispondiElimina:-)
Che meraviglia! ci vuole talento per riuscire a comporre una poesia partendo da tre parole! Complimenti! :)
RispondiElimina@Emma: sì è proprio così:) Ciao e grazie!
RispondiElimina"Grassano, qui da Santa Lucia io t'abbraccerei.
RispondiEliminaHai morbide trecce,
le tue piante arruffate sulla nuca.
Il mandorlo che mise i suoi veli di nozze quando ancora si sfaldavano le nevi..." Un abbraccio da una amante di Grassano e dei grassanesi!
...vidi che crebbero al fico i corbezzoli.
RispondiEliminaOra l'ulivo ti presta sontuoso
lo scialle di primavera
sulle tue arse pendici.
L'amore che tu dici
lo sa l'uomo che ti passa intorno
solo sulle argille
nel cuore di mezzogiorno."
Rocco Scotellaro
Grazie! Abbraccio ricambiato!:)
ciao Giacy, ero io, Rosanna, a mandare la poesia di Scotellaro, com'è che mi chiamano "unknown"? ora metto un nome, non ci capisco molto qui. Ti segnalo la pagina di Girolamente da visitare. Ciao
RispondiEliminaehi, poi ti voglio segnalare il libro di Riccardi "La malannata". Parla proprio di Grassano, della vita delle masserie, con i personaggi reali, tra cui Innocenzo Bronzino (zio di Girolamo).
RispondiElimina@Grazie, Rosanna! Conosco Girolamente:) Puoi darmi il link della pagina che vuoi segnalarmi?
RispondiEliminaGrazie anche per l'indicazione di lettura. Un bacione:)