Agli Uffizi ci si andava da bambini, alle domeniche. Non frequentando la nostra famiglia, nel giorno di festa alcuna funzione religiosa, il babbo ci conduceva di mattina al rito laico dell'osservazione dei quadri, che precedeva quello pagano del primo pomeriggio alle partite di calcio della Fiorentina, nello Stadio di Campo di Marte, affollato di figure concave e convesse, progettate da Pier Luigi Nervi.
Verso le dieci, mentre la mamma ( pessima cuoca ) si industriava a preparare l'unico vero pranzo della settimana, nostro padre ci portava a visitare una sala, sempre diversa, a rotazione, della Galleria degli Uffizi.
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Le sue erano spiegazioni "tecniche": l'epoca del dipinto, il significato della storia rappresentata, la caratteristica dei colori. Ma aveva un'astuzia pedagogica particolare nel provocarci a una sorta di caccia al tesoro: " scovate il gattino grigio che molesta l'anatra", " quante lepri corrono sullo sfondo della battaglia dei cavalli?"
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Piero di Cosimo, La liberazione di Andromeda ( particolare ) |
Piero di Cosimo ( 1461-1521 ) faceva la gioia di noi bambini, per le decine di elementi simbolici sparsi nei suoi dipinti, che ci facevano ammirare la sua fantasia e maestria. Il babbo notava che era praticamente contemporaneo dell'olandese Hieronymus Bosch ( 1450-1516 ) e che i due senza conoscersi, avevano lo stesso approccio giocoso sulla pittura, e uno sguardo contorto sulla vita che raccontavano.
Francesco M. Cataluccio, La memoria degli Uffizi ed. Sellerio
Attendo sempre con impazienza l'uscita di un libro di Francesco M. Cataluccio. Con i suoi scritti mette a parte delle sue letture, degli incontri con poeti, registi, pittori, dei suoi viaggi .
Le citazioni che ho riportato sono tratte dal suo ultimo lavoro , "La memoria degli Uffizi" , un libro che consente di ripercorrere le sale del più celebre museo fiorentino in compagnia di una guida d'eccezione, affabile e sensibile.
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Non vedo l'ora di leggerlo!
RispondiEliminaAnche mio padre, mentre la mamma preparava il pranzo domenicale, portava noi tre sorelle alla scoperta di Firenze. Solo che lui non aveva studiato e mai avrebbe potuto citare Bosch nè qualsiasi altro artista. Ma i suoi commenti spontanei e vivaci- in genere era uomo silenzioso e riservatissimo- ci hanno, comunque, aperto gli occhi su un mondo.
Stavo pensando a che grande fortuna sia poter nascere (soprattutto crescere) in certe meravigliose città, ricche di bellezza e di cultura...
RispondiEliminaBaci8! :)
il dio degli atei benedica suo padre che gli regalato la grazia di un binocolo magico sulle bellezze dell'arte
RispondiElimina@Grazia: ho pensato a te quando ho confezionato il post!:))
RispondiElimina@Nick: dirò una banalità, ma non importa: penso che l'ambiente incida in misura davvero rilvante nella nostra vita; me ne sono accorta cambiando più di una volta città. Qui dove vivo, le montagne, il verde degli alberi, il borgo medioevale con i suoi portici, gli affreschi sulle facciate... contribuiscono non poco a dissolvere qualsiasi malumore:)
@Amanda: è una benedizione che io estenderei ai membri della tua bellissima famiglia:)
Un bacio a tutti!
in realtà Giacynta per quello c'è un responsabile di maggioranza: il 3/4 :D
RispondiEliminaNon stento a crederti: giorni fa ho visto il tuo paese, e quei portici, al passaggio della tappa del Giro d'Italia. Davvero un posto incantevole.
RispondiElimina@Amanda: non ti fai mancare niente, insomma!:)
RispondiElimina@Nick: le immagini non hano reso del tutto giustizia. E' ancora più bella!
:)
Devo confessare che non sono mai entrato agli Uffizi, come ho sempre evitato di entrare al Louvre. Ho guardato da fuori i due edifici, ma il pensiero di passare in decine e decine di stanze con centinaia di quadri molti dei quali bellissimi, mi ha sempre terrorizzato. Preferisco andare a trovare un quadro ben preciso, dopo averlo assaporato da lontano, letto qualche cosa, capito che l'argomento che tratta mi intriga.
RispondiEliminaVisito volentieri invece i piccoli musei, quelli un po' dimenticati, che bisogna chiedere di aprirli apposta per te perché di visitatori non ne arrivano. Lì qualche volta si scoprono anche bei quadri, nascosti, dimenticati... Ecco questi posti li visito come "risarcimento" di tanta dimenticanza, di tanta supponenza dei musei più blasonati che si permettono di tenere tante opere nelle cantine.
L'arguzia di avvicinare i bambini a musei, grandi e piccoli che siano, stà tutta lì.
RispondiEliminaLibro da comprare. Grazie del suggerimento.
Bye&besos
@Guy: non faccio distinzioni: un museo può diventare piccolissimo se la visita è mirata e ha come obiettivo la visione di una, due opere al massimo; certo, bisognerebbe che il biglietto d'ingresso degli Uffizi fosse valido da qui all'eternità:)
RispondiEliminaCiao!
@Nela: prova a guardare anche gli altri di Cataluccio. Quello che a me piace di più è il primo nel catalogo della Sellerio:)
baci
Un tale affascinante approccio all'arte!
RispondiElimina@Adriano: forse non se ne rendono conto, ma gli scrittori sono delle persone generose: rendono possibile la condivisione di molte esperienze, reali o immaginarie che siano:)
RispondiEliminaSono stato agli Uffizi nel mese di marzo e, come mi accadde alla National Gallery qualche anno fa, sono stato preso dalla bulimia visiva. Ho cominciato a fare su e giù per la sale come in pendolo, smanioso di osservare tutti i dipinti e fisarli nella memoria. Come se non bastasse, ho pure visitato una mostra su Boldrini a Villa Bardini. Tutto pane per i miei occhi.
RispondiEliminaCiao Giacynta.
Pim
@Pim: delle visite ai musei si conservano solo pochi momenti, naturalmente; è comunque piacevole ricordarli:) Grazie, Pim!
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