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Keats per cominciare, ma non appena pensi a " Questa mano" ti torna in mente una storia che ti hanno raccontato su James Joyce a Parigi negli anni Venti a una festa, era lì in piedi, ottantacinque anni fa, quando una donna gli si avvicinò e gli chiese se poteva stringere la mano che aveva scritto l'Ulisse. Anziché offrire la sua mano destra, Joyce l'alzò, la scrutò per qualche secondo e disse : " Signora, mi permetta di ricordarle che questa mano ha fatto anche molte altre cose ".
Paul Auster, Diario d'inverno, ed. Einaudi
traduzione di Massimo Bocchiola
Stupenda e fulminante ( per la signora) la risposta di Joyce!
RispondiEliminae questo tuo post mi ha fatto venire in mente questo
RispondiElimina@Grazia: meglio mettere le cose in chiaro!:)
RispondiElimina@Amanda: l'ho vista anche da te, mi sembra. :)
Grandioso (o forse un po' birbantello: per dire una frase a effetto? per allontanare la signora che non gli piaceva?) questo "riumanizzarsi" della divinità Joyce... E grandioso il libro-diario del nostro comune Amico Paul (che mi fa pensare a Paolo, altro Scrittore e Amico fraterno...)
RispondiEliminaBaci8! :)
@Nick: come sai, ho ridotto all'osso almeno due pagine "sulle mani" del Diario d'inverno di Paul. Ho preso proprio questa sequenza perchè vengono citati Keats e Joyce e l'atto che preferisco, tra i tanti, ( e che sto adottando anch'io in questo momento ) è proprio quello di scrivere ). :)
RispondiEliminaun modo di leggere la mano ...
RispondiEliminaCi sono persone che non fanno altro che lavarsi le mani, ma non sono netturbini nè chirurghi.
RispondiElimina:)
Proprio domenica un articolo di Severgnini sulsupplemento del Corsera (la Lettura) elogiava l'eleganza della scrittura concisa e ridotta all'essenziale In questo post ne hai fatto esercizio di bravura bloggeriana. Splendido.
RispondiElimina@Giardy: presupponendo di indovinare il passato, più che il futuro:)
RispondiElimina@Sandro: non vorrei essere in questa categoria, per quanto ami l'igiene. In effetti, il rischio è sempre incombente e non per ragioni sanitarie. Chissà che il morbo benefico della solidarietà e della responsabilità finalmente ci contagi tutti. Sarebbe ora di prendere tutti un po' di coraggio e di guardarci intorno senza diffidenza e paura:)
@Nela: eh, che vuol dire la parentela! :))
p.s.
va da sè che giro i complimenti all'autore di foto e testo:)
Grande ;)
RispondiEliminaSempre staordinario leggere qui...testi tanto brevi quanto intensi e ricchi.
RispondiEliminaGrazie! Gentilisime!:)
RispondiEliminaUn Joyce disarmante per ogni feticismo anche quello vivente; in effetti con la mano si fanno tante cose, tutte utili; con la nostra zucca invece ci abbandoniamo anche su cose vaghe.
RispondiEliminaMi chiedo: se il diteggiare sulla tastiera è la stessa cosa dello scrivere con mano sulla carta? Direi di sì, anche se si perde la rotondità del segno. Ciao, è un piacere passare dal tuo blog, visto che sul mio al momento domina la politica.
@Francesco: nel determinare la situazione politica attuale diteggiare ha svolto un ruolo decisivo; si spera che adesso non si continui a fare solo quello e che non ci si "inzucchi"...:)
RispondiEliminaGrazie, ciao!
Quando la brevità è saggezza e bella letteratura!
RispondiEliminaCiao, Costantino! :)Grazie:)
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