domenica 18 marzo 2012

Le città desiderate

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Bagno Vignoni




" La città di Helsingør, con il suo castello, che in realtà esiste, diventa un luogo fantastico grazie alla sovrapposizione del castello di Elsinore dell'Amleto di Shakespeare. Così come sono meravigliosamente fantastici l'intero paese di Alice, la Babele con biblioteca e la Babilonia con lotteria di Borges, Macondo di Garcia Marquez, le geometriche Città invisibili di Calvino.
Ma ci sono anche le città del desiderio. Reali ma remote, spesso irraggiungibili oppure segnate dalla nostalgia di un impossibile ritorno, sono chiuse in una sorta di incantesimo che le trasfigura fino a renderle fantastiche. La piccola città di Combray di Proust, non poi così lontana da Parigi, vive sospesa in un tempo perduto. Il Maradagal della Cognizione del dolore di Gadda è incontestabilmente una zona della sua Lombardia natale, intessuta di rimorsi, rancori, amore e  nostalgia. La Dublino di Joyce, amata e odiata, rivissuta da Zurigo, è in qualche modo "fantastica". Così come lo sono la Lisbona di Pessoa, metafora di un Molo Assoluto a cui l'uomo approda per poi partire verso l'ignoto, e ancor di più l'irraggiungibile Samarcanda sognata dal suo semieteronimo Bernardo Soares nel libro dell'inquietudine. 
Forse le città più desiderate vivono in questa dimensione: da vere città sono diventate "l'idea di città ". "


Antonio Tabucchi, Viaggi e altri viaggi  ed. Feltrinelli




Si, è il tramonto. Sbocco sulla foce di Rua da Alfandega, neghittoso e disperso, e quando mi rischiara il Terreiro do Paco, vedo, nitida la luminosità senza sole del cielo occidentale. E' un cielo di un azzurro verdino che sfuma nel grigio bianco, dove, dalla parte sinistra, sui monti dell'altra riva, si accovaccia in un cumulo una nebbia brunita da un rosa vecchio. C'è una grande pace dispersa freddamente nell'autunnale aria distratta: una grande pace che io non ho.
 
(...)

Ah , chi mi salverà dall'esistere? Non è la morte che voglio, nè la vita: è quel qualcosa che brilla nel fondo dell'inquietudine come un diamante possibile nel fondo di un pozzo in cui non si può scendere.

(...)

Carcere infinito: perchè sei infinito non si può evadere da te!

Fernando Pessoa, Il libro dell'inquietudine ( 16-17.10.1931 )


La foto pubblicata è di Marisa Spinoglio  ( che ringrazio ! )
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21 commenti:

  1. Ha ragione Tabucchi sull'"idea di città", ma non si può fare a meno di cercare gli scrittori più amati nei mloro luoghi, descritti o abitati. E sono sempre viaggi bellissimi: Pessoa a Lisbona lo si ritrova in un caffè, Borges a Buenos Aires nel labirinto di strade alberate di Palermo, Thomans Mann nella spiaggia infinita di Travemunde...C'è sempre un luogo, un'immagine, dove li ritroviamo. Per me sono gli itinerari più belli. Con mio marito, che è un appassionato lettore di Jane Austen, progettiamo, quest'estate, di percorrere la campagna inglese alla ricerca di Darcy.In cambio mi ha promesso che, prima o poi, andremo a Jasnaia Poljana sulle tracce del mio amato Tolstoj.

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  2. Un mondo in cui mi ritrovo: Borges, Tabucchi , Calvino... Un "altro" mondo che facciamo finta che esista e (forse) è l'unico reale...

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  3. Egualmente fascinose, sia le città immaginarie che quelle deformate (o svelate?) dall'immaginazione dei grandi scrittori.
    Anch'io nel mio piccolissimo, quasi istintivamente, quasi senza volerlo, ho creato il mio immaginario paesello di Cuviago, di cui spero presto sentirete parlare... :)
    Baci8

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  4. le ambientazioni che magnifica invenzione, finisci col conoscere gli odori, i colori di posti che non hai mai visto e di quelli che non vedrai mai perchè esistono solo sulla pagina scritta

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  5. Concordo con tutti. I luoghi dell'anima sono più reali di quelli solo geografici.
    Sono appena stata a fare il mio "pellegrinaggio" nei luoghi di "Nostalghia": Bagno Vignoni e S. Galgano. Che incanto!

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  6. Sarà per ciò che scrive Tabucchi che, ogni volta che vado a Lisbona io la vedo trasfigurata? Ai miei occhi appare come luogo di pace, per me è un approdo sicuro e tranquillo...la città desiderata.
    Bye&besos e saudaçoes

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  7. Fortunatamente la nostra sensibilità ci fa affezionare anche a brutti posti.

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  8. Questo post è come un luogo bellissimo.
    O forse per me sono luoghi bellissimi le parole di Pessoa. Quando lui descrive qualcosa il qualcosa diventa altro, si assiste alla trasformazione della percezione in immagine.
    Quando lessi quelle frasi nel libro dell'inquietudine ebbi proprio questa sensazione.
    Grazie davvero.

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  9. Anche a me è capitato di andare in cerca di luoghi visti attraverso lo sguardo di uno scrittore.
    E' un atto masochistico e insieme coraggioso,infantile ed adulto, dall'altrettanto duplice, ambivalente effetto. Andare materialmente sul "posto" comporta la presa d'atto della violenza del tempo (... o degli uomini ) che tutto trasforma, ed insieme l'ostinato,direi quasi titanico, sforzo di non rinunciare all'"idea" del luogo. E' possibile dare realtà, sebbene l'evidenza cerchi di negargliela, a qualcosa che ci ha procurato piacere durante la lettura. Chi agisce così non è un sognatore, avulso dal tempo. E' una persona che non dimentica, molto meno pericolosa dei pragmatici palazzinari...

    @Grazia: hai deciso di fare ingelosire Thomas? Darcy è fascinoso assai! :))

    @Guglielmo: come vedi, ti ho dato ragione!;)

    @Nick: togliamo pure le parentesi: svelate è il termine giusto. E Cuviago c'è... :))
    Baci8

    @Amanda: ci sarà un motivo se io e te non ci schiodiamo dai libri!:))

    @Marisa: cosa mi dici? Che meraviglia! Mentre ti scrivo rivedo mentalmente le sequenze; le ricordo perfettamente. Un abbraccio.

    @Nela: mentre confezionavo il post pensavo a te...:))

    @Lorenzo: si, è un po' come nella storia del piccolo principe...
    A proposito, benvenuto!

    @Sandro: grazie a te per queste parole che faccio mie. Con Pessoa è proprio così.
    Ho notato che il concetto di immagine è anche nel tuo ultimo post... un altro luogo bellissimo. Un abbraccio.

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  10. porto città con il loro profumo nel mio cuore.
    hanno ciascuna la propria anima.
    chi ne scrive ha il dono di moltiplicarle.

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  11. @Maat: le due cose sono in relazione stretta nel tuo caso... :) Baci

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  12. Tabucchi dice bene, da lucido intellettuale quale si è spesso dimostrato ... ho letto pochi suoi libri (di più suoi articoli)...devo rifarmi?

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  13. E' un compagno di viaggio ideale: discreto, profondo, mai fuori tempo e ... luogo ( volendo rimanere in linea col tema del mio post ):))
    Buona giornata, carissimo

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  14. Parafrasando Caproni (incautamente).
    Sono stato sempre nello stesso posto.

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  15. @Guglielmo: :)) Non importa. Se la vita interiore è movimentata, il divertimento è ugualmente assicurato. Baci.

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  16. Ciao Giacynta, la città perfetta forse nasce dall'incontro tra la città reale e quella ideale?!
    Allegra giornata!

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  17. anche questo post è una città.
    una meravigliosa città senza tempo, con i suoi monumenti, suoni, colori.


    grazie, Giacinta

    un bacio
    cri

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  18. @Sciarada: non so, davvero. diciamo che l'idea di perfezione mi interessa fino ad un certo punto.:)
    Felice inizio di primavera, carissima!

    @Cristina: si, una città, un punto di incontro; per una fortunata coincidenza ho potuto pubblicare una foto di Bagno Vignoni - luogo effettivamente senza tempo - che Marisa, una cara amica, ha scattato lì pochi giorni fa.:)
    Un bacio:)

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  19. Grandi liriche intuizioni, che vengo inopinatamente a sottolineare in ritardo.

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  20. Dublino, come Lisbona, due tra le città più "letterarie". Le ho viste con gli occhi di Joyce e Pessoa, filtrate dalle loro parole: non potevo fare altrimenti tanta era la suggestione. Non so davvero che cosa mi è rimasto nella memoria: realtà o immagini fantastiche?

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  21. @Adriano: Sono d'accordo con te. Ho appena appreso della morte di Tabucchi nel luogo a lui caro, Lisbona.

    @Pim: ti immagino a zonzo... tra immagini letterarie e "visioni" reali:)Conosco bene la condizione e non mi preoccupo della sovrapposizione. Se non ci fosse, della città reale probabilmente vedrei ancora meno!

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