sabato 3 marzo 2012

La bocca del Danubio

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Il vasto paese che si estende tra le bocche del Danubio e quelle del Boristene, un triangolo del quale ho percorso almeno due  lati, vanta alcune tra le più sorprendenti regioni del mondo, almeno per noi, nati sulle rive del Mare interno, avvezzi ai paesaggi aridi e nitidi del Sud (...) . Il nostro suolo greco o latino, sostenuto ovunque dall'ossatura delle rocce, ha l'eleganza schietta di un corpo virile: la terra scita aveva l'opulenza un po' greve di un corpo riverso di donna. La pianura si confondeva col cielo.  Non  finivo mai di stupirmi di fronte al miracolo dei fiumi: quella vasta terra vuota rappresentava soltanto un declivio e un alveo. I corsi d'acqua da noi sono brevi: non ci si sente mai lontano dalle sorgenti. Ma quel flusso enorme che sfociava in estuari intricati trascinava il fango di un continente sconosciuto, i ghiacci di regioni inabitabili. 


Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano









Dove finisce il Danubio? In questo incessante finire non c'è una fine, c'è solo un verbo all'infinito presente. I rami del fiume se ne vanno ognuno per conto proprio (...) muoiono come gli pare, (...) come il cuore, le unghie e i capelli che il certificato di morte scioglie dal vincolo di reciproca fedeltà. (...)  la sua precisa estensione diverrebbe un incerto gesto circolare, vagamente ecumenico, perchè il Danubio è dappertutto e anche la sua fine è ovunque in ognuno dei 4300 chilometri quadrati del delta. 
(...)  la scelta non può che essere convenzionale, arbitraria, come si conviene all'epoca del nichilismo compiuto. (...) E' inteso dunque che il Danubio finisce a Sulina. (...)








Sulina è un' insegna dello sgombero, dell'abbandono, un teatro di posa nel quale le riprese sono state girate da un pezzo, e la "troupe", andandosene, ha lasciato scenari, costumi e quinte che non servivano più. (...)


A Sulina arrivano ora i detriti trascinati dal Danubio. (... )


Mi incammino verso il mare, curioso di vedere la foce,  di immergere la mano e il piede nella miscela del trapasso oppure di toccare la soluzione di continuità, l'ipotetico punto di dissolvimento. La polvere diventa sabbia, la terra è già la duna della spiaggia, le scarpe si infangano in pozzanghere che forse sono anch'esse foci, minime bocche storte nelle quali si dissangua il Danubio. In fondo si vede il mare. 


Nella landa stopposa si affiancano, fra i cantieri abbandonati, macerie di lavori in corso, cespugli di eriche e odore di catrame, cimiteri ortodossi, turchi, ebraici, di vecchi credenti, a poca distanza l'uno dall'altro.


Claudio Magris, Danubio





Links
I luoghi di Adriano
Il delta del Danubio ( google map )
L'ultima intervista a Marguerite Yourcenar ( Video )

20 commenti:

  1. Anche se mi sento distante anni luce dalle sue idee (da quando ci ha a che fare lui, le pagine culturali del Corriere sembrano il Messalino della Perpetua) devo ammettere che Claudio Magris scrive molto, molto bene.
    Onore al merito.

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  2. Ha ragione lo Zio, Magris scrive bene.
    Invece ricordo che lessi le memorie di Adriano quando avevo diciott'anni, troppo presto, e quindi mi sa che dovrei rileggerle, come sto facendo in questo periodo con Borges, anche lui passato sotto i miei occhi quando non erano sufficientemente pronti a vederlo.
    Un abbraccio

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  3. @Nick: :))( mi fai morire con i tuoi paragoni ).

    Ho nello scaffale "Danubio" di Magris ma per il momento ho letto solo le ultime pagine, quelle dove ho trovato qualcosa sull'oggetto del mio post, il delta del Danubio. Sto invece leggendo "Memorie di Adriano".

    @Ruhevoll: sono a pag 117 delle "Memorie..." ed ho iniziato tre giorni fa. Lettura lenta. Non si può fare altrimenti. Capisco perchè possa non essere apprezzato da un diciottenne.

    Anch'io ho letto Borges molto presto, troppo. Non figura infatti tra i miei autori. Proverò a rileggerlo anch'io. :)

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  4. Ma dove vanno a finire i fiumi ? Nello stesso posto dove finiscono i marinai ?
    ciao

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  5. se il mare è una specie di grembo, sì, finiscono lì. Il Mar Nero, in effetti, può ricordare vagamente un utero :)

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  6. mi affascina sempre questa tua capacità di pescare in mari e fiumi apparentemente distanti tra loro e farci scoprire che spesso vi si trovano specie affini :)

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  7. Ho visto il Danubio scorrere veloce a Ulm, più ampio e fluente a Linz, farsi scuro nei dintorni di Mauthausen. L'ho ripreso a Budapest, nella grande pianura ungherese... Di ogni luogo che attraversa assorbe umori e sapori.

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  8. Ho visto per la prima volta il Danubio a Passau, una città bellissima, in Germania,dove le sue acque limacciose si mescolano con quelle più chiare dell'Inn.Ho scoperto là che il Danubio non è affatto blu come nei valzer di Strauss.Però per me, più che un fiume, rimane uno di quei lughi leggendari, dell'anima, dove si mescolano pensieri e suggestioni diversi. Come hai fatto tu qui,combinando benissimo la Yourcenar con Magris.Più leggo i tuoi post, più penso che Borges sia uno scrittore che ti è affine. Se decidi di rileggerlo, non te ne pentirai.Un abbraccio

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  9. @Amanda: tutto è partito dal passo della Yourcenar che ho trovato molto bello. Dopo averlo letto, ho rivisto il limes imperiale ed ho cercato sull'Atlante le "bocche" dei due fiumi. Mi sono poi ricordata di avere il testo di Magris ( che non ho ancora letto ) ed ho cercato nell'indice un riferimento al delta del fiume. Ho "pescato" la sequenza e ho preso atto che il Danubio dei tempi di Magris non è più quello di Adriano. Se guardi la cartina che ho pubblicato, non molto distante dalla zona del delta c'è, per giunta, Chernobyl.

    @Pim: Hai ragione. Probabilmente quelli più acidi sono proprio quelli della zona del Delta.

    @Grazia: io a Vienna ( periferia ) e a Budapest. Ho attraversato più volte il ponte delle catene. Tra l'altro, prima del viaggio avevo già preso confidenza con il Danubio e la città attraverso un romanzo molto bello, " I ponti di Budapest" adesso introvabile, purtroppo.

    Rimando sempre la lettura ( o rilettura )di Borges, non so perchè. Adesso che mi incoraggi, sono più invogliata a farlo. :)

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  10. Magris scrive invero molto bene, ma devo aggiungere subito che hai scelto un tema che per me, curioso di storia, rappresenta, con pochi altri, nonostante le molteplici letture, un enigma o, per meglio dire, che si tratta di un luogo, quello delle regioni della foce del Danubio, in quell'arco storico soprattutto, per me molto fascinoso.

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  11. @Adriano: E'la zona, come quella dei Parti in Medio Oriente, più difficile...

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  12. @Antonio: si:)
    @Cristina: lo so, grazie! :)

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  13. Hai citato due libri che sono per me due totem. Li ho amati tantissimo entrambi. Memorie di Adriano mi costò una fatica bestiale fino a pagina 39, poi fu una cavalcata bellissima ed emozionante. Un libro che mi ha davvero cambiata e ha contribuito a rendermi quello che sono - nel bene e nel male.
    Quanto a Magris, Zio Scriba non ha tutti i torti, ma io ho per lui un'adorazione infinita, cieca a qualunque difetto e lo ricordo ancora, ad un convegno seriosissimo a Roma: il modo in cui parlò, con disinvoltura, calore, umorismo e soprattutto la grazia e la gratitudine con cui accolse le manifestazioni di stima e di affetto che il pubblico gli tributò dopo.
    Che voglia di rileggere entrambi questi autori!
    Saluti affettuosissimi

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  14. Ho finito di leggere ieri sera "Memorie di Adriano". E' un testo denso. Non riesco a liberarmi dall'immagine di Antinoo, struggente. Adriano, poi... Straordinaria la capacità della Yourcenar di dare una fisionomia umana, storica ed insieme mitica, universale al personaggio, di sottoporre ogni cosa, anche la morte, a una analisi lucida.

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  15. Bellissimo accostamento quello tra Magris e la Yourcenar hanno entrambi la grande capacità di trascendere la Storia senza mai perderla di vista Il Danubio l'ho “disceso” due anni fa in bicicletta da Passau a Vienna, dove non so se era più bello il fiume o ciò che c'era lungo il fiume. Gli ho di nuovo fatto visita quest'estate a Vienna. “Danubio” di Magris è uno dei miei libri più amati. “Memorie di Adriano” ce l'ho in rilettura e ne scriverò presto.

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  16. Grazie, Raffaele! E' bello vedere come intorno a un fiume corrano ( e qualcuna in bici ) tante storie personali:-) Aspetto allora la tua recensione sul bellissimo libro della Yourcenar..

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  17. Ciao Giacynta,

    prima di tutto un saluto festivo e perché no, anche festoso. Poi, siccome non so se ti arrivano le notifiche del mio blog, ti informo che ho pubblicato, "come promesso", il mio commento a le "Memorie di Adriano" di cui ti avevo parlato qui sopra.
    Un carissimo saluto e a risentirci

    Raffaele

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  18. Sei gentile! Ti ringrazio tanto e ricambio gli auguri:-) Vado a vedere il tuo post.. :-)

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