Poi guardai verso la riva. Pareva scivolare via molto in fretta.
(...)
Quando la corrente è veloce non si riesce a calcolare il tempo che passa. Pare chissà quanto e magari è pochissimo. L'acqua era gelida e profonda sotto i rottami strappati dalla piena. Era una fortuna avere un così buon sostegno, mi lasciavo trascinare dall'acqua ghiaccia, il mento appoggiato alla trave, aggrappato come meglio potevo con le due mani. (...)
Vedevo accostarsi, allontanarsi e riaccostarsi la sponda, non si correva più tanto; si avvicinò di nuovo, riuscivo a distinguere i rami dei salici. La trave girò lenta sull'acqua e mi trovai con le spalle verso la riva, capii che ero entrato in un gorgo.
E. Hemingway, Addio alle armi
Non c'era che il fiume freddo, ora, e Montag che vi galleggiava improvvisamente in pace, lontano dalla città, dalle luci, dalla caccia all'uomo, lontano da tutto.
Gli sembrava di essersi lasciato alle spalle un palcoscenico gremito di attori. (...)
La nera sponda del fiume scivolava via a misura che il fiume lo trasportava per la campagna, tra le alture. Per la prima volta da una dozzina d'anni a quella parte, le stelle spuntarono sopra il suo capo, in grandi processioni di fuoco ruotante. Vedeva un'imensa forza distruttrice di stelle formarsi nel cielo e minacciar di piombargli sopra e stritolarlo.
Galleggiava supino, facendo il morto (...).
Il fiume era straordinariamente reale (...).
Sentì il cuore rallentare i suoi battiti. I suoi pensieri cessarono di essere affannosi col ritmo del sangue.
(...)
Il sole ardeva ogni giorno. Bruciava il Tempo. Il mondo correva frenetico in un circolo e girava sul suo asse e il tempo era occupatissimo a consumare, bruciandoli, gli anni e la gente, ad ogni modo, senza aver bisogno del suo aiuto. Cosicché, se lui bruciava le cose con i militi del fuoco e il sole bruciava il Tempo, ciò voleva dire che tutto ardeva!
Uno di loro doveva cessare di ardere. E non sarebbe stato il sole. (...) doveva pur esserci qualcuno che accumulasse e mettesse da parte, in un modo o nell'altro, in libri, registri, nella memoria degli uomini, in qualunque altro modo, purchè sicuro o al riparo da tarme, pesciolini d'argento, ruggini e tarli e uomini armati di fiammiferi.
Ray Bradbury, Fahrenheit 451 ed. Oscar Mondadori
Dovevo essermi appisolato. Mi alzai. Non avevo più il coltello. Lo cercai nell'erba, poi guardai nello zaino.
Con un sospiro di sollievo lo trovai e lo infilai nella cintura, poi andai verso l'acqua. La luna era bassa, appena sopra il ciglio delle colline che sorgevano dall'altra parte del Soligo. La riva era sgombra. Sedetti e attesi di vedere con chiarezza l'altra sponda. Non conoscevo la profondità dell'acqua in quel punto, ma la corrente era lenta e scorsi un tronco di traverso, a metà del fiume.
Non fu difficile passare, tranne per gli ultimi metri, in cui l'acqua gelida, all'improvviso, mi arrivò quasi al petto. Quando fui all'asciutto mi accorsi di avere freddo.
Andrea Molesini, Non tutti i bastardi sono di Vienna ed. Sellerio
Le parole in rosa sono links
Le foto sono tratte da All posters
"Addio alle armi" lo lessi gia' da adolescente, confermandomi nelle mie aspirazioni pacifiste. Non ricordavo il punto in questione, che mi sembra in comune con gli altri due brani. Il fiume come passaggio tormentato verso qualcosa, forse la salvezza. Ci sono tanti fiumi in letteratura!
RispondiEliminaNon conosco Molesini, ma ritengo "Addio alle armi", uno dei grandi romanzi del secolo scorso (forse il mio preferito) e Ray uno dei grandi del '900. Da leggere assolutamente.
RispondiEliminaDopo i ponti i fiumi e la bellezza del lasciarsi trascinare dall'acqua dalla corrente, del trovarvi una via di scampo o una sosta per i propri pensieri. Sempre bello stare un po' qui da te. Buona serata
RispondiEliminaCiao cara Giacinta...sono contenta che tu abbia apprezzato Lang Lang...
RispondiElimina"il fiume si trova dovunque in ogni istante, alle sorgenti e alla foce, alla cascata, al traghetto, alle rapide, nel mare, in montagna, dovunque in ogni istante, e che per lui non vi è che presente, neanche l'ombra del passato, neanche l'ombra dell'avvenire."
"Siddharta" Hermann Hesse.
Leggere questi brani mentre Brendel suonava Schubert mi ha fatto un bellissimo effetto!
RispondiEliminaAnche la musica è un fiume, essa è forse l'immagine (o l'idea) del fiume per eccellenza (secondo me ovviamente).
Via, son troppo meditativo, è domenica ed è anche l'ultimo giorno di vacanza, andrò a mettere i piedi in qualche ruscello e non penserò a niente (impossibile)!
:-)
quando le si sa inanellare nel modo giusto (che varia da persona a persona: per fortuna non esistono formule!) le parole somigliano all'acqua di un grande ma placido fiume: un bel flusso che scorre, e che cambia, senza darlo troppo a vedere, la vita di chi vi si immerge.
RispondiEliminaNuestras vidas son los ríos que van a dar en la mar... (Jorge Manrique)
RispondiEliminaQuanto hanno detto e ispirato le acque dei fiumi. Quanto si sono prestate a farsi immagine concreta e reale dei pensieri dell'uomo e del modo stesso in cui questi pensieri si formano e sfumano l'uno nell'altro, velocemente, o lentamente, ma perennemente.
RispondiEliminaDavvero un'immagine potente e piena di simboli.
Saluti affettuosi
C'è qualcosa che unisce i brani e non è solo il fiume. Quando, qualche tempo fa, ho letto il romanzo di Molesini, mi sono venuti in mente gli altri due passi che ho riportato. Di tutti e tre mi colpisce l'idea dell'inaspettata immersione dei protagonisti dei romanzi in un elemento naturale fluido, continuo, pulito, in un contesto franto, sporco, ansiogeno come quello della guerra( Hemingway e Molesini) o del conflitto tra individuo e società massificante ( Bradbury ).
RispondiEliminaLa lettura di "Addio alle armi" e di "Faherenheit 451" risale ad almeno vent'anni fa. Lessi i romanzi, comunque, nello stesso periodo ed infatti ho constatato, rileggendo i passi, di averli per tanto tempo confusi, sovrapposti nella mia memoria: è il destino delle acque, dei fiumi...
Grazie per i vostri commenti. E' stato bellissimo leggerli.
Giacinta cara, trascorrerei intere giornate da te. Mi ripeto anch’io: le tue selezioni musicali sono eccezionali.
RispondiEliminaE poi mi hai fatto venir voglia di rileggere "Addio alle armi". Di recente sono stata anche tentata d’acquistare il libro di Andrea Molesini. Poi non l’ho più fatto. Merita?
parallelismi
RispondiEliminaI fiumi
RispondiEliminaGiuseppe Ungaretti
Mi tengo a quest'albero mutilato
abbandonato in questa dolina
che ha il languore
di un circo
prima o dopo lo spettacolo
e guardo
il passaggio quieto
delle nuvole sulla luna
Stamani mi sono disteso
in un'urna d'acqua
e come una reliquia
ho riposato
…..
Maat mi ha prevenuta, avrei riportato anch'io quesi versi...
RispondiEliminaciao
;-)
“Scorrere o essere” di Jorge Luis Borges
RispondiElimina...
Disse che il Reno (la cui etimologia
è rinan, scorrere) non è altra cosa
che un arbitrario nome che gli umani
danno alla fuga secolar dell’acqua
giù dai ghiacciai fino all’estrema spiaggia.
...
:)))!
RispondiElimina@Barbara: si, ed è anche un modo per leggere in chiave diversa un momento della nostra storia. Grazie, cara, per essere passata di qui!
RispondiElimina@Antonio: Bentornato!:-))
@Maat e Cristina: un'unica risposta per voi due ( chissà perchè! ). E' una delle poesie di Ungaretti che leggo e propongo più spesso ai ragazzi. Ha molto a che fare con gli altri brani che ho riportato nel post. La sensazione di liquefazione, annullamento, pace è ancora più evidente nei versi. Bacioni
@Alicemate: molto belli; ti ringrazio, non li conoscevo. A presto!:-))
@cooksappe: :-D