venerdì 19 agosto 2011

City Lights



Non sapevo molto di lui. Non sono stato un grande fan della stagione beat, pur avendo a suo tempo letto Kerouac e Ginsberg. Ferlinghetti mi appariva come un notevole animatore culturale, più che un grande poeta. (...) Di lui avevo letto pochissimo. Tuttavia, si poteva dire che era l'ultimo esponente di una stagione comunque gloriosa e come tale mi incuriosiva. (...) A ogni modo, quando avevo annunciato la mia partenza per San Francisco, Laura Betti aveva sentenziato: "Devi fare visita a Ferlinghetti. Lawrence è un uomo stupendo e DEVI conoscerlo".





Provai ad andare direttamente alla libreria da lui fondata nel 1953 con Peter D. Martin, all'incrocio tra Columbus e Broadway. (...)                                                                                                                                                                
Al commesso con i capelli lunghi, chiesi dove potevo trovare il poeta. Senza scomporsi, lui disse di provare al piano di sopra, dove c'erano anche gli uffici della casa editrice che porta lo stesso nome della libreria e che per prima ha pubblicato il famoso Urlo di Allen Ginsberg. Ferlinghetti non c'era ma sarebbe arrivato di lì a poco, così decisi di aspettarlo. (...)
                                                                                                             Stavo leggendo le sue poesie, quando la porta si aprì e il poeta comparve. Era un vecchio signore alto e in perfetta forma, asciutto, agile. (...) Ci sedemmo in quell'ufficio che era poi l'unico della libreria e della casa editrice e cominciammo a chiacchierare. Mi raccontò delle sue origini italiane, genovesi e bergamasche. Parlò dei tempi eroici in cui in quelle stanze passavano Ginsberg, Gregory Corso, Peter Orlovsky, Gary Snider e tanti altri.                            
(...) Attraverso Ferlinghetti, ebbi l'impressione, in quei giorni, di cogliere un poco dello spirito di San Francisco. Il luogo mi apparve in una luce più rilassata, colta, a profonda misura umana.


Mario Fortunato, Quelli che ami non muoiono  ed. Bompiani





                                         
                                    ...

Ho sognato
che mi cascavano tutti i denti
ma la lingua sopravviveva
per raccontare la storia.
Perchè sono un distillatore di poesia.
sono una banca del canto.
Sono una pianola
in un casino anbbandonato
sulla riva del mare
in una fitta nebbia
e ancora suono.
                                    ...
da Autobiografia  in "Poesie " di Lawrence Ferlinghetti





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16 commenti:

  1. " si faceva di tutto, letteralmente di tutto, quando si riusciva a vedere attraverso il fumo indovinate un pò di che cosa. Io naturalmente dovevo tradurre al buio e sulla parola le poesie che i miei adorati amici avrebbero letto la notte.Ci volevamo bene tanto." Fernanda Pivano.............

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  2. Ho letto tempo fa "Amici scrittori" di Fernanda Pivano ( che negli anni 90 ho avuto occasione di sentire e vedere insieme ad Allen Ginsberg nella libreria "Quartiere latino" di Conegliano ). Un libro interessante, intimo, divertente. Rende molto bene l'atmosfera degli anni della beat generation in cui tutto sembrava possibile ed in cui la poesia era uno stile di vita. La citazione che mi hai lasciato rende perfettamente il clima. Ti ringrazio!
    Ho letto recentemente il libro bellissimo di Mario Fortunato ed ho ritrovato il racconto del suo incontro con Ferlinghetti ( ovviamente precipitato in una condizione molto diversa da quella descritta dalla Pivano ) in grado ancora
    di creare intorno a sè una dimensione " a profonda misura umana".

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  3. Sempre stimoli potenti qui da te.
    :O)
    Macca

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  4. Cara Giacinta mi hai fatto venire una gran voglia di leggere il libro " Quelli che ami non muoiono". ho avuto il piacere di sentire e vedere M. Fortunato ad un convegno a Firenze a marzo di questo anno, persona molto raffinata ed intelligente...prima di allora non lo conoscevo....ora me lo ricordi nuovamente tu......quindi credo propio che devo approfondire la conoscenza di questo scrittore e critico letterario....grazie per gli stimoli che proponi e per la tua bella sensibilità......a presto.

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  5. Mi presto all'apporto delle citazioni: "Forse l'errore è stato chiamarla beat generation: ai tempi che Kerouac mise in moto tutta questa baracca era soprattutto una go generation. Dove andassero non lo sapevano di certo, quei dolci insopportabili patetici insolenti hipsters dal volto d'angelo che zigzagavano per gli Stati Uniti come noi più tardi le nostre varie piazze del Duomo, in cerca di altri amici con cui andare, dove, chi lo sa, ma andare... Fernanda Pivano"
    Ciao!

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  6. bene... iniziamo la ricerca :) grazie

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  7. Quella di Ferlinghetti della sua libreria e degli incredibili personaggi che la frequentarono è una bellissima storia dove si intrecciano amicizia, genio, cultura, generosità, talento e anche, temo, una buona dose di disperazione e solitudine. Come al solito, grazie (soprattutto per il contributo musicale, assai di mio gusto!)

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  8. Grande Ferlinghetti, e Fortunato di nome e di fatto colui che l'ha incontrato.
    Come mi riconosco in quei versi finali!

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  9. @Sandra: quando qualcosa suscita il mio interesse, mi piace condividerlo qui. :-))

    @Cristina: non conosco personalmente Mario Fortunato, ma è come l'avessi fatto leggendo " Quelli che ami non muoiono". Ho avuto la tua stessa impressione. Grazie per essere ritornata. :-))

    @ Adriano. impossibile non pensare a "On the road", un romanzo che non ho dimenticato.

    @Amanda: spero fruttuosa. :-))

    @Duck: a proposito del contributo musicale, mi sono documentata e sembra che in libreria si ascoltasse prevalentemente Parker.

    @Nick: Nei versi che ho postato ( pochi, la composizione è molto lunga ) c'è l'orgogliosa consapevolezza di avere una dote non comune ed insieme l'allusione alla sofferenza che tale unicità comporta inevitabilmente, quantomeno nel nostro sistema e nel nostro "mercato" ( e sottolineo la parola ) editoriale. Sai che a te auguro le cose più belle visto che sono e sarò una tua lettrice e sostenitrice fedele ed entusiasta. TVB.

    Ringrazio tutti di cuore.

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  10. Ma questo è un post che arricchirebbe il mio blog nei tag "Librerie e biblioteche"!!! Che ne dici gemellina se invece della "beat generation" io faccio una "reblogged" operation? Bye&besos

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  11. Nela: di ritorno, finalmente! Dammi un'oretta per il post del gemellaggio "statuae manent". Quanto al resto...inevitabile, avendo più o meno gli stessi percorsi, correre sullo stesso binario. L'importante è evitare di percorrerlo in direzioni opposte... Bacione.

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  12. interessantissimo questo post.
    Ferlinghetti poeta, assolutamanete da conoscere.
    grazie
    cri

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  13. @Cris: è meno conosciuto dei suoi amici poeti e scrittori, non so perchè. Ho letto le sue poesie e mi sono piaciute. E' abbastanza diretto.
    Bacione e buona giornata.:-)

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  14. Adoro Ferlinghetti, artista totale.

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  15. Mi piace Ferlinghetti, ho letto diversi suoi libri, di uno, Poesia come arte che insorge, ne ho anche scritto sul blog. E’ un entusiasta, ma dalla sua penna sono venute fuori alcune delle critiche più feroci all’industrializzazione, alla società dei consumi. Soprattutto mi piace il suo modo di considerare la poesia un’attività eversiva. Un caro saluto Giacinta.

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  16. Ally, Ettore vi ringrazio. Condivido.
    @Ettore: appena potrò, verrò a leggere...

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