...alla stanza dove stava a dormire e tal volta a lavorare si saliva per
una scala di legno, la quale entrato che egli era, tirava su con una
carrucola, a ciò niuno potesse salire da lui senza sua voglia o saputa.
Ma quello che più in lui dispiaceva agl’uomini si era che non voleva
lavorare se non quando et a chi gli piaceva, et a suo capriccio; onde
essendo ricerco molte volte da gentiluomini che disideravano avere
dell’opere sue, et una volta particolarmente dal Magnifico Ottaviano de’
Medici, non gli volle servire, e poi si sarebbe messo a fare ogni cosa
per un uomo vile e plebeo e per vilissimo prezzo. (...) Ma ancor che questo procedere del Puntormo, e questo suo
vivere soletario et a suo modo fusse poco lodato, non è però se chi che
sia volesse scusarlo, che non si potesse. (...) Già non è niuno artefice obligato a
lavorare se non quando e per chi gli pare; e se egli ne pativa, suo
danno. Quanto alla solitudine, io ho sempre udito dire ch’ell’è
amicissima degli studi.
G. Vasari, Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori
Pier Paolo Pasolini cita un famoso dipinto di Pontormo in uno degli episodi di RoGoPaG (1963 ), La ricotta ( qui )
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