domenica 17 giugno 2012

Vincent Van Gogh a Saint - Rémi

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In passato ho  studiato per un po' di anni storia dell'arte. Mi sono illusa, leggendo manuali e testi critici, di poter entrare  nell'atelier dei pittori per conoscere tecniche e  modalità di rappresentazione dei  soggetti .  


Mi interessava comprendere come si arrivasse a dare corpo e intensità alla luce, all' ombra, a creare l'illusione di terze, in qualche caso quarte, quinte, infinite dimensioni prospettiche e non. Non ho chiesto  la luna... eppure  ne ho fatti di voli astrali  appesa al filo labilissimo delle  categorie interpretative degli storici dell'arte !


Riporto qui un passo, neanche poi tanto rappresentativo ( gli esercizi più impegnativi di risalita sugli specchi ve li risparmio) ,  tratto dal manuale più noto, l'Argan ( così lo si indicava ai miei tempi, direttamente con il nome del suo autore ).



La ricerca dei Fauves verte appunto sulla natura di quell'ordine e quel ritmo ( gran dispiego di aggettivi dimostrativi nell'idioletto arganiano ), che per Cezanne era l'ordine  intellettuale della coscienza ( ? ), per Signac la legge ottica degli effetti di di luce  ( si, ma me la spieghi  visto che sei un manuale? ) , per Van Gogh il ritmo profondo dell'esistenza tradotto in gesto (  un ritmo è profondo ? ).
Ciò che i Fauves vogliono mettere in chiaro è la struttura autonoma, autosufficiente del quadro ( e vorrei vedere il contrario )....


Potrei continuare ma non ne ho voglia. 
Sono grata a Giulio Carlo per la ginnastica mentale a cui mi hanno costretto i suoi scritti ( non sto ironizzando, lo dico davvero ) ma io chiedevo e continuo a chiedere altro. Anche solo il semplice racconto che di un quadro può fare il suo autore. E' per questo che ho trovato piacevolissimo, ieri, intrattenermi direttamente con Vincent Van Gogh che, in una lettera indirizzata nel 1889, ( non a me ma ) all'amico e pittore Bernard, descrive due suoi dipinti realizzati nella casa di salute di Saint- Rémi, dove venne ricoverato un anno prima della sua morte.




" Ecco la descrizione di una tela che ho davanti a me in questo momento. Una veduta del parco della casa di salute in cui mi trovo:a destra una terrazza grigia, l'ala di una casa. Qualche cespuglio di rose sfiorite, a sinistra il terreno del parco - ocra rossa - terreno arso dal sole, coperto di aghi di pino caduti.Questo margine del parco è piantato di grandi pini dai tronchi e dai rami ocra rossa, con il fogliame verde rattristato dalla mescolanza di nero. Questi alti alberi si stagliano su un cielo serotino striato di viola su fondo giallo, il giallo verso l'alto vira al rosa, vira al verde. Una muraglia - ancora ocra rossa - sbarra la vista e ne sporge solo una collina violetta e ocra giallo. Ora, il primo albero è un tronco enorme ma colpito dal fulmine e segato. Un ramo laterale tuttavia si slancia altissimo e ricada su una valanga di aghi verde scuro. Questo gigante scuro - come un superbo sconfitto - contrasta, se lo consideriamo come carattere di essere vivente col sorriso pallido di un'ultima rosa che appassisce sul cespuglio di fronte a lui. Sotto gli alberi, panchine di pietra vuote, del bosso scuro, il cielo si specchia - giallo - dopo la pioggia, in una pozzanghera. Un raggio di sole, l'ultimo riflesso, esalta l'ocra scuro fino all'arancione. Delle figurine nere si aggirano qua e là tra i tronchi. Capirai che questa combinazione di ocra rossa, di verde intristito di grigio, di tratti neri che segnano i contorni, suscita un po' quella sensazione di angoscia di cui soffrono sovente alcuni miei compagni di sventura, che si chiama "veder -rosso". E del resto il motivo del grande albero colpito dal fulmine, il sorriso malaticcio verde-rosa dell'ultimo fiore d'autunno contribuiscono a confermare questa idea.
Un'altra tela rappresenta un sole che sorge su un campo di grano ancora verde;



Linee di fuga, solchi che montano in alto nella tela, verso una muraglia e una fila di colline lilla. Il campo è violetto e giallo verde. Il sole è bianco ed è circondato da una grande aureola gialla. In questa tela, per contrasto con l'altra, ho cercato di esprimere calma, una grande pace. Ti parlo di queste due tele, soprattutto della prima, per ricordarti che per dare un'impressione di angoscia, si può cercare di farlo senza puntare direttamente sull'orto di Getsemani storico; che per dare un motivo consolante e dolce non è necessario rappresentare i personaggi del sermone della montagna.

Vincent van Gogh, Lettere a un amico pittore,  ed.  Rizzoli
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16 commenti:

  1. Conosco l'Argan che ho stuidato e ristudiato negli anni del liceo.
    Mi interessa e trovo anch'io più efficace la descrizione del pittore stesso...sul quadro che ha davanti...
    una pittura che tratta i colori come emozioni e stati d'animo...
    sono molto incuriosit da questo libro!

    Grazie Giacynta, è sempre un piacere fermarsi qui a riposare aprendo la mente a nuove porspettive!

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  2. Mi hanno proposto lo scorso autunno su una bancherella sui Navigli l'acquisto dei tre volumi scolastici dell'Argan, ma il prezzo , assolutamente onesto, era troppo per me e , naturalmente me ne sono pentito anche perché poteva essere un bel regalo per la mia futura nuora, pittrice in pectore.
    Io sono "antico" anche in questi argomenti e mi sono fermato a Roberto Longhi de La breve ma veridica storia... al suo Il Caravaggio e Da Cimabue a Morandi... Alla scuola che frequentavo Argan era uno sconosciuto, ma trattandosi di un Istituto Tecnico, la cosa non destava scalpore.

    Trovo che questo modo di Van Gogh di descrivere i suoi quadri sia il modo giusto di approcciarsi ad un'opera: prima ci deve essere la descrizione di ciò che si vede. Spesso invece si parte subito con l'interpretazione dell'opera e si prendono grandi cantonate.

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  3. PS scordavo. La foto dei tubetti e del libro sul palquet... lo sai che ne ho fatta una uguale (ma solo con libri) che ho usato per un altro blog ? Curiosa coincidenza...
    ciao

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  4. @Cristina: è stato una bella palestra per la mente il manuale di G. C. Argan, è un testo a cui sono addirittura affezionata( tanto da portare i quattro volumi con me quando dal Sud sono emigrata in Veneto) ma penso che sarebbe altrettanto interessante un approccio diverso, più tecnico all'arte. E poi a me piace entrare nel quadro, come sostieni tu, e come dice Guglielmo nel commento successivo al tuo, attraverso la descrizione di ciò che si vede. Anche per questo motivo seguo con gratitudine Grazia che mi ha fatto far pace con la storia dell'arte. Aggiungo qui il link al suo bellissimo blog che consiglio a tutti di visitare. :)

    @Guy: un po' di tempo fa, Nick ( Zio Scriba )in un un suo commento osservò che i nostri blog ( il tuo e il mio ) sono molto simili. Non c'è niente di curioso, dunque!:)
    Piuttosto... potrei a questo punto sperare di scrivere haiku belli quanto i tuoi...

    Che ne è stato del vecchio blog?
    Sei un internet flaneur di lungo corso, allora...

    p.s.
    VOGLIO LA FOTO!

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  5. Ho fatto qualche tentativo negli anni come il tuo, ma sulle arti figurative alla fine mi lascio trascinare - al netto della mia eterna passionaccia per la storia, che nel caso presente mi riporterebbe, per dire, alla a me vicina Provenza - da estemporanei moti di ammirazione.

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  6. Prima di leggere la lettera di Van Gogh mi sono detto: scommettiamo che, ESSENDO UN GENIO, in ciò che ha scritto lui, contrariamente agli svolazzi in artistichese accademico muffo per iniziati [e (s)finiti...] SI CAPISCE COSA CAZZO C'È SCRITTO?
    E infatti... :-))))

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  7. Ogni volta che leggo qualcosa su un quadro che ho visto non ci trovo nulla nè di ciò che ho visto nè di ciò che il quadro ha mosso in me. Ascolto Daverio che descrive un quadro e mi lascio accompagnare, leggo Daverio e mi vengono i nervi, se poi ascolto Flavio Caroli da Fazio 9 su 10 mi incavolo. Sull'Argan ci ho sudato al liceo per fortuna c'era la mitica Prof. Badile che amava quello che faceva e trasmetteva la sua passione benissimo per chi aveva voglia di seguirla

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  8. Ho iniziato nel 1991 con un sito personale, molto artigianale (copiavo i codici-senza capire un H di HTML- e sostituivo con le mie cose i testi). Il blog di cui parlo è un blog informativo di politica locale e cultura di cui non ti darò mai l'indirizzo !!!
    La foto ? La cero e poi te la mando all'indirizzo email che dovrei avere.

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  9. Come giustamente osserva Zio Scriba, c'è una distanza abissale fra la semplicità delle parole di Vincent e l'inutile leziosismo intellettuale chenondicenulla di Argan.
    Voglio approfittare per ricordare un bellissimo libro sulla vita di Van Gogh che avrai sicuramente letto, Brama di vivere, di Irving Stone.
    Grazie per avermi fatto leggere questa lettera.
    Un abbraccio

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  10. @Adriano: Cezanne, allora? Era molto apprezzato, più che da Van Gogh, da Bernard. Van Gogh, in una delle lettere a Bernard suppone che le pennellate a volte incerte dei quadri di Cezanne siano attribuibili al mistral che rendeva poco stabile il cavalletto. :)

    @Nick: si, penso anch'io che il vero genio sa rendere semplice ciò che è complicato. Baci8 :)

    @Amanda: i critici di professione ho l'impressione che spesso utilizzino le opere come trampolini di lancio. Loro vanno in orbita ( con astrali astrazioni ) e le opere rimangono a terra... ad aspettare. La mia similitudine fa abbastanza pena ma forse rende l'idea di ciò che penso.

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  11. @Guy: se è ancora in rete lo troverò. ( Ah Ah Ah ) Mia madre mi chiama "cane da caccia".:)
    Grazie per la foto. L'ho appena vista. partirò proprio dai titoli dei libri per la mia bau investigation :))
    p.s.
    oggi sono irrefrenabile con le battute penose, chiedo venia!

    @Sandro: grazie per la segnalazione. Non conoscevo il testo di Stone. :)

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  12. Il testo di Argan sarà pure profondo (come dicono tutti i miei colleghi) ma per me è stato difficilissimo. Io ho riscoperto la didattica e la divulgazione, quando ho cominciato a leggere i grandi storici dell'arte stranieri (Panofsky, Gombrich, Clark, Chastel...) capaci di scrivere anche per i non addetti ai lavori. Ti ringrazio tantissimo per quello che dici del mio blog e ti lascio qui il link a un sito con la pubblicazione online di tutte le lettere di van Gogh, che- hai ragione- valgono più di centinaia di saggi critici:
    http://www.vggallery.com/international/italian/letters/main.htm

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  13. @Grazia: infatti! Leggendo Gombrich, ho capito che ci può essere un modo diverso di far storia dell'arte. Lui è stato il primo a farmi posare uno sguardo diverso sulle opere.
    L’approccio di Argan, proprio per la sua complessità, veicola cultura. Ho imparato tanto attraverso il suo manuale ( sono tantissimi i riferimenti filosofici, storici… ) ma, paradossalmente molto poco di ciò che io richiedevo.
    Grazie, carissima ( anche per il link )

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  14. Anch'io sono stata vittima dell'Argan, che ho dovuto studiare al liceo e anche all'università, per un (per me difficilissimo) esame di storia dell'arte contemporanea - che ogni tanto, a distanza di 20 anni, ancora mi sogno la notte.
    Anch'io provo gratitudine nei confronti di Grazia che, senza rinunciare a qualche necessario tecnicismo, con i suoi post avvicina, umanizza, approfondisce la storia di un quadro, una fotografia, una scultura, rendendoli vivi, perennemente presenti e parlanti.
    Riflettevo sugli scritti di Van Gogh e mi chiedevo come sia stato possibile definire "folle" qualcuno che parlasse in modo tanto preciso e semplice del suo mondo interiore. Mistero...
    Abbracci affettuosi e paperi

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  15. L'Argan, il mitico Argan... l'incomprensibile lutulento Argan! Imparai ad amare l'arte solo dopo averlo riposto definitivamente nella libreria, quando scoprii che esistevano modi lievi per farsela scivolare sottopelle invece di inghiottirla in boli indigeribili. Per fortuna oggi si studia su testi più agili e meno faticosi.

    Ad Arles visitai l'Espace Van Gogh, un luogo delizioso, luminoso, profumato di lavanda.

    Ciao Giacinta, a presto.
    Pim

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  16. @Duck: anch'io, leggendo le lettere, mi sono chiesta se l'immagine che ci è stata restituita di Van Gogh non debba essere messa decisamente in discussione!
    Ricambio gli abbracci affettuosi:))

    @Pim: bello "lutulento": è un termine che non ho mai usato ( grazie, me lo rivenderò) :))

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