Intervalli
1.
Così ricordo bene che era un
martedì opprimente, di lacrime fittissime sospese nell’aria, metà pioggia metà
nebbia. Avevo attraversato il solito paesaggio di capannoni, campi, borghi,
vecchie case e vetrine pretenziose, con un semaforo che interrompe il traffico
ogni duecento metri. In macchina, la musica. Brahms. Il Quintetto per clarinetto
op. 115. Per raggiungere la biblioteca da casa mia, a Vittorio Veneto, mi ci
erano voluti l’Allegro e l’Adagio. O venti minuti, se preferite un’indicazione
più convenzionale.
2.
Le ore del mattino come
sempre, uno accanto all’altro; poi i nostri incontri nel pomeriggio. In mezzo,
un breve intervallo d’ansia, a pranzo coi miei, ascoltando distrattamente i
loro discorsi. Un paio d’ore inutili, trascorse nel puro e semplice desiderio
di rivederlo.
Movimenti
- Sfoglialo tutto dall’inizio, non saltare neanche una pagina. E’ importante.
(…)
Maurizio fotografava un noce
ogni giorno. Quando ancora non sapevamo l’uno l’esistenza dell’altro, e quando
ci siamo conosciuti, e quando siamo diventati amici e quando ci vedevamo di
continuo. Si impadroniva di un albero.
Più o meno mentre si
impadroniva della mia vita.
Rondò
Che strano. Trovandomi
sempre allo stesso punto, incapace di lasciarmi scivolare sul piano inclinato
delle parole che vanno avanti e avanti finché non si può tacere, ciò che
provavo dentro di me avrebbe dovuto inaridire, esaurirsi…è stato invece il
contrario.
E questo amore non ero
capace di viverlo. Potrei girarci intorno con le parole, riportare tutte le
distinzioni e i ragionamenti nei quali sono così bravo, ma il fatto resta qui. Non
ero capace.
( …)
Ma forse la felicità è
esigente.
I bei momenti
A ripensarci adesso, c’è
stato un tempo nel quale ho lavorato con accanimento per costruire un mondo
accettabile in cui lui non ci fosse più.
(…)
Una volta di più l’immaginazione
(…) si rivelava (…) il mezzo che mi legava alla vita, e forse me l’ha salvata.
C’era un momento, in
particolare, che riconoscevo come mio. Avevo preso a frequentare il teatro dell’’opera,
un genere musicale che avevo scoperto solo di recente. Mezz’ora di treno per
andare a Venezia, i biglietti di loggione per gli spettacoli della Fenice
costavano poche lire. Ecco, c’era un momento ogni volta, all’inizio dello
spettacolo, quando tutto si faceva buio, il grande lampadario si oscurava, e le
lampadine tra un palco e l’altro si spegnevano poco per volta e per pochi
attimi si era immerso nel buio, quelli erano bei momenti, erano lì. Per un poco,
alcuni istanti che da soli valevano il prezzo del biglietto, potevo credere che
la realtà – quella che tutti chiamano realtà – si fosse finalmente cancellata. Il
sipario si apriva, il fruscio della cortina di velluto si indovinava più che
vederlo. E dietro poteva esserci il buio o una luce abbagliante, un nebbioso deserto
o una piazza affollata, un silenzio o una musica fragorosa. Ogni volta, anche
se magari l’opera in programma la conoscevo a memoria, sentivo che sarebbe
stata una sorpresa. Finalmente la realtà appariva nella forma che io potevo
riconoscere come adatta a me. Le luci del palcoscenico riverberavano sulla
sala, io e tutti gli spettatori eravamo solo un sogno grigiastro, tutto teso a
rendere omaggio alla finzione.
da Il nostro tempo migliore di Giuliano Galletti
De Bastiani editore
( Qui notizie sull'autore e il suo romanzo )
De Bastiani editore
( Qui notizie sull'autore e il suo romanzo )
Ogni ringraziamento è inadeguato a questa piccola partitura musicale... Quasi come scoprire delle parole pur conoscendole (ovviamente) bene
RispondiElimina@Giuliano: io ringrazio te per avermi cnsentito l'accesso in una dimensione in cui mi è semplice trovare riparo e ristoro:)
RispondiEliminaI titoli che ho trovato per alcune sequenze del tuo romanzo sono venuti così, naturalmente. Non ho fatto altro che ascoltare la musica sottesa al tuo bellissimo romanzo. E poi c'è un "tempo" anche nel titolo...:)
niente è più magico della scenografia a teatro, andrei a teatro anche solo per la scenografia, quello stesso spazio che sa diventare enorme o claustrofobico, luminoso o tenebroso, pagode ombrelli paraventi strumenti musicali sofà, l'alba ed il tramonto, la pioggia ed il sole
RispondiEliminaTrovo molto struggente, coinvolgente, interessante, lo spunto dell'amore segreto, sofferto, non dichiarato, l'Amore "che non osa dire il nome", come scriveva Wilde.
RispondiEliminaCiao Giacinta, bellissimo post, come tuo solito. Il quintetto di Brahms, così menzionato, è un gioiello. Volevo ringraziarti anche per il post precedente ( Jordi Savall).
RispondiEliminaUn abbraccio
Cri
Bellissimo post.
RispondiEliminaUn momento di serena malinconia.
Grazie
un post che fa scoprire un libro e come le parole possano legarsi alla musica. Per me in una sinfonia ci sono migliaia di libri, milioni di parole. Basta avere l'orecchio per ascoltarle.
RispondiElimina@Amanda: è la situazione stessa ad essere sorprendente: sei solo ma insieme, sei spettatore e protagonita, sei nel silenzio e sei nella musica...
RispondiElimina@Nick: sì, penso che tu abbia intuito il tema di fondo del romanzo di Giuliano. Forse anche per questo sono tanti i momenti in cui il protagonista si affida alla musica, ai luoghi ( ci sono dei passi meravigliosi che si sviluppano intorno a brani musicali e poi a posti segreti, antichi : una fonte , una vera da pozzo )
Che bella scrittura, che bella musica. Che bel regalo :-)
RispondiElimina@Cristina: nel romanzo ci sono passi molto belli che riguardano ascolti, per esempio il Winterreise di Shubert. Giuliano, l'autore del romanzo, è un amante della musica classica, come te:)
RispondiEliminaUn bacio:)
@gius.ante: grazie e benvenuto! Ho visto il tuo bel blog e ho pensato subito di inserirlo nel mio blogroll:)
Grazie a te per essre stato un po' qui:)
@Grazia: è come dici tu:) E anche Giuliano, l'autore, penso che sarebbe d'accordo con noi!:)
RispondiElimina@Silvia: è stata una esperienza intensa la lettura del romanzo di Giuliano dal punto di vista letterario e non solo:) Sono contenta che i pochi passi che ho publicato ti abbiano dato un'idea di quello che è "Il nostro tempo migliore". Grazie!
Fotografia, nebbia, musica... ma questo è il mio blog...
RispondiElimina@Gugliemo: anche Nick una volta mi ha scritto che il tuo e il mio blog hanno molto in comune; va da sè che il mio è decisamente più tranquillo ,sonnacchioso e poi non cambia "vestitino" ogni due settimane come il tuo!:)
RispondiEliminaGiacy.nta, perdonami se utilizzo questo spazio commenti x una richiesta personale, sono Evil Monkey, del blog http://theevilmonkeysrecords.blogspot.it, ho x le mani un progetto letterario musicale nato da alcuni blog che forse potrebbe interessarti... magari te ne parlo per mail, se vuoi puoi rispondere direttamente a theevilmonkeysrecord@libero.it
RispondiEliminaGrazie e scusa x lo spazio che mi sono preso!
E' questa una scrittura che dà brividi. Brividi per sentimenti provati, brividi forti, struggenti. Bellissimi.
RispondiElimina@Evil: ti ringrazio davvero, ma per il momento ho pochissimo tempo libero ed infatti questo blog da qualche mese è poco aggiornato:) Ho comunque la tua mail e se dovessi tornare ad avere la possibilità di collaborare in qualche modo, mi farò certamente sentire. Ciao!:)
RispondiElimina@Nela: sono ben circondata come vedi! L'autore è un mio caro e, dici bene, sensibile, prezioso amico:)