Elias avvampò. " La metto da parte dai tempi delle lezioni di composizione al Conservatorio. Sa, scrivere non è mai stato il mio forte". (...)
" Potrebbe trattenersi ancora un minuto?" gli chiese Šostakovič , radioso. " Un paio di giorni fa ho finito un'opera... il primo movimento, almeno ". Ma non aspettò la risposta di Elias. Afferrò alcuni fogli che aveva lasciato accanto al pianoforte, a cui si avvicinò con lo sgabello. Quindi tenne per un momento le mani sospese sopra la tastiera e poi cominciò a suonare.
Mentre le note si levavano a costruire un solido muro, Elias rimase immobile (...). Šostakovič muoveva le labbra, e pestava sui tasti quasi fossero fatti d'acciaio, anziché d'avorio. Di tanto in tanto le sue mani si sovrapponevano. La sinistra scavalcava la destra, per poi tornare al suo posto.
Il tema della marcia crebbe di volume, e il piano prese a tremare. I fogli balzarono via dal leggio e volarono in aria. Ma Šostakovič non stava più guardando lo spartito; il suo viso quasi toccava la tastiera, gli occhiali sospesi sulla punta del naso. Poi, nel bel mezzo di una frase ripetuta selvaggiamente, si fermò. L'unico suono rimasto era l'acciottolio dei piatti proveniente dal soggiorno.
Il compositore si tirò su gli occhiali e raddrizzò la schiena, il respiro affannoso. " Poi verrà un assolo di fagotto. Una sorta di elegia. Ma non rende, al pianoforte."
" E'... Oh, è... " Ma d'un tratto la stanza divenne confusa; svelto si strofinò gli occhi. " E' una sinfonia?"
" Si,, anche se all'inizio non lo sapevo. Ho cominciato a lavorarci durante le prime settimane dell'avanzata tedesca".
" Una sinfonia di guerra. Per Leningrado."
da Sinfonia Leningrado di Sarah Quigley - ed. Neri Pozza -
" Un' ora fa ho terminato la partitura della seconda parte di una mia nuova grande composizione sinfonica. Se mi riuscirà di concluderla bene, se riuscirò a ultimare la terza e la quarta parte, allora quest'opera potrà chiamarsi Settima sinfonia. Due parti sono già scritte. Ci lavoro dal luglio del 1941. (…)
Ricordate che la nostra arte è seriamente minacciata. Ma noi difenderemo la nostra musica, continueremo con la stessa onestà e con la stessa dedizione a lavorare.
(…) ogni nota che esce dalla nostra penna è un progressivo investimento nella possente edificazione della cultura. E tanto migliore, tanto più meravigliosa sarà la nostra arte, tanto più crescerà la nostra certezza che nessuno mai sarà in grado di distruggerla. "
Dmitri Šostakovič alla radio di Leningrado, 16 Settembre 1941
Leningrado - canale Griboedov |
Nel Giugno 1941 l’esercito tedesco entra in URSS e dal settembre 1941 Leningrado è sotto assedio. Šostakovič chiede di essere inviato al fronte ma la sua domanda viene respinta; il musicista viene però impiegato nel corpo dei pompieri per difendere i tetti del Conservatorio dalle bombe incendiarie. Šostakovič procrastina il momento in cui raggiungere i principali artisti già sfollati in zone più sicure. Sta scrivendo una nuova composizione e vuole rimanere nella sua città. E’ così che nella città assediata prende forma la Settima sinfonia. Šostakovič termina di scriverla a Kuybyshev dove viene eseguita per la prima volta.
soldato acquista biglietti per la 7° sinfonia |
Il 9 Agosto 1942 la Settima risuona anche nella Sala della Filarmonica di Leningrado, eseguita dai musicisti dell’Orchestra della Radio diretti da Karl Eliasberg. Verranno sistemati degli altoparlanti nella periferia della città, rivolti verso i soldati tedeschi, per far sentire loro che Leningrado continua a vivere. L’opera diventa il simbolo della resistenza sovietica.
La statua della madre Russia del cimitero Piscarov |
Il primo movimento, Allegretto, nella parte iniziale, ”parla del popolo che vive una vita pacifica e felice" Nella parte centrale “ la guerra irrompe improvvisamente nella vita pacifica” ma Šostakovič non vuole costruire " un episodio naturalistico con tintinnare di sciabole, esplosioni..." ma comunicare l'impatto emotivo della guerra. E’ così che prende forma un tema di marcia meccanico, ostinato.
" Il secondo e il terzo movimento non hanno un programma definito: si tratta di una musica lirica incaricata di ridurre la tensione. Shakespeare sapeva bene che non si può tenere l'uditorio in tensione per tutto il tempo ".
" Il terzo movimento è un Adagio patetico, il centro drammatico dell'intero lavoro.”
Il quarto movimento, Allegro non troppo, porta verso la conclusione liberatoria, passando attraverso momenti drammatici che vanno attenuandosi nella parte centrale del movimento dove prevale il tono malinconico del compianto funebre. Prende forma dunque il crescendo conclusivo dove ricompare il primo tema del movimento.
n.b. in corsivo le considerazioni di Šostakovič
Qui una guida all'ascolto della settima sinfonia
Eliasberg mentre dirige l'orchesta radiofonica |
Qui un video sull'assedio di Leningrado. Al min.5.30" le immagini di Šostakovič mentre compone la 7° sinfonia e del direttore d'orchestra Eliasberg che la esegue durante l'assedio.
Qui Sinfonia Lenigrado di Sarah Quigley
Qui la celebre marcia della settima sinfonia
Giacynta, ti ringrazio con tutto il mio cuore per questo post!
RispondiElimina...e ti abbraccio forte forte.
Anch'io ti ringrazio: mi hai commosso.
RispondiEliminaUn grande abbraccio
Sciostakòvic, io lo scriverò sempre così, almeno finché siamo in Italia. O magari Shostakovic, all'inglese...
RispondiEliminaHo ancora il ricordo di quando in tv Gerry Scotti evocò il divieto di Sosta, terribile. (perché poi nei copia e incolla le trascrizioni scientifiche finiscono sempre piallate, e allora ecco Sosta Kovic...)
:-)
Grazie a voi, amici! :))
RispondiEliminap.s.
Giuliano, l'ho scritto così perchè mi sono attenuta al testo della Neri Pozza. Ho poi proseguito per non confondere chi leggeva. Non ho niente contro il tuo Sciostakòvic, anzi!
Sono un po' tarda, lo sai, ma Kovic vuol dire dunque divieto? :)
Ho una impressione strana. Come se si stesse parlando dell'Eneide. Tutto è avvolto in un'aria un po' eroica, mitica. Situazioni drammatiche. Sentimenti forti. Ma tutto molto molto lontano...
RispondiEliminaMa forse è il mio (brutale) pragmatismo che mi fa subito pensare "ma cosa è rimasto di tutto ciò, riusciremo a conservarne il ricordo ?"
Pensieri, assolutissimamente, in libertà...
@Guy:
RispondiElimina- Certo che è lontano. Ma finchè me ne sono occupata per me è stato presente.
- Certo che la retorica non può che affiorare... sta a me farla o meno mia
- Di cosa dovrei occuparmi? Di supermario? Ne ho abbastanza!
:)
in realtà è un nome polacco, come molti altri musicisti, Rimskij-Korsakov e Ciaikovskij, quindi potremmo scrivere Szostakovicz
RispondiElimina:-)
(no, stavo solo cercando si rendere sostakovic come lo sento sempre più spesso pronunciare...Gerry Scotti aveva detto il nome di un calciatore)
@Giuliano : hai trovato una soluzione al problema. Non pensavo che il nome fosse polacco.In effetti su Wiki c'è scritto. :)
RispondiEliminaCiao!
Supermario ? se non fosse che ci sta trifolando le parti basse, rimarrebbe ai più uno sconosciuto professorone...
RispondiEliminaSono allergico alla retorica che venga fatta anche per fino nobilissimi, che ci vuoi fare...
Ma, ripeto, sono pensieri da calura estiva e forse da colpo di sole -:)))
...anche i miei, non preoccuparti, anzi perdonami!
RispondiEliminaC'è un amico che mi dice che vivo in un mondo tutto mio e che solo lì sto bene. Guai a toccarmelo. Beh, forse è vero, anche perchè ci ho messo un bel po' di anni per costruirlo come volevo. :))
Naturalmente in questa mia roccaforte, da qualche settimana, c'è anche "Sciostakòvic" e divento estremamente protettiva nei confronti dei miei "ospiti". Non ho invitato, nè inviterò supermario. Tu entra ed aiutami ad innaffiare i fiori:))
Qui si vola alti ...
RispondiEliminaConoscevo in linea di massima la storia di questa composizione, qui resa in un modo per il quale non trovo aggettivi, tanto é commovente all'interno di quella tragica epopea di popolo che fu l'assedio di Leningrado e che pur diede vita a innumerevoli episodi di eroismo individuale e collettivo. Vero simbolo di umana sofferenza, sopportata con grande dignità. Mirabile, poi, l'esegesi qui fatta di quella composizione.
RispondiEliminaInnaffiare i fiori dev'essere un mio destino... non faccio altro da (quasi) 60 anni -:))))
RispondiEliminaPrendo l'innaffiatoio...
ciao e , ormai, buona settimana.
Questa settimana prevedo di mettere una poesia di Pessoa e qualcosa di Erri de Luca , tanto per rimanere al Monte di dio della Ortese...
ti aspetto , ciao
Romanzo intravisto ieri in libreria, avevo l'impressione che valesse la pena... La vicenda la conoscevo all'ingrosso, ma non avevo mai fatto caso che potesse essere così tanto romanzesca... Shostakovic comunque era abituato ai trionfi e ai disastri: scriveva una sinfonia, piaceva al pubblico, poi veniva criticato dal partito per il suo stile troppo moderno, scriveva un articolo di severa autocritica impegnandosi a adattarsi alle direttive comuniste, poi prendeva una risma di carta da musica e cominciava una nuova sinfonia esattamente nello stesso identico stile - tutto questo per una quindicina di sinfonie, e dagli anni Trenta all'inizio dei Settanta. Nel frattempo, le avanguardie musicali occidentali lo consideravano una specie di pezzo da museo. Ma è uno dei pochi musicisti del Novecento che davvero merita di ascoltare...
RispondiEliminaUltimamente vengo a leggerti senza poi lasciare commenti, cara Giacy.nta.
RispondiEliminaMa oggi devo dirti che questo tuo mondo, costruito con attenzione e passione, è per me un punto di riferimento.
Essendo, anch'io (come ti dice il tuo amico) qualcuno che ha bisogno di un mondo tutto suo per tare bene.
Ciao cara e grazie per questa intensa pagina!!!
Ciao:)
Lara
@Ally: la sinfonia è molto bella. L'ho ascoltata più volte nel giro di pochi giorni e non sono abituata ad ascoltare musica classica ... Prova!:)
RispondiElimina@Adriano: non voglio attribuirmi meriti di altri. L'esegesi è una sintesi ( mia ) di un testo che trovi nel link "Guida all'ascolto". :)
@Guglielmo:allora porto l'innaffiatoio anch'io... :))
@Giuliano ( quale dei tre che conosco? ):) :
Il romanzo è gradevole, niente di più. Il suo merito , per quanto mi riguarda, è essenzialmente quello di invogliare ad approfondire, dopo la lettura, la conoscenza di un momento storico e di un compositore. Centrale, nel libro, è la figura di Eliasberg più che quella di Šostakovič. Alcuni personaggi, come quello della figlia di un violinista, sono frutto di fantasia. Šostakovič viene rappresentato perennemente in rotta con il suo ruolo di marito e padre che sacrifica a tutto vantaggio della sua vocazione, anteposta a tutto. Eliasberg, se fosse ancora in vita, forse avrebbe chiesto all'autrice di attenuare certi tratti della fisionomia interiore, un po' carichi.
A proposito dell'assedio di Leningrado, c'è un altro romanzo, ambientato nel più famoso museo di San Pietroburgo. Si intitola " Le madonne dell'Ermitage". L'ho letto molto tempo fa, ma mi è rimasto nella memoria. :)
@Lara: grazie, mi piace sapere che sei qui. :)
RispondiEliminasu Sciostakovic penso che la biografia di Franco Pulcini (EDT Musica) sia l'unico riferimento utile per capire chi sia stato davvero, oltre alla sua musica s'intende. Ci si è molto romanzato sopra, non sempre sono cose verificabili, quello che mi ha sempre fatto impressione è la sequenza delle sue foto: a vent'anni sembra ancora un bambino, poi via via diventa sempre più cupo, teso. La musica, invece, è sempre bella, a volte anche distesa e serena. Ha scritto più di 120 composizioni, tutte da ascoltare
RispondiElimina:-)
c'è anche una copertina di Time, con Shostakovic in divisa da pompiere sui tetti di Leningrado
@Giuliano: si l'ho vista ( la copertina ). :)
RispondiEliminaGrazie per le indicazioni!
p.s. hai ragione sulle foto e sulla sua musica ( che non è retorica, roboante, pesante) . Sto ascoltando i Chamber Works http://www.ibs.it/disco/0028947574255/dmitri-shostakovich-br-vladimir-ashkenazy-pianoforte-br-/piano-music-chamber.html