da Pagine di un lungo DIARIO di Giuseppe Bevilacqua
casa editrice Le Lettere
Oggi ascoltavo la terza di Brahms in una esecuzione di Otto Klemperer. Al poco allegretto in Do minore, con le sue volute di malinconico e dolce abbandono, ho visto improvvisamente il profilo di una ragazza: un ricordo che era sepolto da parecchi decenni e che ora si correda di tutte le circostanze. Ero alla Fenice, in loggione. Non ricordo chi era sul podio quella sera. Nella fila davanti, sulla sinistra, era - poco più che adolescente com'ero io - una ragazza dai capelli bruni che ogni tanto si volgeva a sussurrare qualcosa all'amica che stava alla sua destra; sicché vedevo benissimo il profilo, e talvolta anche l'intero viso. L'ho rivisto oggi in tutto il suo fascino per me incomprensibile. C'era come una totale armonia tra esso e la musica che stavamo ascoltando. E siccome, questa ragazza ed io, l'ascoltavamo insieme, era come se il nostro respiro e i nostri battiti di cuore andassero insieme. Lei non si volse mai, non mi vide. Ma io so ancora di aver pensato: questa potrebbe essere la compagna della mia vita. Con Brahms si chiuse il concerto. Uscii come stordito, lei si perse subito tra la folla; e del resto io neppure tentai di seguirla, di vederla meglio. Ero tutto compreso dalla suggestione di quel viso, come rapito in un sogno ad occhi aperti.
fotogramma di "Prima della rivoluzione" Di B. Bertolucci ( qui ) |