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"... Maddalena Tataranni, la sera prima, dopo aver cenato col marito e i suoi due figli, avendo deciso di preparare il suo pane per il primo forno, aveva tirato fuori dalla credenza il lievito messo da parte la settimana precedente e, con tutta l'arte del caso, l'aveva impastato con farina e acqua tiepida.
Qualche ora dopo, era scivolata dal letto nel massimo silenzio, per non disturbare il sonno dei suoi familiari. Aveva acceso il fuoco e aveva messo a riscaldare l'acqua. Su due sedie, poste l'una di fronte all'altra, aveva poggiato il "tavoliere" o madia, dopo averlo pulito con tutta l'accortezza possibile, data la scarsa luce con cui il lume a petrolio illuminava la grotta.
Non tutte le case dei Sassi, infatti, disponevano della corrente elettrica, che solo in alcune ore era miracolosamente fornita da una magica manopola di ceramica ( peraltro " a forfait", cioè a costo fisso e basso, ma anche a bassissima illuminazione. ).
"Mamà, ce ste faj?" ( "Mamma che stai facendo "? ). Uno dei figli di Maddalena si era svegliato. " Nidd, durm. Ié sibt ancar " ( "Niente, dormi. E' presto ancora").
Scampato il pericolo di ritrovarsi con un moccioso da accudire nel momento in cui si compiva il sacro rito del pane, la donna aveva riversato la farina sul "tavoliere", formando una piccola montagna bianca. Aveva quindi affondato la mano destra nella montagna e, ruotandola lentamente, aveva scavato un cratere fino al legno del "tavoliere". Qui aveva deposto il lievito e, versando un po' alla volta dell'acqua salata, aveva cominciato a mescolarlo con la farina.
Maddalena Tataranni aveva imparato a fare il pane da sua madre, sua madre dalla nonna e la nonna dalla bisnonna... "
Nicola Rizzi, C'era una volta il forno di una volta ed. BMG
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Qui un video molto bello sulla mia città d'origine | | | |
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A Matera si sforna ancora oggi il pane "alto". La forma pietrosa, il colore di terra, d'argilla, il profumo caldo, materno somigliano a quelli dei Sassi e della Gravina.
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Cosimo, mentre, nella sua salumeria, taglia il pane alto |
Matera ( nelle parole di Nicola Rizzi )