domenica 3 agosto 2014

Da dove viene il vento




                               da " Da dove viene il vento " di Mariolina Venezia 
                                                                                           ed. Einaudi



La narratrice


Mangio poca frutta e bevo molto caffè. Dora, Colombo, Idir, l'astronauta, mi fanno compagnia. I loro pensieri più nascosti, gli affetti, i gesti segreti, sono diventati i miei. Un giorno vorrei aprire la porta e uscire di casa, andare al mare, correre, stare sotto il sole. O arrampicarmi sugli alberi come facevo da bambina.
Ma poi.
Mi affaccio alla finestra, guardo il movimento giù, nella strada. La gente che entra e esce dal supermercato sotto casa, le bancarelle che vendono vestiti made in China, le vecchie coi cani al guinzaglio.
Che ci faccio qui su?




Dora

Spesso, anche se non sempre, la persona amata è irraggiungibile per chi ne dipende. Si può affermare, anzi, che la dipendenza si fondi sul rifiuto. Paradossalmente, se questo non ci fosse il presunto amore non durerebbe.  (...) Ciò che incatena nella dipendenza affettiva è l'hybris, cioè l'ingiustificata, assurda, sconsiderata presunzione di farcela. (...).
Dora fece una pausa e guardò gli studenti seduti intorno al grande tavolo nero che l'ascoltavano, chi scarabocchiando qualcosa sul foglio, chi sbadigliando dalla fame. Una ragazza con gli occhiali che aveva preso posto proprio accanto a lei la seguiva assorta. Sicuramente l'argomento doveva riguardarla in prima persona, si disse Dora. Il pensiero le scivolò su Salvatore. Si tirò indietro una ciocca di capelli che le cadeva sulla fronte. Riprese. 


 Idir

Lampeggiò ancora, poi più niente. Il temporale estivo annunciato dalle previsioni meteorologiche ai turisti che affollavano le spiagge, si era calmato, e pian piano le onde tornarono a muoversi compostamente. Idir era vivo. E solo. (...) 
Diede qualche bracciata, cercando di non agitarsi troppo per non consumare le forze, ma senza fermarsi, perché sarebbe stato sopraffatto dal freddo. La notte adesso era completamente buia.


L'astronauta

I pomeriggi nello spazio sono più lunghi di quelli dei bambini nelle domeniche di pioggia. Sbadigliando, assisto all'ennesimo tramonto, che presto sarà seguito da una nuova alba, poi guardo giù.



La storia

Questa storia è un corpo.







qui  un'intervista a Mariolina Venezia




10 commenti:

  1. questa storia è un corpo?

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  2. Intrigante al punto giusto!
    Serena serata!

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  3. Scrittura di gran classe, bella segnalazione.

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  4. C'è una narratrice che vive in una città che non le appartiene, in cui si sente estranea; immagina e racconta a se stessa storie di altre persone che vivono per un motivo o per l'altro una condizione di isolamento; è attraverso queste storie che "prende corpo" e si definisce anche la sua condizione d'essere.
    Il titolo è dato da una favola berbera in cui due innamorati, cercandosi e superando prove, perdono il proprio corpo ma non la voce...
    Un caro saluto a tutti!:)

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  5. Grazie giacy.nta, in questo periodo mi sento tanto come la narratrice... quando finirò il bellissimo e lunghissimo Grossman magari potrei seguire il tuo ottimo consiglio :-)

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  6. Ottimo consiglio! Qualche anno fa lessi, della stessa autrice, “Mille anni che sto qui” e mi piacque molto. Devo procurarmi anche questa favola/romanzo…
    Grazie mille. Sempre prezioso il tuo blog.

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  7. @Silvia: sì, è una condizione in cui non è difficile riconoscersi; la differenza è che nel libro di Mariolina la protagonista non è una lettrice ma un'autrice, infatti è lei a inventare le storie di Dora, Idir... Tu, come traduttrice puoi capire molto meglio di me ( che mi limito a leggere )quanto i personaggi possano imporsi e parere "vivi".:)

    @Barbara: "Mille anni che sto qui" è il romanzo d'esordio, quello con cui Mariolina ha vinto il Campiello. E' molto bello e a me è caro anche perchè ha come sfondo uno scenario a me familiare, quello lucano:)

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  8. Inutile dirti che di Mariolina Venezia ho letto il suo primo giallo e mi ha molto intenerito la descrizione che lei fa del suo paese e la tristezza in quello scempio ecologico che finzione - purtroppo - non è.
    Prima o poi devo andare in Basilicata.

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  9. Di quel giallo mi piace molto la protagonista femminile, calco della donna forte, energica del Sud..:)

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