lunedì 1 luglio 2013

Due colombe... di un due di luglio 1939



Testo e disegni di Pierino, mio padre:)


Era mezzogiorno e mi trovavo in piazza con mio padre per assistere alla processione della Madonna della Bruna, diretta a Piccianello. Il rullio di un tamburo e il suono di un piffero mi avvertivano che stava arrivando.
Vidi subito alcuni bambini che precedevano i suonatori e, felici, avanzavano a piccoli salti a tempo di musica e gridavano:
                 " arriva la "cavalcata" !!! Fate largo! ".






Apparve, infatti, un nutrito gruppo di cavalieri con tanto di elmi, corazze, lance imbandierate e spade.
Mi giunsero dei riflessi di luce che mi abbagliarono.
Riaprii gli occhi e scorsi due automobili tutte adorne di fiori: in una vi era l'arcivescovo che sosteneva la statua di Gesù bambino, nell'altra due sacerdoti che badavano a tenere ben ferma la statua della Madonna della Bruna, protettrice di Matera.
Ero lì a guardare il generale dei cavalieri, che, mentre ordinava al trombettiere di suonare, faceva roteare orgogliosamente la sua spada in aria. Mio padre mi bisbigliò :" Ià la Madenn ca nan s'assromm! ( e' la Madonna che non ha paura! ). Mi spiegò che in cattedrale vi erano due Madonne, una paurosa e una coraggiosa. Quella che ora veniva portata in macchina era la seconda e sarebbe stata posta sul "carro" per
essere poi condotta trionfalmente in Cattedrale.
Ricordo che, dopo aver pranzato, mio padre impose a tutti di andare a riposare, altrimenti non saremmo stati in grado di assistere alla festa che si sarebbe protratta fino al mattino seguente.

Verso le cinque del pomeriggio, io e mio padre ci recammo in piazza per portare le sedie. Ne portammo quattro e le legammo l'una all'altra tra due alberi, in prossimità del Monumento ai caduti. Sarebbero servite per mia madre, mia nonna e per gli eventuali ospiti... non di certo per noi bambini. Era un ottimo punto di osservazione per poter vedere la "sfilata" del carro trionfale ed anche la gente vestita a "nuovo" in occasione della festa della Bruna. ( ...) Naturalmente rimasi a guardia delle sedie e, meno male che, dopo circa un'ora venne mia sorella con un bel cartoccio pieno di semi di girasole.  Mangiando quei semi il tempo passò più in fretta e, a poco a poco, la piazza si riempì di gente, e anche le sedie furono occupate. Mia nonna e mia madre avevano preso posto, insieme a due zie.
Cominciò il "passeggio" e si formarono due colonne di gente, una che scendeva e l'altra che saliva.
Cominciavano a farsi notare le prime luci della sera, si aspettava da un momento all'altro l'arrivo della processione e, al momento dell'accensione dell'illuminazione, ci fu un grido generale di stupore e di meraviglia.





Riconobbi il suono della tromba di un cavaliere della cavalcata e capii che la "sfilata" era vicina.
La gente si assiepò ai lati della strada principale che rimase sgombra, anche perché molti giovani precedevano la processione correndo ogni tanto in avanti e formando, quindi, dei vuoti.
(...)
"Quest'anno prenderò due colombe del carro, le più belle: quelle che si trovano accanto al gruppo degli angeli di testa. L'eggh' a dé alla fuggh' du cavallir ( Le darò alla figlia del cavaliere ) ", disse mio padre, tra la meraviglia di tutti noi. Mia madre naturalmente tentò di dissuaderlo: " Non andare, succedono tante cose brutte! Non s'cchìù' nu uagnaridd! ( Non sei più un ragazzino! )".
(...)
Io volevo seguirlo, ma me lo proibì nel modo più assoluto, anzi mi impose di stare attento agli altri fratellini. Salii sulla sedia ed ebbi modo di vederlo lì, in prima fila, con la camicia bianca nuova, in attesa dell'arrivo del carro. La gente che stava dietro di lui sulle scale sembrava dovergli cadere addosso, perché cominciava ad agitarsi. Ad un tratto avvertii un rumore di ruote e di zoccoli che diveniva sempre più forte.
Ecco apparire i primi cavalieri che tentavano di farsi largo tra la folla.

                                           " Arriva il carro!!! Arriva!!!! E' intero!!! "

I cavalieri avevano fatto buona guardia e nessuno dei "guastatori" era riuscito, fino a quel momento, a salire sul carro.
Lo vidi fermarsi al punto giusto e poi tanti giovani  che cercavano di prendersi  pezzi più belli. Si sentiva il rumore dei supporti di legno che si spezzavano con la sola pressione esercitata dai muscoli dei "conquistatori" del carro.
Subito dopo, tra la folla, si vedevano i trofei sollevati il più possibile in aria: sembrava camminassero sulla testa delle persone. Vidi anche due colombe che venivano verso di me e riconobbi mio padre che le sosteneva.
 " Papà, papà! " , gridai. E gli corsi incontro.
Non aveva un graffio, la sua camicia era intatta, solo alcune gocce di sudore imperlavano la sua fronte. (...)
Le colombe erano belle, superbe. Sembrava volessero spiccare il volo.
Mia madre, che aveva un groppo alla gola per la felicità, le baciò e ci invitò a fare lo stesso, dicendo: " Queste sono della Madonna! ".
Mio padre consegnò a lei le colombe e disse che sarebbe tornato poco dopo. Alcuni minuti più tardi si presentò con un cartoccio contenente gelato per tutti.
Mentre gustavo il gelato, guardavo mio padre ed ero fiero di lui...

Dopo aver visto i "fuochi", tornammo a casa e ci mettemmo a letto.
Pregai mio padre di mettere le colombe sul comò, di fronte al mio letto, così avrei potuto ammirarle ancora un po'.
Quando le luci della casa furono spente, rimase acceso il lumino da notte vicino al quadro di San Francesco di Paola e quella poca luce mi permetteva di osservare le colombe nei minimi particolari.
" Se vuoi, te le posso regalare! ", disse mio padre svegliandomi.
Era già mattino, vidi le colombe al loro posto, ma non mi interessavano più. L'immagine che avevo nel cuore e nella mente non era quella del trofeo. (...)
"Puoi mantenere fede alla tua promessa, papà. Farai felice la figlia del cavaliere", risposi.


Pierino






 
La "rottura" del carro durante la festa della Madonna della Bruna, a Matera



info



18 commenti:

  1. Ciao Giacinta. Grazie per il tuo commento alla mia foto. Da quando sono entrata su google+, sono stata un pò lontana dal blog.
    Bello il racconto di tuo padre, come pure il disegno. Davvero bravo!
    Un abbraccio grande
    Cri

    RispondiElimina
  2. Mi hai ricordato il mio felice e caldo passaggio nella tua Matera... era agosto del 2011, non sono più riuscita a scrivere di lei... mah.
    Intanto leggo e imparo, ma quante tradizioni nella gente, che desiderio di uscire dal ritmo della solita vita, avere l'occasione di ottenere “un pezzo di sogno” per farti continuare a lottare... Ma, mi pare dal video che anche ora la tradizione si ripete come 70 anni fa! Forse adesso la si fa per la teatralità e per mantenere il folclore locale?
    Tuo padre è un grande!
    Buona festa della Madonna della Bruna, per domani!

    RispondiElimina
  3. Grazie a tuo padre per i disegni e per il racconto.In questo modi i suoi ricordi diventano anche i nostri .
    Buona festa della Madonna della Bruna e che le due colombe possano ancora essere vostre!

    RispondiElimina
  4. Magnifique récit avec ces rappels dialectaux,ses petites phrases qui font ce charme indéfinissable des régions de L'italie!
    Impressionnant aussi ce char d'un rituel pagano-religieux comme un énorme gâteau dont chaque membre de la foule peut s'accaparer un gros morceau.
    Quelle belle chronique, vraiment, merci!

    RispondiElimina
  5. Vidi anche due colombe che venivano verso di me
    commovente....

    zummato le foto.... assorbito i disegni e la calligrafia di tuo padre, e poi il racconto l'ho letto così, dentro i disegni e nella penna di tuo padre.
    grazie, davvero.

    RispondiElimina
  6. I ricordi sono infettivi... E mi sa che visiterò, per strana coincidenza, proprio Matera quest'estate... Qualche consiglio (a parte le colombe) ?

    RispondiElimina
  7. @Cristina: grazie a te! Le tue foto sono splendide:)
    p.s.
    sai che invece io non so neanche cosa sia e come funzioni google+?:)

    @Alicemate: la festa è molto sentita dai materani, ancora oggi; naturalmente è cambiato qualcosa...

    @Grazia: devo chiedere a papà se poi nonno Espedito le ha conservate ma se conosco la mia famiglia solo un po', ho idea che abbiano immediatamente preso il volo:)

    RispondiElimina
  8. @Versus: grazie, carissimo per il tuo bel commento: lo spirito è un po' quello che hai colto!:)

    @Aria: papà sarà felice di leggere il tuo comento, grazie!:)

    @Guglielmo: il I consiglio è quello di entrare nelle panetterie o, come si dice a Matera, nei "forni" ( espressione da non prendere alla lettera ). Ma quando pensi di andare? Io sono prossima alla partenza!:)

    RispondiElimina
  9. tuo padre è un vero blogger :)

    RispondiElimina
  10. @Amanda: quindi sarei figlia d'arte?:)

    RispondiElimina
  11. dal 30/7 al 7/8 circa poi andrò a Roma...

    RispondiElimina
  12. dal 30/7 al 7/8 circa poi andrò a Roma...avevo sbagliato account...

    RispondiElimina
  13. Sempre difficile, cara amica, commentare da te, tante sono sempre le cose belle ed importanti. In questo post, ad esempio, non é semplice individuare l'aspetto che più mi emoziona: se una consolidata tradizione popolare, se un superbo affresco di famiglia, se i nitidi e accattivati disegni. E tutti questi fattori mi richiamano alla mente luci su quella Basilicata, che conosco solo per letture e racconti di persone immigrate dalle mie parti.

    RispondiElimina
  14. @Guglielmo: peccato, non ci si può incontrare, io rientrerò prima che tu parta per Matera. In ogni caso, adesso faccio mente locale e poi ti do qualche indicazione:)

    @Adriano: ti ringrazio per le tue belle parole, sei sempre affettuoso, caro amico!:)

    RispondiElimina
  15. disegni che fanno intuire una persona ordinata e ben equilibrata... i miei invece sono sempre imprecisi e frettolosi, non avrei mai la pazienza e l'abilità di tuo padre.
    Quasi quasi stampo il cavallo e lo faccio vedere a mia mamma, così poi magari impara a disegnare i cavalli...
    :-)

    RispondiElimina
  16. @Giuliano: papà ha come modello i disegnini della settimana enigmistica ma il cavallo è proprio suo:)
    p.s.
    non ti buttare così giù i tuoi disegnini sono simpaticissimi:)
    Grazie:) Ciao!

    RispondiElimina
  17. Ricordi,tradizioni, culture che soppravvivono all'ulcera del tempo.

    RispondiElimina